Per salvare un festival
di Michele Bettini
Tra il 1° ed il 2° sabato di luglio, come è nella tradizione, si è svolta a Trieste la diciannovesima edizione del "Festival Internazionale del Cinema di S.F.".
Sono state proiettate opere di 13 paesi così suddivise:
BELGIO.
Cortometraggio di 13' "Alephah" Regia di Gerald Frydman.
CANADA.
Cortometraggio di 27' "Pierre Guimond: tra Freud e Dracula" Regia di Michel Poulette.
CECOSLOVACCHIA.
Lungometraggio "Panna a Nevtor" Regia Juraj Herz.
FRANCIA
Due cortometraggi:
"Le Manege" di 6' Regia Pierre Jeunet.
"L'ivraie" (L'arte Satanica) di 7’ Regia di Jean Claude Baumerder.
GERMANIA OCCIDENTALE.
Lungometraggio di 90' "Possession" (Vincitore del Festival) regia di Andrzey Zulawski in coproduzione franca-tedesca.
GRAN BRETAGNA.
Mediometraggio di 47’ "The Tom Machine" Regia di Paul Bambarough.
In collaborazione G.B.-U.S.A.
Lungometraggio di 93' "Inseminoid" Regia di Norman J, Warren
ITALIA.
Ben otto lavori:
Lungometraggio di 80' "La cosa sulla soglia" Regia di Andrea e Antonia Frazzi.
Prodotto dalla RAI Terza Rete.
Mediometraggio di 30' "Monitors" Regia ed interpretazione di Claudio Stringari.
Prodotto per la RAI Terza Rete.
Mediometraggio di 30' "Sfratto nello Spazio" Regia di Oscar Melano.
Cortometraggio di 6’ "Sandwich" di Bruno Bozzetto.
Quattro telefilm della Rusconi, Regia di Andrea Ferreri e Lucio Gaudino, titoli:
L'età dello sviluppo.
Maternità.
La crisi della talpa.
La pianta che sorride.
Di 13' ciascuno.
YUGOSLAVIA.
Lungometraggio di 95' "I visitatori della galassia arcana" Soggetto e sceneggiatura di Dusan Vukotic.
PAESI BASSI.
Lungometraggio di 57' "Video en Giulia" Regia di Sander Francken.
POLONIA.
Lungometraggio di 94' "Golem" Regia di Piotr Szulkin.
SPAGNA.
Lungometraggio di 90' "Viaje al Mas Alla" (Viaggio in un’altra dimensione) Regia Sebastian D'Arbò.
U.S.A..
Tutti cortometraggi molti dei quali di divulgazione scientifica.
"Energy Conseguences" Regia di Stuart Finley.
"SPFX: The Empire Strikes Back" (48' sui trucchi de "L'Impero colpisce ancora") Regia di Robert Guenette.
"The Oceans From Space" Regia di Willis Briley.
"Shuttle Power" Regia di Robert Durham.
"Space Shuttle. Missione nel Futuro" di Starbecker.
"Music of Erich Zann" (Su Racconto di H.P. Lovecraft) Regia di John Strysik.
"Sky Dance" Animazione di Faith Hubley.
"Big Bang and Other Creation Myths" (Big Bang ed altri miti della creazione) Animazione ancora di Faith Hubley.
UNGHERIA.
Lungometraggio di 85' "A Transzport" (Il trasporto), regia di Andras Szurdi, soggetto di Peter Kuczka.
URSS.
Lungometraggio di 135' (fuori concorso) "La selvaggia caccia di re Stakh"
Lungometraggio di 40' "L'ottavo giorno della creazione" Soggetto e Regia di Soures Babian.
Cortometraggio di 10' "Una rigorosa privazione sensoria" Regia di Civikova.
Lungometraggio di 60' "Mistero del terzo pianeta" Regia di R. Kacianov.
Lungometraggio di 45' "Il ritorno del dottore" Regia di A. Ermasci, soggetto dl V. Vejov.
Lungometraggio di 50' "Una piccola bambola verde" Dal racconto dl Bradbury "Piccola Bambola" Regia di A. Kviliacascivili.
Commenti
Il film vincitore si ambienta in una Berlino ovest vuota ed assediata dal "Muro", 90 minuti di gratuito sangue, basati su un ritmo pesante ed intellettualistico. Il film si dice "Fa discutere". E questa sembra la ruota della sua fortuna, giacché più che dividere gli animi o suscitare pareri contrastanti esercita ogni forma di violenza nei riguardi dello spettatore.
Al punto di condizionarlo lentamente o indurlo, a spettacolo ultimato, a trovare alleati per farli partecipi della propria ribellione.
