Cinema: incontri ravvicinati del 3° tipo
di Michele Bettini
Fantascientificamente parlando il 1977 è l’anno di "Star Wars", il 1978 è l’anno di "Close Encounters of the Third Kind" (titolo originale del film in oggetto), il 1979 è l’anno di "Superman" di Richard Donner, il 1980 è l’anno di "Star Trek", per la prima volta sul grande schermo e con la regia di Robert Wise. Ma è di "Incontri ravvicinati…” che dobbiamo occuparci. Di questo film ciò che dal punto di vista spettacolare eccelle sopra tutto il resto sono gli effetti speciali di Douglas Trumbull (lo stesso di "2001 Odissea nello spazio", "Silent Running", "Star Trek"). I maligni affermano che per poter arrivare a certi effetti bisogna prima averli visti, cioé provati sotto l’effetto della mescalina.
A questi vorrei far notare che una critica non può essere diretta a fare illazioni sul come un tale è arrivato ad ideare ogni effetto grafico-cromatico, ma alla sua bravura, o meno, nell’insieme).
A cosa è dovuto il grande successo di questo film oltre che alla grande profusione di mezzi? Al fatto che gli Ufo costituiscono la nuova religione e che molti studiosi (tra cui Gustav Jung nel suo famoso "Su cose che si vedono nel cielo") se ne sono interessati. Il paragone con le varie guerre stellari regge solo nel campo d'azione dell’immaginario collettivo e degli incassi.
"Per quanti si mettessero in questo momento in ascolto…", pardon… per quanti non avessero già visto questo kolossal, finito di girare nel 77 e apparso sui nostri schermi nella primavera del 78, ricordiamo la trama, che come vedremo in seguito non ne costituisce uno degli aspetti maggiormente importanti.
Ancora una volta ripetiamo la solita lezione: Ufologia significa studio degli Ufo (Unidentified flying objects): Oggetti volanti non identificati. In questo film gli oggetti volanti vengono identificati, contattati e coinvolti non si sa bene in che cosa.
Gli 'incontri ravvicinati del primo tipo" sono quelli che riguardano semplici avvistamenti. Son "di secondo tipo" quelli che riguardano il ritrovamento di tracce concrete. Sono "incontri del terzo tipo" quelli contraddistinti dal contatto diretto con esseri extraterrestri (talvolta inappropriatamente chiamati "alieni", cioè diversi, poiché di alieno, nella scala organica è ormai accertato che c'è solo l’uomo comune con tutti i suoi difetti).
Lo stile e l’intreccio sono solidi, anche se qua e là un po' ristagnano. La sceneggiatura (edito da Mondadori) porta la firma dello stesso Spielberg, ideatore e regista del film.
In una sorta di viaggio tra l’iniziatico, il parapsicologico e la nevrosi che esplode in follia, alcune persone, (tra cui il nostro protagonista recitato da Richard Dreyfuss) si ritrovano a cercare, richiamati dal "contatto", un luogo dove all’insaputa dei cittadini, possono accedere solo un ricercatore francese (Francois Truffaut). la sua equip e il personale militare che gli è stato messo a disposizione. Ma due persone, i soliti lui e lei, gl'irriducibili della circostanza, forzano il blocco, benché si sia sparsa la voce che nella zona si sia diffuso un mortale gas nervino,
Anche essi possono così assistere allo straordinario spettacolo offerto dall’evento e divenirne partecipi. Lui soddisfacendo il proprio istinto di homo sapiens, cioè addentrandosi nell'astronave aliena (la conoscenza), lei soddisfacendo il proprio istinto materno (angosciato dalla momentanea perdita del figlioletto che gli extraterrestri le hanno portato via e che poi le restituiscono senza pretendere alcun riscatto).
I personaggi terrestri sui quali è tessuta la trama sono americani comuni. A scaglioni (la teoria non è nuova) sono ammessi all’interno dell'astronave dei "visitatori", i quali non sono descritti, come comunemente avviene nel filone dell’avventura e nella cornice del maccartismo, come invasori, ma come amici e anfitrioni. Oltre la porta, cioè all'interno, i comuni mortali hanno l'impressione di trovarsi già in un altro mondo, oltre la porta del tempo, liberati dall’angoscia. Inconsciamente reintrodotti nel ventre materno. In altri termini, come ebbe a fare anche Ray Bradbury al primo esordio del film, l'interno dell’astronave rappresenta freno del viaggio verso la morte, ossia un dirottamento verso i paradisi della conoscenza. È vero che le astronavi aliene ormai appartengono definitivamente ai nostri sogni e forse anche al nostro futuro, ma è anche vero che "l’interno" proposto da Spielberg, almeno per una volta, costituisce l’alternativa, se non l’antidoto, agli allucinogeni chimici.
Tra i protagonisti una montagna solitaria dai molteplici significati; un simbolo fallico, cioè l’istinto eretto in direzione del cielo (dove vi è riposta la conoscenza); il mondo di solitudine dell’uomo (la montagna nell’immenso ignoto della grande vallata); la montagna sacra (da scalare per attingervi la conoscenza); il mitico richiamo dell’ovest, capitale principale della storia americana, indica nello spazio, e nelle eventuali nuove civiltà che si avesse la ventura d’incontrarvi, il nuovo west, cioè la continuità delle tradizioni.
"Incontri ravvicinati... " non è semplice svago, né speculazione, ma è una ricerca e una manifestazione continua di sottigliezze psicologiche. I personaggi appaiono comuni, diversi tra loro, ben definiti, perché non lasciano i propri fuori dallo schermo.
È appunto questa realtà quotidiana che viene posta al cospetto del diverso migliore e di quanti insistono (le autorità) nell’applicazione della regola senza eccezioni secondo la quale non può esservi compromesso tra esponenti di uno stato e il potere che li amministra.
