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di Mario Lepore


Ci occupiamo di Musica.

Questo argomento non lo scopriamo noi perché purtroppo (per TDS) giù grosse riviste come ROBOT avevano a loro tempo lanciato l'argomento.

Vogliamo cominciare ora una serie di articoli e considerazioni più approfondite e, soprattutto, con un duplice scopo: il primo e quello di illustrare il panorama; quanti gruppi fanno musica di "SF" , quali sono i loro pezzi migliori, se si occupano solo di trattare argomenti a noi cultori della SF, vicini o, come accade generalmente, quali sono i loro altri interessi ed in che modo questi coincidano o possano coincidere con gli analoghi interessi di chi si occupa di science fiction a livello letterario o anche cinematografico.

Il secondo e più ambizioso è quello di dare (o ispirare) delle indicazioni a chi vuole accostarsi eventualmente a questi autori ed ai loro stili per farsi una vera e propria discoteca, che sarà potenzialmente molto nutrita, di "SF".

Perché, come a dimostrare la sua maturità, la SF sfrutta tutti i campi artistici.

La musica è un modo geniale E sublime al tempo stesso di superare gli scogli verbali e giungere subito ai centri cerebrali dell'elaborazione. Una cosa come la telepatia di tanti racconti, ma vera e già in nostro possesso da ere veramente immemori. Oggi avrete un articolo generale di Rock che sarà seguito da altri nei numeri seguenti, poi una presentazione per rendere una misera idea di quello che la musica di Isao Tomita (sconosciuto quanto geniale compositore giapponese) dominatore dell'effettistica elettronica.

Lascio pera la parola agli articolisti.


Un vecchio esploratore spaziale scruta il cielo dove un tempo combatteva le sue battaglie:

"Limpido verde color del cedro,

i combattenti nel firmamento che

un giorno voi conoscerete,

il suono ricadendo risuona intorno

agli abissi sotterranei delle acque

ghiacciate, Giove e Saturno, e là

Oberon, sulla rotta di Titania,

Nettuno, Titano, le stelle possono

spaventare..."

(Pink Floyd; Astronomy Dominè testo di Syd Barrett).


È chiaro che il Philosophy Doctor Isaac Asimov docente di biochimica applicata, autore di svariati testi scientifici ed autore di circa due milioni di parole di Science-Fiction, si riferisse ad un modello molto raffinato di sintetizzatore quando, nella "Trilogia Galattica", parla del mutante Mule che suona uno strumento a metà tra il musicale ed il cerebrale.

D’altronde i Weather Report, il gruppo padre del jazz-rock elettrico, hanno intitolato il secondo lavoro, inciso nel 1973, con il titolo di una delle opere di Ray Bradbury: "I Sing The Body Electric". Questo come altri non sono casi sporadici. Dopo il grande boom della fantascienza in campo rock, soprattutto, essendo questo genere tra i più elastici ed universali, moltissimi esponenti hanno fuso la musica e la scienza del domani in precisi schemi, idealizzando personaggi e situazioni come David "Ziggy Stardust" Bowie, o come i Gong di Daevid Allen.

Ma mettiamo un po' d’ordine in questa galassia piena di stelle. Per puro atto di doverosa riconoscenza partiremo dall'UFO Club di Londra, un locale esclusivo nato sotto l'influenza della musica psichedelica d'importazione americana, di S. Francisco per la precisione (non imperverseremo sulle voci statunitensi anche se i loro nomi sono altisonanti come: Jefferson Airplaine, Grateful Dead ed altri, perché la loro tematica era molto influenzata dai problemi della gioventù americana del periodo).

Nei locali dell'Unidentified Flying Object suonavano diversi gruppi alle prime armi: i nomi erano: Soft Machine, Bonzo Dog Doodah Band ed i Pink Floyd. La storia di quest'ultimo gruppo è quanto mai significativa, sono stati i primi ad utilizzare in maniera massiccia l'elettronica, modificando così anche un modo di vivere la musica, il loro capolavoro è "Ummagumma" del 1969 che ha praticamente inventato il rock elettronico. Di pari passo con il suono avanzano le immagini fantascientifiche; si va da una prima opera "Interstellar overdrive" (moltiplicatore di velocità interstellare) dalle sonorità ancora dure a una composizione come "Set the controls for the heart of the sun" (regolate i comandi per il cuore del sole) che possiede un elevato potenziale elettrico.

