Cinema: Previews
di Roberto D'Onofrio
Da Londra il nostro inviato
Se date un'occhiata al barometro vi accorgerete di quanto in fretta l'estate sta varcando la porta, e, col caldo la prospettiva di pacchiane vacanze solletica i pensieri dei nostri cari D.C. (niente paura, intendiamo "Distributori Cinematografici"!) che così intravedono la possibilità di sfruttare fino al midollo la distribuzione Inverno-Primaverile, "congelando" (ironia della sorte!) la nuova produzione fino a settembre.
Il risultato del tutto è che dalla fine di maggio in poi vagherete invano per la città alla ricerca di qualche nuovo film, ma tutto quello che troverete sarà, … forse! … qualche produzione di serie "B" in qualche cinema di periferia (se vi capita non perdetele, potrebbe essere l’ultima possibilità di vedere alcune piccole perle mal distribuite!).
Il tutto, non accade qua a Londra, dove il freddo perdurante per tutto l’anno congela i distributori inglesi sul posto di lavoro.
Quello che vi vogliamo offrire qui di seguito è una carrellata di alcuni dei films (ovviamente all'interno del filone S.F./Horror and Fantasy) in distribuzione attualmente in Inghilterra, è probabile che al momento della pubblicazione di questo nostro, alcuni dei films trattati siano già stati distribuiti in Italia, così come è probabile che non vedrete mai, o vedrete con un certo ritardo, le pellicole da noi citate.
In ogni caso, anticipazioni o recensioni, previews o contemporanee, ecco cosa è dato di vedere agli inglesi:
THE BEASTMASTER
Dar, (Marc Singer) a causa della bizzarra natura della sua nascita può comunicare e avere il controllo sugli animali, il nostro, praticamente non sfrutta completamente le sue qualità fino a quando un'orda di guerrieri tetramente vestiti (chiamati Juns) non distrugge il suo villaggio e uccide la sua famiglia nonché il suo cane che prima di morire riesce a trascinarlo ormai privo di sensi fuori della carneficina che avrebbe causato a Dar morte certa, è a questo punto che il nostro comincia a collezionare il suo piccolo esercito di animali che lo seguiranno e aiuteranno per tutta la vicenda. Primo fra tutti una bellissima aquila a cui seguiranno una simpatica coppia di furetti che involontariamente faranno finire il nostro eroe proprio nel mezzo di una palude di sabbie mobili, ultima arrivata in questa trilogia zoologica è Kipling, una stupenda tigre del Bengala che per l'occasione è stata pitturata di nero. Con questo campionario di animali Dar comincia a girovagare per i meravigliosi paesaggi di questo medioevo postmoderno che gli fa da sfondo e nel suo errare incontrerà Seth (John Amos) e Tal (Josh Milrad) insieme alla bellissima schiava Kiri (Tanya Roberts) di cui s'innamorerà perdutamente, il quartetto dopo una serie di avventure fantasmagoriche riuscirà a sgominare i Juns capitanati dal malvagio Maax (Rif Tom) e a riportare sul trono il giovane Tal figlio dell'anziano Zed, deposto ed imprigionato da Maax.
Kiri, liberata dalla schiavitù, convolerà naturalmente in luna di miele con Dar per la felicità ed il sollievo del nutrito pubblico.
Ennesimo film ispirato alla Sword & Sorcery del cimmeriano Conan di R. E. Howard, "The Beastmaster" non aggiunge niente di nuovo ai precedenti: "Conan il Barbaro" e "La Spada a tre Lame" ed anche il giovane Marc Singer nelle vesti di Dar non ha certamente un fisico particolarmente da culturista, come riporta "Starbust": potrebbe essere meglio utilizzato per la pubblicità dell'Eau de Cologne.
A differenza dei precedenti sopracitati, "The Beast master" riesce però dove gli altri falliscono; l'avventura ed il fantasy più nostrano adornano con maestria questa favola certamente indirizzata verso un pubblico giovanile, a dispetto di eroi erculei, qui primeggia la vera "Sword and sorcery" genuina quasi assente in "Conan" di Milius, più riconducibile ad un filone "Sword and Muscles" con un pizzico di Fantasy.
