Il settimo cerchio
di Emiliano Ereddia, "La cultura" n. 1821, ed. Il saggiatore, 2024
Distopia post apocalittica, è un ottimo romanzo che racconta di un’Italia distrutta da dei terremoti, che si saprà essere stati provocati da un’arma umana.
Il protagonista, Sparta, è un mercenario che, al momento delle scosse, era in manicomio.
E si aggira per queste lande desolate, tentando di sopravvivere, come tutti.
Ci sarà un dittatore che riuscirà a riunire un po' di bande e a formare una sorta di governo, ma che, alla fine, verrà distrutto da coloro che avevano ideato e venduto quell’arma, poi usata proprio contro di loro.
Ma ciò che conta, in quest’opera, non è tanto la trama, quanto la maniera con la quale tutto ciò è raccontato.
Vi usa, infatti, una prosa molto elaborata, con frasi che, a volte, durano pagine intere.
Il protagonista, prevalentemente, si fa, per tentare di sopportare ciò che ha attorno.
Ha una filosofia nichilistica all’ennesima potenza, che lo porta a considerare priva di importanza praticamente ogni cosa.
Ci sono, poi, moltissimi altri personaggi, fra i quali mi è piaciuta molto una ragazzina, unica di una comunità pacifista che verrà annientata, ad avere consapevolezza che, quell’annientamento, sarebbe stata cosa praticamente certa; verrà salvata da una donna, compagna di viaggio del protagonista, e, dopo essere morta, fatta risorgere ad una sorta di vita post-mortem da una strega che appare con le sembianze di una vecchia, ma che in realtà è qualcosa di molto potente e… magico.
Di lettura non semplicissima, non risulta però, nel complesso, pesante, anzi, ed è pervaso da un umorismo sottile, sardonico, che spesso fa ben sorridere.
Altri contributi critici: "Nell'Italia post-apocalittica si scappa dal dittatore Magnifico", di Orazio Labbate, "La lettura", 10/11/2024
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