Queste composizioni daranno il via ad una lunga serie di "visioni" futuribili in tanti altri artisti che cercano con i mezzi in loro possesso, a volte con slancio, a volte come fuga dal presente, di proiettarsi nel futuro.

Il viaggio deve continuare un altro pianeta è quello di Ziggy Stardust, un personaggio extra-terrestre nei panni di David Bowie, capelli arancione, viso scarno. È il primo pierrot lunare a sbarcare sul nostro pianeta.

"Controllo terra a Maggiore Tom comincia il conto alla rovescia motori

in funzione comincia l'accensione e che Dio

sia con te. Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno, decollo.

Qui controllo terra a Maggiore Tom

ti sei veramente meritato il grado

ed i giornali vogliono sapere quali camicie

indossi, è arrivato il momento di abbandonare la navicella, se tutto va bene.

Qui è Maggiore Tom a controllo terra,

sto uscendo dal portello e galleggio per lo spazio…"

(Da "Space Oddity" testo di David Bowie)


Il mezzo espressivo di Bowie è il rock'n'roll e la figura quasi umana che si trasporta da altri mondi come un osservatore celeste ricorda molto il "Non-A" l'uomo non aristotelico, l’emblematico personaggio creato da Alfred Elton Van Vogt.

L'apice dell'artista è raggiunto nel film: "The Man Who Fell To Earth" (L'uomo che cadde sulla terra) la storia di un extraterrestre "caduto" sulla terra e che nell' impossibilità di poter tornare a casa, affida alla musica la sua storia, nella speranza che le onde sonore portino il suo messaggio alla patria lontana.

Il gruppo cosmopolita fondato dall' australiano Daevid Allen, i Gong, fa parte di un'altra situazione. Rivoluzionando un po' tutto i Gong creano nuove galassie e pianeti fatti a loro uso e consumo. Il pianeta Gong, di cui si parla in gran parte della loro discografia, è abitato da piccoli esseri lucidamente sballati, i Pot Head Pixies ed altri alieni vari. Se trascrivessimo i testi dei Gong avremmo dei perfetti racconti di pura "Fantasy".

"Nel profondo del suo tempio di purissimo cristallo fatto con la volontà e con l'immaginazione, Zero trova la formula per poter cavalcare sopra le nuvole, guardando verso terra vede gli umani sempre in lotta e gli appare chiaro il passo successivo: ricercare l'Uno e raggiungere quell'elevazione naturale permanente con la quale si potrà trasformare la terra in un posto degno di vivere…"

(Da "A Sprinkling Of Clouds" testo di Daevid Allen).


Un punto di fusione di fantamusica caratteristico è quello rappresentato dai primi Van Der Graaf Generotor, gruppo inglese progressivo, infatti nel loro secondo album: "The Least We Can Do..." del 1969, tra le note di copertina troviamo Isaac Asimov come ideatore di alcuni brani e per il testo di uno di questi, "After The Flood" (Dopo il diluvio), si sono usate addirittura delle teorie di Albert Einstein. L'album subito seguente "H To Be" racchiude in "Pioneers over C." (Pionieri al di là del secolo) la travolgente atmosfera di un disastro spaziale.

"Nell'anno 1983, sfumature scavando per le galassie, occhi arrossati sgranati sul vuoto. 1000 stelle sono state esplorate, qualcuno ci aiuti, stiamo cadendo, giù nelle stelle, nella terra… È buio intorno né vita, né speranza, né suoni, né la possibilità di vedere mai casa…

L'universo è in fuoco, esplode con fiamme, noi siamo gli unici smarriti, noi siamo i pionieri…"

(Da Pioneers over C. dei Van Der Graaf Generator, testo di Peter Hammill).


Questi ed altri esempi sono la testimonianza del lavoro di menti libere verso un'espressività senza limiti d'immaginazione.

La continua evoluzione delle tecniche elettroniche raffinatissime è la conferma di un desiderio di espansione spazio-temporale della musica, gli esempi avanguardistici sono insieme alle correnti gestuali moderne il segno più logico di un tentativo di programmazione di un futuro dell’umanità, visto soprattutto sotto l’aspetto sociale, e questo è lo stesso scopo della letteratura fantascientifica.






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