Prefazione della redazione
Abbiamo deciso di fare un'antologia per sondare la possibilità di "istituzionalizzare" questa forma di riconoscimento come un appuntamento tradizionale della rivista.
Voi dovete darci in pratica il via, dicendoci chiaramente se preferite che l'antologia a differenza delle nostre attuali intenzioni sia un fatto estremamente sporadico, non con una cadenza fissa (una all'anno?).
I vostri consigli non saranno presi in esame, SARRANO APPLICATI.
Quindi dateci i vostri pareri sull'idea delle personali in generale e su questa antologia in particolare. Chi gradirà che mandiamo i suoi pareri all'autore lo dica e noi lo faremo.
Bruno Garavini ha dato mostra di essere potenzialmente una buona penna, e noi lo mandiamo alo sbaraglio. I suoi racconti precedenti apparsi su T.D.S. non erano della portata di quelli che vedete qui, abbiamo avuto pareri non positivi su tali precedenti opere.
QUI SIAMO SU UN ALTRO PIANETA.
Brevi note di redazione su questi racconti sono d'obbligo:
IO CHE ADORO I PICCINI: Storiella non convincente, ma messa perché è la prima opera di Bruno e vi servirà da pietra di paragone per vedere i progressi dirompenti che ha fatto.
I MIGLIORI ASSASSINI: La storia che dà il titolo all'antologia.
Il titolo in inglese è voluto dall'autore per ricordare il film da cui ha mutuato il titolo di questo racconto. Storia alla Blade runner, si direbbe...
Quando ricevemmo il racconto la descrizione delle armi e l'accenno alle brigate rosse ci ha lasciati di ghiaccio e un poco intimoriti. Ma leggendolo si capisce come tutto questo abbia il lodevole scopo di far risaltare l'inutilità della violenza.
Storia serrata (forse troppo) dove però la profondità narrativa è quale non l'abbiamo mai vista in questa ancora acerba esperienza redazionale, i riferimenti ci sono, la complessità pure. Un'opera organica che intrattiene ed impensierisce anche se si sa come leggerla, presenta ancora sbavature rispetto al nostro ideale di racconto, ma ci è molto vicino.
NON ANDARTENE DOCILE IN QUELLA BUONA: Non è il racconto preferito di Garavini.
A noi piace perché è completo, più rifinito del precedente. Non è troppo originale, ma il solo fatto di essere ambientato a Forlì, con personaggi usuali e macchiette paesane fa capire che l'autore ci ha pensato ed ha introdotto elementi di distinzione dal filone.
99/44 100% MORTE: È uno scherzo nato fra Garavini ed il curatore (sapete chi è G.P.) ma nonostante questo diverte, ed era ora che qualcuno ci facesse ridere.
Distende i nervi… ma ad un certo punto non si riderà… Vi lascio la sorpresa…
È' comunque un buon racconto per piglio e fantasia, anche se certe battute possono sembrare scontate vi fanno ridere ugualmente.
In generale si tratta di racconti che ognuno può scrivere; tuttavia Garavini l'ha fatto, mentre molti altri o non hanno tempo o non ci hanno pensato, comunque non l'hanno fatto.
Non eleveremo agli altari questo autore, ma pensiamo che sia cosa buona e giusta promuoverlo, metterlo in mostra. Oggettivamente non potete dire che i suoi racconti sono meno che decenti … MA FATEVI SENTIRE ANCHE SE NON LA PENSATE COSÌ; Bruno deve sapere contro chi scagliare le sue torme di lupi mannari.
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