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Deutsche welle è il nome di un movimento musicale nato recentemente nella patria di Schulze e dei Tangerine Dream.

I temi di questo genere che da noi ha assunto il nome di Kraut-music, e che si è resa famosa per Falco ed i Trio, sono semplici e scevri d’impegno; musica rock e/o hard rock, con grevi influenze elettroniche, da sequencer o/e Casio Melody, testi da rock demenziale (p. es. Marmalade o da-da-da), in complesso orecchiabile a parte svariati brani da coma irreversibile.

Ascoltate gli Spliff con l'ultimo 85555, Extrabreit con l'omonimo LP, Falco, e fatevi un giro con i trio, poi la morte.


È tornato il re della ricomposizione musicale attraverso la tecnica elettronica, con un nuovo ed inedito (in Italia) lavoro di rara maestria compositiva e di abilita orchestrativa.

Isao Tomita è dunque tornato e con una grande orchestra, che sotto la sua direzione e con l'assistenza di Roland Mc 8, si compone di Moog 3° e Roland sistem 100 in qualità di primi violini, e così via sino al corno (inglese) Synclavier 2° che suona peraltro ed anche bene la tromba, fino al coro di Vocoder, Mellotron e Yamaha Cs 80.

Questa inusuale formazione si esibisce più che degnamente in una suite dal titolo "Gran Canyon" nuova rispetto al genere ed allo stile del nostro giapponese, che ha sperimentato in questo LP la sua new wave, con una musica fresca e frizzante che richiama alla mente sconfinate distese desertiche all’alba, dove aliene forze si preparano ad un cimento che sarà senz’altro drammatico, dando però di questo cimento solo le prime avvisaglie nell’ultimo movimento della suite, Cloudburst. Allegro ed orecchiabile, canticchiabile perfino il brano Sincopated Clock, scritto a quattro mani con un certo Anderson, brano che non mi stupirei di sentire come sigla delle avventure di qualche mandorlata eroina.


Kate Bush, la tragica figlia di Albione è ritornata piena di percussioni per il suo ultimo LP (The Dreaming), con un Gilmour che attraversato il muro più famoso della storia musicale si affianca a questa rossa e terribile mangiatrice di uomini (in senso figurato), che a soli ventiquattro anni vanta notevoli esperienze musicali. In questo LP il vero protagonista è l'arcinoto illusionista Houdini, che ha un brano, uno dei migliori, tutto per sé, e da anche l'idea per la copertina, sul cui retro rivestito di tristissime foglie secche leggiamo il verso: "With a kiss I’d pass the key", il sistema più usato dal mago per liberarsi dalle più robuste catene, e che ci fa capire che non è un anello ciò che ha sulla lingua la giovane erede dei ragazzi di Liverpool.

Penso che il Long Playng ben orchestrato e che vanta al suo attivo dieci brani tutti-tutti-belli avrà un discreto successo, visto anche il battage che sta subendo da parte della mamma più famosa d’Italia.


Ricordiamo, per i ferraioli della musica che i morti viventi, gli "Iron Maiden", hanno letto l’apocalisse (e forse anche Heinlein), ed hanno sfornato caldo di forno crematorio e sgocciolante sangue chiaro e corposo il loro: "The Number of the Beast".

Da ascoltare questo brano omonimo ed anche "The Prisoner", che si rifà al serial televisivo della BBC di qualche anno fa (quelli che cominciano a perdere i denti ed il pelo se ne ricorderanno).

Fleetwood Mac: "Mirage", nuova produzione per questo gruppo che ha temi e motivi unici, bello solo "Hold Me", grazie anche al numero delle volte che le private ce lo fanno sentire.

Dire Straits: "Love Over Gold", sottotono la produzione di Knopfler che ha un’unica impennata in "Private Investigation", volata per chitarra ed elettronico di sei e passa minuti, mentre il resto dell'LP è un rifacimento dei precedenti, ma ascoltatelo, può piacere.