L'America si affida ancora ai suoi giovani, là dove il padre sembra appaia più infantile dei figli adolescenti quando cerca di convincerli a preferire Pinocchio ed i giocattoli a generi e prodotti più immediati e più adulti. Il figlioletto della protagonista, essendo ancora puro, viene addirittura prescelto, non si sa per quale fine e ciò lascia spazio all’immaginazione.
I suoni, le luci e i colori provocano sensazioni che ricordano certe discoteche, il Metal Madonna di Buena Park in California, il Movieland Wax Museum, il Seaquarium di Miami, gli Universal Studios, il Palace of living art. Il grande consumo dell’immaginario, con i suoi eccessi e le sue aberrazioni, tenta di vendere la propria immagine attraverso la mediazione delle entità superiori.
Non torneremo sul dove e sul come sono stati ottenuti tanti effetti speciali, occorrerebbe un grosso capitolo a parte, diciamo soltanto che Spielberg e Trumbull hanno tatto ricorso ai trucchi anche là dove la realtà non era sufficientemente riproducibile per mezzo della tecnologia. Ad esempio per render più veritiero un cielo stellato di deve ricorrere alla mano di un pittore che ha arricchito ciò che la macchina da presa aveva inevitabilmente impoverito. Quel cielo così restituito alla sua bellezza, se non al mito che lo vuole sempre splendente nelle notti di annunciazione, ha l'effetto di un presepio che contiene i segni premonitori della "salvezza". Questo film è costruito su misura per sfruttare le spinte emotive della maggioranza, è un audiovisivo nato per conquistare i più ampi consensi, è un mega-media in senso lato.
Nella prima versione si respirava clima natalizio, nella seconda (guarda caso in Italia viene riproposta agl’inizi della primavera) ci accorgiamo che è diventato un film pasquale. Il presidente (Carter) è morto. Rinasce con i connotati di Ronald Reagan, il quale avvia un programma militare, Per fare ciò chiede al suo popolo di trastullarsi meno (ma sembrano indicare molti segni rivolti al protagonista del film) perché la pace e l’economia sono minacciate. La chiave di rilettura del film è pregna di questa atmosfera.
Sono andate via alcune sequenze fin troppo cartesiane per lasciar posto alle più sobrie e concrete proposte reaganiane. Nella prima edizione gli extraterrestri rappresentano una sorta di salvezza, non solo spirituale, soprattutto tecnologica da un mondo inquinato (anche il salvatore si è tenuto al passo con i tempi). La salvezza tecnologica per Reagan, Giseard e Donat Cattin è nelle centrali nucleari; l’ecologia almeno in parte deve segnare il passo. Dalla salvezza tecnologica a quella militare il passo è breve. L’iniezione di nuova conoscenza può essere utile non solo per sentirsi più al sicuro (seconda edizione).
Ecco come si può cambiare su misura qualche significato di un film, semplicemente apportando alcuni ritocchi di montaggio. Quando si hanno miliardi da rischiare in una impresa cinematografica è opportuno (sembra) tener conto dei sondaggi d’opinione. C’è anche in gioco la reputazione assai hollywoodiana di Spielberg (regista anche di "Duel", "Sugarland express", "Lo squalo"). Come si poteva ringiovanire il film se non per mezzo del maccartismo reaganiano, in un ambito dove sola la nascita di un convertitore può giustificare il recupero di un mezzo di propaganda? "Incontri ravvicinati del terzo tipo" (sarebbe meglio dire "di un certo tipo") non è che una nave in tournée sull’oceano dei mass-media, un film targato science-fiction solo per esigenze di catalogo.
I tempi sono cambiati, lo spazio si è ristretto in fatte di neutralità, il messaggio progressista di quegli extraterrestri è diventato ora un modello di tecnologia da costruire per frenare le mire espansionistiche del nemico. "Il popolo eletto", nella fattispecie quello statunitense, proteso da sempre verso la "salvezza" tecnologica, quivi riceve la visita di coloro che in fatto di progresso sono assai vicini all’Altissimo. Il nazionalismo non c’entra, il film stesso fa di tutto per evitarne l’immagine (ad es. una scena è girata in India con migliaia di comparse), è apertissimo (perché capitalista) verso i mercati stranieri.
"Un film cosmopolita, antirazzista", è stato scritto e dimostrato.
Ciò è esatto, ma può essere vero anche il contrario, Il bianco lattiginoso degli extraterrestri in causa non può che far pensare che tutto ciò che proviene dagli USA, pur riconoscendo (dopo 400 anni di lotte razziali) i diritti della gente di colore, continua, senza soste (anche per ragioni commerciali) ad affermare il primato della razza bianca. È la solita storia: Il cristianesimo è un fatto tipicamente occidentale, perciò tanto i suoi ministri, quanto gli angeli (e nelle icone perfino il signore) debbono per forza essere bianchi. Nel caso degli "Incontri ravvicinati" si direbbe che il prototipo si extraterrestre, essendo evoluto, è così bianco che più bianco non si può.
Il film era e rimane un messaggio democratico, nel senso che mentre afferma senza pretese dogmatiche l'esistenza di "altri mondi" riconosce il diritto ad essere diversi.
A causa della cronica ottusità dei produttori cinematografici questa opera che rappresenta una somma di sufficienti probabilità su quello che potrebbe essere l’incontro con civiltà extraterrestri arriva sugli schermi con almeno 10 anni di ritardo. Ciò è strano se si considera che l'America del nord non ha costruito la sua storia soltanto sulla violenza, ma anche sul Grande Sogno e sull’Ottimismo.
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