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Ritratto di Tomita


di Angelo Lopiano


Isao Tomita, un nome chiaramente orientale per un uomo unico, originale nel suo modo d'intendere l’espressione musicale, non attraverso un qualsivoglia strumento musicale, e neppure mediante un'orchestra, perlomeno non un’orchestra umana fatta di molti cervelli, i quali, se perfettamente coordinati, eseguono un brano, per il piacere loro e dell'ascoltatore.

Quest’uomo ambizioso ha deciso di sostituirsi ad un tempo al compositore ed all'orchestra, diventando autore, direttore ed esecutore dei propri brani, autore perché, sebbene rifaccia brani "classici", ne dà un’interpretazione del tutto personale, direttore ed esecutore perché, egli stesso dichiara; non è possibile un'interpretazione ad un tempo fedele e personale quando ad eseguirla sono molte persone con gusti ed attitudini personali.

Per poter realizzare quanto si proponeva, era indispensabile affidarsi all'elettronica, scienza della sintesi al servizio dei grandi compositori classici, quali Prokofiev, Stravinsky o Debussy, che diventano inediti quando ad eseguirli è Tomita.

Questo genere musicale è destinato a coloro che apprezzano la spazialità della musica elettronica non disdegnando la maestosità di una sinfonia, la sonorità di un concerto, ma anche e soprattutto a coloro che, stanchi delle sonorità ruvide del rock (ma non è necessario esserne stanchi), vogliano fare un'esperienza nuova ed esaltante, che senz'altro non potrà deludere nessuno. In particolare mi rivolgo all'ascoltatore totale, a colui cioè che, pur avendo gusti ben precisi non disdegna d'accostarsi a generi nuovi, assicurandosi che il suono di Tomita è di certo nuovo, nonostante si rifaccia. ai grandi musicisti del passato.

Ma, forse, Tomita vuole, attraverso la modernizzazione dei brani classici, avvicinare nuovi ascoltatori alla grande musica orchestrale, spingendoli a confrontare la sua opera con quella originale (ricordo che ho ascoltato con nuove orecchie "Quadri da una esposizione" di Mussorgsky dopa aver conosciuto Tomita).

A riprova della qualità del prodotto di Tomita è sufficiente pensare al metodo da lui usato per "creare" le sue opere, nonché alla quantità di apparecchiature elettroniche utilizzate al servizio di una sola mente; cosa che pochi altri esigenti virtuosi fanno.

Basterà citare esempi come il 33 "The Bermuda Triangle" nel quale i singoli input sonori sono sintetizzati da un computer previamente, ed abilmente, programmato prima di essere restituiti nelle loro elaborate geometrie finali.

Tutto ciò non per fare bella figura, ma per precisi motivi. Infatti il computer vince senza alcun sforzo limiti di tempo e di organizzazione altrimenti invalicabili.

Questa abilità, questa dimestichezza con il mezzo elettronico si nota maggiormente nell'LP, forse il più etereo, "Sound 2000'" dove i pezzi, ormai celeberrimi, più belli di Debussy diventano vere e proprie sculture musicali.

La danza dei fiocchi di neve fa pensare al turbinio della nave in una foresta (primordiale?) avvolta in una penombra vellutata.

In "Firebird" (l'uccello di fuoco) già di stravinsky, la danza del re Kastchei diviene veramente infernale, grazie anche ad un rapporto sinergico delle apparecchiature ed una stereofonia esasperata.

In "Quadri da un’esposizione" (rifatto dall'orchestrazione di Ravel), il genio di Tomita, con una punta di umorismo, partorisce un'idea forse unica con: "Ballet of the chicks in their shells", preludio all'estrema drammaticità della "Grande porta di Kiev".

Bisogna ancora citare "Kosmos" disco ispirato a grandi opere cinematografiche di fantascienza; 2001, Star Wars, Solaris, integrato da pezzi tipo "Così parlò Zaratustra" e "La cavalcata delle valchirie" di Wagner.

Qualcuno potrebbe dire che si tratta non di vera musica ma di giochini elettronici, Isao Tomita a questo proposito afferma che uno dei più temuti suoni che l'uomo ricordi è di origine o più esattamente di induzione elettronica. Cioè il tuono ed inoltre che ogni strumento musicale è non meno artificioso che il sintetizzatore, anzi riconduce il suono a livello d'impulso elettrico avvicinandolo alla corretta maniera con cui lo percepisce il nostro cervello.

Per finire, visto che questa è una rubrica e non un trattato, voglio dare agli interessati qualche indicazione discografica, affinché possano, spero vivamente, gioire anche loro di tanta bellezza allo stato puro.

Ricordo che Isao Tomita è distribuito dalla RCA linea Red Seal e catalogato generalmente nella classica. Ogni negozio di un certo valore certamente vi saprà accontentare. Per avere i massimi risultati consiglio di ascoltare in cuffia onde sfruttare in pieno la spazialità del suono; come l'autore stesso dice: "Una nuova dimensione musicale" ed ancora: "Essere trasportati in uno spazio profondo, fatto solo di suono".

Se qualcuno già conosce questo autore concorderà con quanto detto, se non lo conosce, ecco che ha una buona occasione per farlo.


discografia essenziale:

Debussy, Sound 2000

The Bermuda Triangle


Discografia completa:

Debussy, Sound 2000

The Bermuda Triangle

Firebird

Bolero

Pictures at an exhibition

Kosmos

Holst - The Planets (non reperibile)

Tomita's Greatest Hits (Raccolta)






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