Il re del bosco e la regina bianca
di Grazia Lipos, "Minas Tirith" n. 21, ed. Tabula fati, 2024 (20,00 €, 328 pagg.)
Bel fantasy nel quale, nel tipico mondo al di fuori della Storia, ma nel quale vivono solamente Uomini, niente elfi vari, una regina fa sorgere da un lago, con la magia del suo mago, cinque uomini che uomini non sono, ma demoni quasi invincibili dalla natura vegetale.
Alberi che, a loro volta, erano sorti dal sacrificio, ma quello buono, di un’altra regina, che aveva sacrificato cinque giovani.
Che l’aiuteranno ad instaurare un regno del terrore che terrà oppresso il popolo col pugno di ferro.
Ma sarà un’oppressione talmente dura che non potrà che portare alla rivolta.
Il romanzo è il racconto di questa rivolta, con a protagonisti un giovane figlio di nobili ma infiammato dalla voglia di ribellione, e due fratelli, un lui e una lei, che lo conosceranno proprio nelle prime rivolte.
Fra il nobile e la sorella nascerà un forte amore, e…
Ciò è raccontato in una buona prosa che ha anche qualche buon slancio poetico, anche se a volte è un po' involuta, si sente che segue l’idea della trama dell’autrice un po' forzosamente, cosa che inevitabilmente porta il racconto ad essere meno spontaneo.
Di fantastico, oltre al fatto macroscopico dei principi demoni, c’è che quella sorella ha i doni di poter parlare con i morti, e di fare sogni premonitori.
Nel complesso, risulta una lettura piacevole ed avvincente.
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