Gli spazi chiusi sono ristretti al minimo a favore di spazi aperti (gli esterni sono girati nella Valley 0f Fire State Park in Nevada e nella Simi Valley in California, Nda) bellissime sono le vedute aeree mostrateci attraverso gli occhi dell'aquila, mentre un lavoro piuttosto arduo si è profilato per il direttore della fotografia: John Alcott (lo ricordiamo in "Barry Lyndon" e in "The Shining" tra gli altri), quando Coscarelli ha deciso di filmare il 90% del film facendo uso unicamente dell'illuminazione naturale torce ad olio e falò, ma il risultato ha dell'incredibile, soprattutto suggestiva è la scena in cui Dar incontra i misteriosi nonché cannibali (assorbono le loro vittime!) uomini pipistrello che poi gli saranno d'aiuto ai fini della sua vittoria sul male. Non è però tutto oro quello che luccica, come si suol dire, e bisogna certo aggiungere che anche "The Beastmaster" ha i suoi lati negativi, primo fra tutti una eccessiva forzatura di certe scene, soprattutto la battaglia finale con i cattivi, la forzatura è tale che assume le dimensioni della farsa e il malvagio Maax raggiunge il comico, il tutto a favore di un finale tra i più classici e sfruttati per il trionfo del bene.
Ciò che ci ha stupito e urtato un poco nel film di Coscarelli è stata una eccessiva violenza nei confronti dei bambini, condita con un pizzico di sadismo, (il sacrificio dei bambini bruciati vivi, il ferimento di Tal... veramente inusuale in questo genere di films diretti principalmente ad un pubblico giovanile, (ma anche ai più maturi, nei confronti dei quali ammiccano maliziosamente le curve perfette di Tanya Roberts (1) concludendo possiamo dire che i 118 minuti di "The Beastmaster" si gustano bene anche se preferivamo il precedente "Fantasmi", parafrasando: "It's Only Sword and Sorcery, but I Like It!
(1) Nata 26 anni fa nel bronx è forse meglio conosciuta per aver rimpiazzato Shelly Hack nelle "Charlie's Angels", la sua prima comparsa la fa nell'originale "Tourist Trap" con Chuck Connors, un film passato inosservato in Italia con il titolo "Puppet". Attualmente è impegnata nella lavorazione di un altro film nello stile di "Exacalibur" intitolato: “Hearts in Armor" girato in Sicilia con i costumi tessuti da famosi artigiani italiani.
THE EVIL DEAD
Il successo di pellicole come: "Venerdì 13 parte 3" in 3 D, parla chiaramente, stroncato decisamente e a ragion veduta dalla critica, ha avuto invece un eccezionale successo di pubblico (nove milioni di dollari soltanto nella prima settimana di distribuzione in U.S.A.) il tutto dovuto ad un progressivo rimbecillimento dello spettatore che ormai da tempo bombardato da sangue a fiumi, smembramenti da particolari chirurgici, decapitazioni e via di questo passo ha ormai da tempo perso di vista totalmente il filo conduttore nonché la qualità di questo genere di pellicole dozzinali e al solo scopo di lucro, giungendo ad adorare terrorizzato tutto quello che passa i mercato purché le scene sopracitate siano il più realistiche e raccapriccianti possibili.
Orientarsi in questa produzione risulta quindi sempre più difficile anche allo spettatore più cauto, la pubblicità che aveva preceduto "The Evil Dead" (letteralmente: "Il Male morto") faceva presagire un ennesimo seguito di "Friday the 13th" e quindi siamo andati a vederlo con cautela, rimanendone invece favorevolmente impressionati.
Sam Raimi, l'esordiente e giovanissimo regista di questa pellicola. ci ha dimostrato che anche se con una certa difficoltà si può ancora dire qualcosa di nuovo nell'Horror.
La storia in questione involve cinque amici (tre ragazze e due ragazzi) che si recano per quello che dovrebbe essere un normale pic-nic di fine settimana in un isolato chalet nel bel mezzo di una foresta tra le montagne del Tennessee, nella cantina dell'abitazione i nostri trovano un registratore appartenuto alla famiglia che aveva abitato la casa prima di loro, insieme ad un nastro registrato e ad un libro di magia.
