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Space oddity


di Paolo Raiteri


Prologo in forma d’invito

Ci sono personaggi, nella storia del rock, che hanno provocato tali e tanto significative svolte da sconfinare, con la loro musica, dalla sfera spettacolare a quella della cultura

David Bowie è uno di questi. Egli, per primo, ha introdotto sul palcoscenico del rock l'elemento oscuro, demoniaco, il diverso, l’ambiguo. Bowie come nessun altro, ha saputo rappresentare l'ombra dell’altro - nelle ricorrenti figure aliene – l’essere sinistro, estraneo ed indifferente, o proteso al contatto tra gli abissi d’incomprensione, l’ombra e la coscienza di questa nuova società che spia l’autodistruzione dell'uomo dei grattacieli.

Sviluppando, così, una potenzialità. già insita nel rock, Bowie ha cantato storie di remoti futuri, allucinanti e opprimenti; ma anche storie di vizio e di disperazione, di violenza; e ancora, sogni di puro amore, sotto il cielo plumbeo di metropoli sulle quali pesa come una minaccia lo spettro della guerra.

La sua vita, del resto, come il suo personaggio da palcoscenico, testimonia la crisi dell'uomo moderno, oppresso da un sistema antagonista che lo costringe a reprimere i suoi desideri più istintuali.

Capace del dolore più lancinante e concreto, e, al tempo stesso, di una trascendenza notturna, poetica e spaziale, del desiderio più radicato nell'uomo che si fa sonda di un’esplorazione in tempi e mondi nuovi e sconosciuti.


SPACE ODDITY

Space Oddity, è il primo tuffo vorticoso di Bowie negli spazi intersiderali. Fondamentale per comprendere la dimensione tematica di questo disco, è il "2001: Odissea nello spazio", ovvero, la rappresentazione della rarefazione, della meccanicità, della solitudine della vita umana in un mondo tutto elettronico; le sinistre e paradossali reazioni dell'uomo in un universo stellare, gelido, infinito.

È il 1969. David Bowie è in una sala cinematografica dinnanzi a lui esplodono le immagini di "2001: Odissea nello spazio" di Stanley Kubrik. Le scimmie che imparano a servirsi di clave e di selci, a trasformarle in armi e stazioni spaziali; Hal, il computer dagli istinti umani; l’uomo che dove distruggerlo; lo spazio macrosmico e gli occhi allucinanti dell'astronauta Bowmann; colori accecanti, la psicodelia galattica.

Bowie osserva e memorizza. La proiezione accende la sua fantasia.

Finzione e realtà, vita e metafisica, Ligeti, Khachaturian, lo Strauss di "Also sprach Zarathustra", il suono e le immagini catturano Bowie. La totalità dello spettacolo non poteva trovare uno spettatore più attento.

Appena torna a casa, prende la chitarra e comincia a lavorare attorno ad un'idea. Febbrilmente. Il giorno dopo, ha già pronta una canzone, musica e testi.

Tempo addietro, Pitt, il suo manager di allora, gli aveva consegnato materiale originale per una pellicola di fantascienza, "Love you till tuesday", chiedendogli di ricavare un tema musicale che potesse costituirne il supporto sonoro, ma il cantante è, ormai, deciso a dare la precedenza alla sua nuova opera:

"Controllo di Terra a Maggiore Tom

Controllo di Terra a Maggiore Tom

prendi le tue pillole di proteine ed indossa il tuo casco

Controllo di Terra a Maggiore Tom

comincia il conto alla rovescia, motori in funzione

controlla l'accensione e che l'amore di Dio ...a con te.

Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno, decollo. "

Dal singolo all'album, il passo è breve.

Bowie trasforma il soggetto originale del film di Kubrik attraverso il filtro delle sue esperienze. Così, la sua breve e burrascosa storia d’amore con la ballerina Hermione Farthingals diventa la cifra tematica che, dilatata in prospettiva futura, spinge un uomo a fuggire dal mondo, a dimenticare tutto e tutti.

In sostanza, nasce così la storia dell'astronauta che decide di non tornare sulla Terra, interrompe i contatti radio tra la base e la sua astronave, e si abbandona alle stelle:

"Qui controllo di Terra a Maggiore Tom

ti sei veramente meritato il grado

e i giornali vogliono sapere quali camicie indossi

Ora, è arrivato il momento di abbandonare la navicella

se tutto va bene.

Qui maggiore Tom a controllo Terra,

sto uscendo dal portello

e galleggio per lo spazio in modo strano

e adesso le stelle sembrano molto diverse.

Perché qui

seduto sulla mia scatola di latta

lontano, sopra il mondo

il pianeta Terra è blu

E io non posso fare niente."

