Editoriale n. 1 anno 3
di Giampiero Prassi
La dipendenza dai marchingegni elettronici sta rendendo difficile la vita dell'umanità, in questa ricorrenza del 1984 è vieppiù significativo il dramma della spersonalizzazione del logos, della lobotomizzazione operata dai midia ....
ALT Ehm, scusate … veramente non volevo scrivere il pistolotto di cui sopra, è stata la mia macchina da scrivere elettronica che da quando ha conosciuto il calcolatore che ho comprato per Natale ha perso la tes …, pardon la tastiera.
Per cui non sempre un tasto equivale veramente a quello che c’è stampato sopra ... scherzi a parte è veramente abominevole avere una m che si incanta 2 volte su tre e dover chiudere il numero a velocità da Ferrovie delle Stato (altro che F.S.!).
Venendo a noi direi che le cose si mettono bene in quanto ad abbonamenti e a solidarietà … ma per non fare ancora una volta il piagnone andiamo a vedere cosa propone questo numero.
È il numero dei ritorni e degli esordi.
Tornano la Vallorani, D'Onofrio, Garavini, Coletto assenti o poco presenti nei numeri scorsi. Ognuno con collaborazioni interessanti e valide. Esordiscono Bona, Zanicchi, Tinivella, Scarabelli, Valle, Mazzarese. Ma ricordiamoci anche di Verrengia, Nardini, Lorenzano, Cavini, Bonati, Gordini.
E se contate sono 16 nomi (giusto?), direi che non c’è male.
Da annotare particolarmente la nascita di un paio di nuove rubriche; Valle curerà traduzioni da riviste estere e Gordini si è inventato una curiosa e divertente rubrica illustrativa, così anche noi come giornali ben più diffusi (non facciamo nomi!) abbiamo un angolino di satira.
Bonati si presenta in veste inedita di narratore con un lavoretto d'ambiente a mio giudizio valido proprio per l'ambiente che ha saputo creare, non approfittate del fatto che da critico vesta i panni di autore per scannarlo; ho idea che non gli piaccia il (suo) sangue! E ci scusi lui se questo cappello ci siamo dimenticati di anteporlo al suo racconto shiftandolo (accidenti a quel poco di buono di un calcolatore) in sede di editoriale.
Concludo questa concione accennando ad una radicale trasformazione che verrà proposta e discussa in quest'anno.
L'idea è quella di passare gradualmente da una semplice fanzine a un club questo comporta anche una modifica del concetto tradizionale di fanzine-e-basta che è l'attuale dimensione dl T.D.S.
Il bozzetto sarebbe quello di fare un paio di numeri di "Stampo classico" ma di sole 40 pagine e un paio di libri.
I libri ovviamente sarebbero di un 100 pagine.
Uno sarà una antologia di racconti, l'altro un "quaderno" di studi saggistici. Questa formula sostituisce l’attuale, in più se durante l’anno avanza o tempo o soldi o voglia non ci faremmo scrupolo a pubblicare uno al massimo due volumi fuori serie.
Un esempio è quest'anno, 4 numeri standard, APOCALISSE IN 9/8, antologia di Silvio Sosio (già disponibile), un'altra antologia per Natale e forse forse quel famigerato libro su musica e S.F., il tutto entro la fine di febbraio 85 (si spera).
Meditateci su e fatevi vivi, per il 1984 chiaramente la situazione non potrà cambiare. Questa "riforma" si attuerebbe nel 1985.
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