Molto sangue e sesso ma il limite lo sorpassa di gran lunga solo il sangue. Se il regista avesse rinunciato in partenza alle scene di sangue del tutto sgradevoli, il discorso centrale poteva trovare altre vie di sviluppo. Un risultato più chiaro e maggiori consensi
Segnalo in breve altri lavori, più onesti del film tedesco.
Bella ad esempio l'atmosfera del "Le Manege" (Il maneggio) di Jeunet, cortometraggio francese che meritava una citazione per gli splendidi effetti sonori in perfetta sintonia con l'atmosfera del messaggio.
Ricordiamo inoltre (nel campo cortometraggi) i quattro telefilm italiani, lavori onestissimi ed esemplari per come vengono sfruttati i pochi mezzi a disposizione, che hanno come ispirazione centrale il tipico ambiente del dopobomba.
Un premio all'opera dl Ferreri-Gaudino (od almeno una citazione) non avrebbe rovinato la reputazione del festival.
Una nota particolare per "A Transzport" (Il trasporto), film ungherese di Andras Szurdi; narra la tragedia di un medico, durante la guerra '14-'18, vittima delle macchinazioni del potere.
Un'arma batteriologica sfugge al controllo dei suoi sperimentatori, seminando morte e scatenando la lotta tra servizi segreti, tutto all'insaputa degli "altri". La morale è che forse la febbre "spagnola" che mieté 20 milioni di vittime fu di origine politica. Benché il film sia valido sotto ogni profilo, con un pizzico d'inquietante attualità, è stato premiato appena con "L'asteroide d’argento" per la migliore interpretazione.
I cortometraggi documentaristici americani fanno dell'ottima divulgazione scientifica e soddisfano anche curiosità, come quello sui trucchi de "L'Impero Colpisce Ancora".
Ancora una nota negativa per "Inseminoid" schifoso film dell'orrore. In generale i premi tendono a non convincere.
A distanza di mesi ormai, il festival perde il suo interesse, ma rimane un festival di serie B mentre meriterebbe forse di più che l'attenzione di una ristretta cerchia di "esperti".
Siamo quasi in organizzazione del festival 1982, che dire pensando all'edizione 1981 precedentemente riassunta?
Perché Trieste sopravviva è opportuno rivederne la formula, andrebbero premiati tutti i lavori validi o soltanto quelli. Non deve essere ammessa la presenza, tra i lavori in concorso, di ciò che poco o nulla ha a che fare con la Science Fiction. Questo obiettivo deve essere raggiunto anche a rischio di dover ridurre il numero delle giornate di durata della manifestazione. La stampa deve essere meno arrendevole di fronte alle decisioni discutibili di organizzatori e giurie. Le stesse inoltre devono spiegare dettagliatamente le ragioni delle loro decisioni, favorevoli o meno. Non si può dire ogni anno (anche se le cose sono fatte in regola) abbastanza tacitamente: "Se non vi sta bene è segno che non avete capito. Perciò andate a studiare!".
Eppure al festival (che è un avvenimento di spicco nella stagione delle conventions e manifestazioni del fandom e dell’ambiente professionistico di S.F.) vale la pena andare. Nonostante le molte riserve che suscitano tanto il festival quanto il freddo ed esoso ambiente triestino, non si deve cadere nella troppo facile critica non costruttiva. L’edizione del 1982 celebrerà il ventennio del festival, che diverrà così il prodotto locale più rinomato dopo la birra ed il brandy, ma è necessario e inderogabile trovare mezzi atti ad aprire un canale con la grande produzione americana. È piuttosto illogico che a Trieste non si debbano vedere quei film che nel genere fantascientifico domineranno la stagione cinematografica che si appresta. Inoltre, con una ricerca più attenta si potrebbero avere nel settore televisivo ed in quello dell’animazione interessanti sorprese. Occorre raggiungere questi obiettivi, a costo di rivedere tutta la formula del festival. La S.F. è un genere abbastanza maturo per meritare la. serie A perché, in caso diverso, si finirebbe per dare indirettamente ragione a coloro che sostengono che sia roba di serie B. Siamo rimasti veramente in pochi a difendere i confini naturali della fantascienza classica, continuamente minacciata (proprio dagli addetti ai lavori e dal fandom!) di essere resa spuria dall'horror, dal fantasy, dalla mitologia antica o moderna.
Ci vorrebbe proprio una bella ripulita per restituire al genere, se non altro la credibilità.
Un discorso nuovo poteva venire, ma non è venuto, salvo qualche particolare degno di attenzione, dalla "1 Mostra Internazionale del Cinema di Fantascienza e Fantastico a Roma" (Novembre 1981). La manifestazione, organizzata da Cozzi e Mongini è al 2° anno e constatate tutte le premesse, promette per gli anni futuri, di divenire l'alternativa a Trieste, ma troppi motivi, che non trovano spazio in codesta fanzine non mi fanno nutrire grandi speranze.
Ne riparleremo in altra occasione se non crepo prima.
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