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Editoriale n. 1 anno 2


di Giampiero Prassi


Il numero che avete in mano è un numero storico della nostra rivista. È il primo dell'anno secondo, inoltre ha quelle caratteristiche tecniche, grafiche e d'insieme che caratterizzano le migliori produzioni del fandom italiano. Siamo al vertice come aspetto quindi, ma siamo ben lungi dall'esserlo come contenuti, inoltre non abbiamo un nostro discorso che va più in là del semplice esistere e pubblicare vari materiali eterogenei...

Ma prima di partire a discutere su questo argomento vogliamo darvi, così vi fate un'idea, i dati di crescita più appariscenti.

Vedendo questo numero di "sole" 60 pagine vi potreste fare l'idea assolutamente inesatta che stiamo cedendo.

Ma questa impressione viene completamente ribaltata pensando alla incredibile qualità grafica, alla copertina in tre colori ed anche riguardo al materiale ospitato, infatti eccovi l'andamento del numero di battute teoriche escluse le pagine illustrate che in ogni numero abbiamo avuto a nostra disposizione.


Da prime stime le battute arriverebbero a 205.000.

1) 53.000 battute

2) 142.000 “

3) 142.000 “

4) 203.000 “

5) 177.000 “

6/1-83 Da prime stime le battute arriverebbero a 205.000

Di fronte a questi dati quindi rassicuratevi, meno pagine ma più materiale! È vero che gli articoli sono battuti un poco stretti, ma se pensate all'eleganza di questo numero ottenuta spendendo gli stessi soldi spesi per il n. 1/82 - Lo stesso budget che si è speso sempre - ne valeva la pena. L'aumento del prezzo è un adeguamento alle nostre reali spese, ma l'abbonamento non è cambiato, RIFLETTETE GENTE.

Da questo numero la posta non farà rubrica a parte ma s'inserirà a commento di rubriche varie, mentre per chi ha da dire qualcosa d'importante istituiremo angoli Mail volanti quando se ne presenterà il bisogno.

Ora possiamo partire con un serio discorso sul senso di T.D.S. sulle motivazioni nostre e vostre. Non spaventatevi, è solo il logico passo "preliminare" per arrivare alla realizzazione di quella partecipazione totale che rimane il nostro chiodo fisso e la nostra politica editoriale. Siamo integralmente amatoriali e questo ci svincola e ci permette di essere pienamente liberi.

Ma questa libertà va conquistata, e non solo, va strutturata in maniera tale che serva veramente a qualcosa.

In generale vi invitiamo a partecipare quando potete, ad esempio:

Esiste il Pool di lettura per abbonati e paganti fissi; sapete che il Pool permette a tutti di farsi un pubblico, di trarre indicazioni sui suoi scritti e di conoscere altri fans. Ma per ora ci sono giunti solo tre interessamenti. Gente è importante per il nostro progetto ...

Basta che vi dichiarate disponibili a leggere, in tempi abbastanza brevi, racconti di esordienti come voi e commentarli. E naturalmente di mandare i vostri racconti per tale lettura critica.

Per invogliarvi diremo che ogni anno pubblicheremo i due racconti che avranno stimolato, a nostro giudizio, di più il dibattito.

Ma già da questo capirete come per noi pubblicare un racconto è il meno, l'importante è tutto il lavorio che ci sta dietro.

Chi vuole partecipare al Pool mandi un racconto (uno solo) che porti indicato: indirizzo dell'autore.

A quale titolo viene spedito il racconto:(a prescindere dall'inserimento nel Pool) se per una prima valutazione della redazione per l'eventuale pubblicazione (in questo caso spedire 2 copie).

Se ESCLUSIVAMENTE PER IL POOL (senta l'esame della redazione).

Se ESCLUSIVAMENTE PER IL POOL inviate un racconto già accettato o addirittura pubblicato su altra rivista (specificando dove e quando).

I racconti appartenenti a quest'ultima categoria non VERRANNO IN ALCUN CASO PUBBLICATI SU T.D.S.

NON POSSONO PARTECIPARE AL POOL I RACCONTI INVIATI PER IL"SECONDO INVITO ALLA NARRATIVA DI S.F.

Quando manderete il racconto con la risposta vi daremo TUTTI I PARTICOLARI.

Chiuso il discorso Pool passiamo a quanto da tempo volevamo dirvi.

Fate attenzione a quel che leggete perché (pur senza obbligare minimamente nessuno) reputiamo importante e nuovo questo tipo di discorso.

Nonostante tutti i lati positivi sopra descritti noi della redazione sentiamo che manca ancora qualcosa.

E quello che manca potrebbe nel tempo demotivarci e far fallire tutto.

Noi siamo qui per esporre e discutere questi problemi che andiamo ad illustrarvi.

Cosa manca a T.D.S.?

Secondo noi gli manca un significato, gli manca una reale direzione di lavoro. Scritti eterogenei uniti solo dal fatto che per la quasi totalità si tratta di scritti di persone sconosciute che hanno finalmente uno spazio. Ma questo basta?

Cosa ci vuole per dare un reale significato al nostro lavoro?

Lo scopo dell’esistenza di una fanzine è qualcosa di oscuro, apparentemente si sa perché le riviste amatoriali esistono per dare l'opportunità agli appassionati di fantascienza di essere anche protagonisti e non solo fruitori.

Attorno alle fanzines si sviluppa il fandom che è una comunità esclusiva; particolare miscela di hobbysmo, fermento culturae, collezionismo ed amicizia. L'amicizia è di gran lunga la cosa più preziosa e duratura che il fandom offre (anche se è anche facile farsi dei "nemici").

E questo ci sta bene, ci mancherebbe…

Ma culturalmente parlando non sembra che ci siano le idee chiare.