Col consumarsi del dramma, il suono si fa meno languido, più ampio, sostenuto dagli accordi di chitarra di Tim Renwick, dello stesso Bowie e delle tastiere, affidate ad un giovane musicista che, in breve, diventerà assai famoso: Rick Wakemann (Poi Yes e rinomato solista, ndr). Il clima è incantato e avvolgente, rarefatto; le percussioni lacerano, a tratti, l’atmosfera, gli effetti di chitarra e di tastiere si fondano mirabilmente per formare una melodia di evidente sapore classico (Stravinsky, Mahler, Elgar), con la voce di Bowie che risulta metallica e distante al tempo stesso. Un clima inquietante in cui i vari elementi si combinano alla perfezione: spazio, ritmo, atmosfere come sostegno alle diverse risonanze che adotta la voce di Bowie, prima lirica e poi gelida.

Il risultato è un’opera densa, commuovente, drammatica, così come il desiderio di solitudine di un uomo disamorato della gente:

"Sebbene sia lontano centomila miglia

mi sento molto tranquillo

e credo che la mia astronave sappia

che strada prendere.

Dite a mia moglie che l'amo, lei lo sa."

- Controllo Terra a maggiore Tom

il tuo led è spento, c’è qualcosa che non va.

Mi senti, maggiore Tom? Mi senti maggiore Tom?

Mi senti maggiore Tom? Mi senti….

"Sono qui che galleggio attorno alla mia scatola di latta.

Lontano, sopra la luna

il pianeta Terra è blu

ed io non posso fare niente."

"Space Oddity"


Ma tutto l’album richiama con efficacia, soprattutto visiva, l'isolamento e lo stupore, la rassegnata impotenza dell’uomo solo di fronte all’ignoto. Un ignoto prima denso di incognite, e che, d'improvviso, cambia volto, mutando le sue minacce mortali in ipnotiche meraviglie.

Un disco, dunque, di una tristezza ossessiva, sia per il soggetto, nel quale le sensazioni e i sentimenti germinali prevalgono decisamente, sia per l’atmosfera, che mostra un avanzato concetto musicale che supera per raffinatezza e sensibilità quello che si realizzava all'epoca, anche fra i gruppi musicali più all’avanguardia.

benché il lavoro non abbia una precisa connessione narrativa e segua itinerari inediti, senza dubbio ha il carattere di una vera e propria cifra stilistica nella traiettoria musicale del Bowie anteriore a "Low".

In esso, coesistono le sue esperienze passate e nuove concezioni, che abbozzano e prefigurano l’immagine dell’asessuata creatura di Marte; il tutto, in un’odissea di sensazioni, nostalgie, angosce di un uomo cosciente della propria inevitabile condanna.

Il ricordo di Hermione e l’addio all’amore in centoquarantotto secondi:

"Dicono che le cose ti vanno bene,

dicono che sembri una donna diversa.

Però, qualcosa mi dice che ti nascondi

quando tutta la gente si rifugia nel

tepore delle case."

"Letter to Hermione"

Le nostalgie terrestri che si riaffermano nell’ossessivo e a lungo declamato desiderio di vivere in "Cygnet Committee", realizzato attraverso un trattamento musicale che risente, chiara, l’influenza del primo Syd Barret, soprattutto nella drammatica esplosione finale diretta visceralmente all’ascoltatore, con la voce del cosmonauta-Bowie che urla disperate la sua volontà di esistere. All’infinito.

E poi, l’intera vita passata che lampeggia davanti agli occhi dell’astronauta-Bowie nel breve volgere di un istante: un sentimento giovanile, in "Janine"; i presagi del futuro, in "An occasional dream"; il desiderio di libertà ed il rifiuto di un’identità collettiva nel bellissimo brano "The wild eyed boy from free cloud". E, ancora, l’assurda situazione di coloro che confidano nella soluzione dei loro problemi da parte di Dio, in "God knows i’m good".

A metà strada tra le romantiche idealizzazioni della gioventù, le frustrazioni della vita moderna e le seducenti fantasie spaziali, si visualizza, infine, l'ultimo brano dell’opera, "Memory of a free festival ":

Esploravamo i cieli con occhi di arcobaleno

e vedevamo macchine di ogni forma e grandezza.

Parlavamo con alti venusiani che passavano di lì

e Peter cerca di salire a bordo, ma il capitano scosse la testa.

Ed essi si sollevarono nel cielo salendo attraverso la vibrante nuvola d’avorio.

Qualcuno fece correre una benedizione tra la moltitudine

e noi tornammo sulla strada, liberi dalle nostre catene."

"Memory of a free festival"


Per chi volesse accostarsi a Bowie spendendo poco diamo di seguito una "Discografia, economica" disponibile in cassette e LP nella collana RCA "Best Buy" ottima iniziativa discografica per farsi una storia del rock.

"Zyggy Stardust"

"Hunky Dory"

"Aladdin Sane"

"Diamond Dogs"

"Low"

"Heroes"

In qualsiasi supermercato o negozio di dischi.






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