L'uomo che aveva precedentemente abitato la casa aveva svolto studi di magia, scoprendo che all'interno della foresta è imprigionata una entità maligna che si impossessa degli esseri umani nutrendoli di istinti cannibalistici, le magiche parole che liberano il maligno sono registrate sul nastro e i ragazzi per gioco le ascoltano liberando così il male. La foresta si anima imprigionando e possedendo sessualmente una delle ragazze che si era avventurata nel bosco, poi la ragazza stessa viene posseduta e si avventa così contro gli amici in un’insaziabile fame di carne, i nostri la rinchiudono così nello scantinato in attesa che la sua furia si calmi, indecisi sul da farsi, poi il male si impossessa a turno anche delle altre due ragazze e così i nostri due eroi si devono confrontare in una serie di estenuanti e feroci combattimenti contro esseri che ormai non hanno più nulla di umano. I mostri anche se abbattuti ritornano sempre in vita e dalla registrazione i nostri vengono a sapere che l'unico modo per distruggerli è lo smembramento del corpo che li ospita. Dalla foresta non c'è modo di fuggire, il ponte che li collegava alla civiltà già pericolante è crollato, in uno degli attacchi anche uno dei nostri soccombe e cosicché il terrorizzato scampato alla carneficina si arma di doppietta accetta e motosega e si prepara a fronteggiare le forze del male, in un finale eccezionale in cui la battaglia del nostro beniamino contro il maligno assume toni di eroismo che niente hanno da invidiare al Clint Eastwood nell'"Uomo nel mirino", il libro di magia viene gettato nel fuoco, e così l'esorcismo si compie mentre l'antico "male" si dissolve cadendo in putrefazione.
Sorge l'alba, l'ultimo sopravvissuto esce all'aperto grondante sangue, sembra finita, ma il male si impossessa anche di lui.
Gli stereotipi sono sempre gli stessi di questo genere, ed il finale stesso è una palese imitazione de: "La notte dei morti Viventi " di G. Romero, ma l’impostazione della vicenda ha toni completamente diversi, un sottile velo di humor nero pervade la pellicola, la violenza non è fine a sé stessa, e lo spettatore anche durante le scene più terrorizzanti viene costantemente scosso dal regista che lo riporta a terra avvertendolo che quello che sta osservando è solo un film, una farsa, assolutamente irreale, l'inumana creatura rinchiusa nello scantinato grida e si dimena e per tutta risposta le viene ordinato il silenzio, uno dei ragazzi sta per morire e l'ultimo superstite tenta di tirargli su il morale ingozzandolo di acqua e rassicurandolo che la settimana prossima andranno tutti a passare un bellissimo week end in campagna, la violenza non è mai diretta esplicitamente verso l'uomo, ad essere smembrato, decapitato, sgozzato è sempre il maligno, lo spettatore si spaventa ma allo stesso tempo ride, dice Raimi del suo film:
"È come al Luna park, la gente si spaventa e ride contemporaneamente, la violenza nei film è pericolosa solo quando viene rappresentata in un modo che potrebbe spingere il pubblico ad imitarla. L'ultima cosa che la gente vuole è imitare quello che accade in "Evil Dead", è troppo distante dalla realtà, troppo ridicolo … ". L'intero film è fatto all'insegna del risparmio e del casalingo, Bruce Campbell, l'attore principale, è anche uno dei produttori della pellicola insieme a Raimi e a Robert Tappert (i tre sono amicissimi e si conoscono fin dai tempi della scuola), gli effetti speciali sono di Tom Sullivan e Bart Pierce, e anche qui il budget è ristretto, ma durante i 90 minuti di pellicola con espedienti semplicissimi gli FX Men hanno realizzato trucchi mirabolanti.
"The Evil Dead" è stato presentato con successo all'ultima edizione del festival del cinema fantasy di Parigi, di lui Stephen King ha detto: "È il più feroce ed originale Horror film dell'anno ... un nero arcobaleno di orrore."
Speriamo ardentemente che ne venga fatta distribuzione in Italia al più presto.