Al di là degli apparati critici sulle opere altrui manca una ricerca, una riflessione sul perché NOI SCRIVIAMO RACCONTI E Cl RIUNIAMO A PARLARE DI S.F. O NELLE FANZINES O, MEGLIO ANCORA, NEI CLUBS.

Dietro tutto questo esiste un motivo senza dubbio.

Ma noi sappiamo qual'è, vogliamo dire, lo sappiamo veramente?

Il perché ci piace non è che un effetto.

E queste motivazioni, questi bisogni in fondo, non hanno forse più importanza del semplice riunirsi per vedersi pubblicare i propri racconti, che una volta venivano rifiutati dalle riviste professionali che adesso non possono più rifiutare nulla perché non esistono più, non sia un granché di fronte alle spaventose possibilità d'indagine che l'indagare anche solo un attimo in noi stessi ci può regalare.

Ora noi non sappiamo se sia vero, ma tutti sembrano dire che il fandom è un ghetto, formato da ragazzini immaturi che non vanno al di là della pretesa di vedersi pubblicare l'ennesimo rifacimento di qualche racconto della S.F. americana.

Noi del fandom naturalmente rifiutiamo tale discorso, però c'è del vero in tutto questo, se non altro il fatto che il ghetto esiste ed il trasformarlo in élite non ci consola più di tanto.

Visto che noi vogliamo partecipare, fare, creare qualcosina, e che scriviamo racconti per adesso faremo un discorso principalmente per chi ha di queste voglie, chi partecipa (e per motivi di tempo fa solo il lettore) solo "dall'esterno" potrà dire la sua, NESSUNO VIENE ESCLUSO.

Ma pensiamo che questo riguardi principalmente gli autori e naturalmente anche i disegnatori ed in molta misura i critici.

Se chi scrive lo fa solo per togliersi il gusto, allora ai primi rifiuti abbandona, oppure se viene pubblicato non si preoccupa di migliorarsi fino magari a travalicare i limiti hobbystici, cosa che ognuno di noi spera avvenga un giorno...

Ecco perché per ottenere qualcosa bisogna partire con differente mentalità, per cui chi ci mette un grande impegno ed un'intima convinzione, non potrà certo rimanere deluso perché prima dei risultati tangibili (i quali non tarderanno certo) trarrà dalla sua opera immensi giovamenti interiori, che vengono sempre dall'indagare in sé stessi e sul mondo che ci circonda.

Per noi questa è la differenza sostanziale fra chi riesce a continuare a scrivere ed ad esserne soddisfatto e chi invece smette perché deluso.

Dove porta questo discorso?

Che cos’è questo "convincimento interiore"?

Noi crediamo che ognuno di noi che scrive (lo diamo per scontato) sappia quel che fa e perché.

Tuttavia tra il saperlo ed il dirlo c'è ancora della strada da fare.

Se io scrivo un racconto in maniera confusionaria e frammentaria non posso pretendere che chi legge capisca quel che voglio dire. Sarà comunque sempre molto difficile avere la perfetta coincidenza pensiero trasmesso – pensiero ricevuto, ma i grandi scrittori fra l'altro sono coloro che almeno al 60% riescono a far capire al lettore quel che volevano dire.

A cosa vogliamo arrivare?

Vogliamo arrivare a dire che crediamo che tutti voi sappiate cosa volte dire; per saperlo pure noi, tuttavia, vi e un solo mezzo: che l'autore dell'opera (sia essa un racconto, una poesia, un disegno, una scultura od una fotografia, od un film, un pezzo musicale…) ci dica direttamente cosa voleva dire, nel nostro caso principale, col suo racconto.

A CHE SERVE?

A CHI SERVE?

Serve a far luce, a porre le basi di nuovi interrogativi.

Serve allo scrittore che, seppure sa quello che vuol dire, gli fa sempre bene essere certo di quello che vuole dire.

Serve sempre allo scrittore per essere sicuro di aver effettivamente comunicato qualcosa a chi sta per intraprendere il duro compito di giudicare La sua opera.

Serve a noi curatori per distinguere la parte tecnica (che è la sola su cui abbiamo diritto di giudizio) da quella strutturale, di significato.

Serve a tutti perché inevitabilmente maggiore consapevolezza porta una maggiore maturità di tutto l'ambiente.

Avviando questo progetto non ci nascondiamo le difficoltà che potrebbero sorgere, ma le possibilità che si aprirebbero sono tali da farci correre il rischio.

Cosa cambia in T.D.S. da oggi? Niente, rimane una fanzine, parla di S.F., musica e qualsiasi altra cosa voi ci proporrete.

Voi partecipate con il vostro interesse continuo, mandando le lettere e suggerendo miglioramenti e nuove strade da percorrere...

Ma allora che cosa cambia?

Cambia che, rispondendo all'amico Ferrari che ci scrisse sul 4/82, invece di farci un risotto ei siamo fatti T.D.S., perché fra vent'anni un risotto rimarrà un risotto, ma noi no, noi saremo cambiati.

E se T.D.S. può contribuire in una piccola misura noi saremo soddisfatti. Ma ciò avverrà solo se ci porremo almeno qualche domanda, no?

Praticamente tutto il romanzetto che avete avuto la benevolenza di leggere sin qui significa operativamente questo!

Da oggi avremmo piacere che ogni opera creativa (racconto, disegno, sia accompagnata da una nota introduttiva, da un foglio, cioè, che dica con immediatezza e sincerità quello che si vuole significare attraverso l’opera. Non porremo questa condizione come pregiudiziale per la pubblicazione, naturalmente, e terremo per noi tale introduzione se non su esplicita richiesta di pubblicazione da parte dell'autore.

È tutto amici, partecipare rimarrebbe una vuota sciocchezza se non si sa dove si vuole andare.

CIAO.






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