Recensione di Silvano Drago a "War games"
Ci siamo scontrati con una immensa marea di ragazzini più o meno "grandi", di famiglie e vocianti masnade assortite.
Alla fine abbiamo anche trovato da sedere.
Con queste premesse le cose si mettevano già male. L'inizio incalzante e sostenuto ci aveva già riconciliati col film.
Poi dopo una lunga e melensa parte tipo "Tempo delle mele" finalmente il fulcro della vicenda che è stata tanto riassunta e spiegata in giro che ci risparmiamo l'ennesimo e tedioso riassunto.
Fatto sta che tutto finisce bene come nella migliore tradizione americana con generali e cervelloni si abbracciano felici e contenti alla barba dei Cruise e degli SS20.
Non c'erano nemmeno i soliti effetti speciali. Solo una pubblicità per il personaggio dell'anno di TIME; il PERSONAL.
Comunque sia e con tutti i suoi limiti W.G. è un film senza ignominia (anche se senza lode) che si lascia vedere in virtù di alcune scene di decente suspence. A volte strappa persino qualche sorriso in situazioni marginali.
Tutto il film rimane come già 'detto un ottimo spot pubblicitario sulle possibilità di questi elettrodomestici cresciuti che sono gli Home e personal Computer
A bene vedere sotto l'epidermide paciosa ci sono dei ben chiari (forse semplicistici e per questo un poco sminuiti) ammonimenti circa l’esagerata tendenza a creare megasistemi automatici ultra sensibili e facilmente vulnerabili.
Rimane anche la frase pseudo-pacifista "L’unico modo per vincere è non giocare".
L'archetipo del computer che prende il controllo risale al buon vecchio caro Hall. Il modo (ingenuo) di confonderlo e barare per metterlo di fronte a due ordini contradditori (il tris che non porterà mai alla vittoria).
Certamente gli americani non si saranno divertiti a vedere "Il Giorno Dopo" film per la televisione che riproduce con agghiacciante realismo le conseguenze di un'esplosione nucleare.
Ma War Games non era un film d'impegno, solo un onesto prodotto dell'industria americana del cinema e come tale va visto.
Chi si aspettasse di più rimarrebbe deluso come noi.
Non è che marginalmente S.F.; tra l’altro (non che ci importi) perché dopo tutto si limita a un ben misero gioco speculativo.
Rimane il fatto che siamo in piena rivoluzione elettronica. Le industrie sfornano a getto continuo dispositivi elettronici che fanno il doppio a metà prezzo e quindi oggi un computer al livello di ogni tasca media.
Il gioco di simulazione è ormai un passatempo diffuso e le rapine in banca col personal invece che con la 38 sono già avvenute.
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