HOUSE OF THE LONG SHADOWS
È il film dell'anno, l'evento unico nella storia del cinema Horror, la pellicola che riunisce per la prima volta assieme quattro attori che sono stati dei pilastri di questa cinematografia: Vincent Price, Christopher Lee, Peter Cushing e John Carradine. Stiamo parlando di "House of the Long Shadows" (La casa delle lunghe ombre) diretto dall'ormai veterano Pete Walker (La casa del peccato mortale, Nero criminale, Chi vive in quella casa, etc…) che dalla metà di giugno è ormai in distribuzione a Londra. Il film è un omaggio tra il serio ed il faceto agli ormai classici canoni gotici della Hammer, filmato interamente in Inghilterra, segna anche un ritorno alla vera patria dell'horror più classico.
La storia prende il via quando lo scrittore americano Kenneth Magee (Desi Arnaz jr.) accetta una scommessa di ventimila dollari con il suo editore Sam Allyson (Richard Todd), Kenneth asserisce che nell'ambiente giusto e con le giuste ispirazioni in ventiquattrore esatte è in grado di scrivere un tipico Horror thriller, un classico nello stile di grandi quali Dostoyevsky.
Per avere la giusta ispirazione Kenneth si sposta a Haldpate Manor una vecchia casa sperduta nella campagna del Galles, l'abitazione dovrebbe essere disabitata da più di trent'anni ma sul posto Kenneth trova una anziana coppia che si spaccia per i guardiani della casa, poi arriva la segretaria di Sami e infine tutti i sopravvissuti della famiglia Grisbane, un tempo possessori di Haldpate Manor, fanno ritorno alla dimora.
Nella sempre più affollata dimora arriva anche Corrigan (Christopher Lee) attuale padrone della casa, per Kenneth diventa impossibile scrivere e si decide così a risolvere il mistero che ha riunito a Haldpate Manor la famiglia Grisbane.
Nella torre della dimora, ancora bambino è stato rinchiusa la pecora nera della famiglia, colpevole di aver messo incinta e poi ucciso una ragazza del villaggio, ora a distanza di più di venti anni ha espiato la sua colpa, è giunto il momento di liberarlo, ma la stanza è vuota, l'assassino è da poco scappato, assetato di vendetta.
Cominciano le prime vittime, è prima la volta della coppia di custodi (in realtà il vecchio Grisbane e sua figlia Victoria), poi tocca a due giovani sposini che avevano chiesto rifugio per la notte, Sebastian Grisbane (Peter Cushing) finisce impiccato, e anche Lionel, fratello di Sebastian, viene ucciso da Corrigan che si rivela essere in realtà il fratello maledetto desideroso di vendicarsi della famiglia (Lionel fu il vero assassino della ragazza). In una violenta colluttazione con Kenneth, Corrigan cade dalle scale e muore con (ironia della sorte) una alabarda nel petto, sembra finita, ma ad uno a uno tutti i presunti morti fanno la loro apparizione, più sani che mai, l'intera vicenda era tutta una macchinazione di Sam, l'editore di Kenneth, per impressionarlo; ancora un piccolo colpo di scena stupirà lo spettatore, ma preferiamo lasciarvi il gusto della sorpresa.
House of the Long shadows è un film che merita di essere visto, una chicca nel suo genere, un pastiche delle atmosfere e dei luoghi comuni della Hammer, ed i quattro maestri del terrore sono al meglio delle loro interpretazioni, ogni personaggio viene inserito nella vicenda singolarmente ed i tratti sono definiti con cura.
Vincent Price esalta la sua tipica platealità nella migliore tradizione Corman/Poe, Cushing con una accentuata erre moscia dà un eccezionale phatos al suo personaggio (un vecchio divenuto alcolizzato per la paura), mentre Christopher Lee caratterizza alla perfezione la sofisticata minaccia della sua parte; la regia di Walker non ha una sbavatura.
Ci si chiede solo perché rifare per la quinta volta la trasposizione cinematografica di "Seven Keys to Baldpate" (Earl Derr Higgers 1920) e perché affidare il ruolo principale a Desi Arnas jr. attore pressoché sconosciuto con un accentuato nonché insopportabile accento americano.
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