Commento del curatore a "Metropoli"
Ricordate il primo racconto pubblicato su T.D.S.?
Quello di Paolo Raiteri ambientato in un mondo di rovine?
Fabio ha preferito raccontare il mondo di rovine che già esiste.
Il suo protagonista non è un osservatore ma ci vive, è talmente compromesso con il suo ambiente da non avere nessuna reazione emotiva.
In lui agiscono solo gli stimoli che percorrono lo slum, violenza e paura della violenza subita.
Il sociale traspare da questo racconto che diventa quasi un documento d'epoca. Non sono le guerre che potrebbero essere combattute, ma quelle che si combattono ogni giorno. a N.Y., Marsiglia e perché no? Napoli, Palermo, Torino, Milano. È la violenza metropolitana che sta diventando rituale, tribale.
Perché è stato scelto questo racconto?
Alcuni di voi potrebbero dire che in effetti il taglio troppo scarno e scarnificato lo rende difficile da leggere, senza continuità e senza nessuna trama organica.
Ma la vita urbana di oggi non è forse così incomprensibile…?
Non ha coerenza e trama al di là dei fatti di criminalità organizzata, e tedio, rabbia, resa.
Le regole vanno in polvere perché non esiste più un motivo valido e accettabile per seguire le regole. Il personaggio non ha nome, è una pedina un coltello nel fodero di Anniki, un personaggio fumoso, direi che rappresenta una forma degenerata d'autorità e potere, una piccola immutabile certezza "Finche Anniki comanda", una certezza che non può durare, ma che è già un'istituzione per un mondo così magmatico.
Intendiamoci questo racconto non è perfetto, non è un'opera del valore di un Dick per esempio, ma noi non siamo qui forse per scrivere ed imparare a scrivere? Direi che molti spunti ci sono, il tema, la capacità di creare una finalità all’uso particolare de linguaggio.
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The Dark Side Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (16 letture) |