Non c'entra proprio per niente con la musica ma è perlomeno attinente l'imminente uscita in Italia del film "The Wall", tratto dall'omonimo doppio dei P.F., ho visto alcune sequenze e sto aspettando che i circuiti mi permettano di vedere interamente quello che si preannuncia essere come uno dei più bei film dell'anno, ma ne riparleremo.

Concludendo, ascoltate la musica, che ascoltare la musica è un dovere sociale, come dicono quelli delle case discografiche.

E a risentirci su questi tracks.


Aggiungiamo alcune note.

Tre dischi di classica contemporanea, non nuovi certo, ma sicuramente meritori di alcune parole.

Carl Orff "Carmina Burana" e "De Temporum Fine Comoedia".

Ovvero due valenze opposte la vita e la morte (leggi apocalisse).

Il legame di queste grandiose opere dell'avanguardia musicale con la cultura fantastica di tutti i tempi è evidente.

Nei Carmina è la gioia, lo scherzo, la grandiosità del movimento: "Fortuna Imperatrix Mundi" ha fatto da contrappunto musicale al film "Excalibur". Rinascimento = New Wave?

Sembrerebbe di sì, valenze eterne, bisogni di tutti i tempi.

I Salmodiantes goliardici del '300 non hanno qualcosa in comune, in simbiosi extratemporale direi, con le figure in jeans e maglietta dei "Jefferson Airplaine"?

Discorso più complesso merita "De Temporum Fine Comoedia".

È un’opera cosmica in quanto tratta il senso ultimo delle cose.

Tutta l'Opera prepara alla fine dei tempi, preannunciata dalle lamentazioni delle Sibille, permeata nei sogni degli Anacoreti (uomini di scienza e fede, mistici).

Molta carne al fuoco sia in campo mitologico che musicale (studio, analisi delle reazioni umane e loro resa in un sound angoscioso, forte e tragico) vengono fuse infatti la mitologia greca, lo "Scatologismo" cristiano di Giovanni, persino le teorie del big-bang e "dell'universo pulsante".

"Angor, timor, Horror Ac pavor invadit omnes" si dice con voce e timbro allucinato.

I cori e gli assoli sono in greco, latino, tedesco; un misto fortemente "neogotico".

Compendio di culture, paure, speranze e miti dell'animo umano.

Ancora una volta è l’animo germanico (dicotomizzato ed ombroso) a concepire l’opera totale, il dramma.

E verso la fine si sente recitare:

Oculus

Aspicit nos

Tenebrarius

Tenebris

Questa complessità, l'infittirsi di simboli e presagi ci fanno senza ombra di dubbio definire questa musica "Intimamente e visceralmente fantascientifica" un bagaglio indispensabile per capire i fermenti artistici del nostro tempo. Il presagio ed il rimorso.

Nell’edizione "Deutsche Grammophon" di Karajan sono contenute le foto di alcune scenografie allestite per la "prima" del ’73 al prestigioso Festival di Salisburgo.

In queste immagini intuiamo l'enormità dell'Opera, si va da immagini da tragedia greca alla sagoma dell'anacoreta che si staglia in siluette sull'enorme paraboloide di un radiotelescopio, alle immagini sospese in aria (olografia laser?).

Un insieme sensorialmente ed emotivamente totale, solenne.

Ed è dopotutto la storia della nostra fine. La telecronaca diretta del "Giorno del giudizio". in cui i nodi vengono al pettine.

Per ultima "Messe pour le temps presents" di Pierre Henry.

Si tratta della musique concréte, un movimento di musica d’avanguardia che è il pronipote della musica elettronica moderna.

Anche qui si tratta di un compendio di costume e cultura.

Segnalo "Psyché Rock" e "Variations pour une porte et un soupir" lucidamente folle.

La classica contemporanea è alla pari con i "capolavori immortali" e noi sciamannati del rock, al limite cultori dell'elettronica ci dobbiamo ricredere, ed ammettere che avanguardia è bello.

Ritorneremo altre volte su questo genere musicale.

Se voi suonerete i vostri metallari noi suoneremo i nostri acuti da 18.000 Hz.






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The Dark Side

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