Introduzione a "Apocalisse in 9/8"
di Giampiero Prassi
È lo stesso autore a dire di non voler annoiare con la sua introduzione ai racconti. E invece vi trovate a sorbirvene addirittura due.
Penso che Silvio ci abbia dato con questi racconti un esaudiente panorama del suo modo d'intendere la S.F..
I racconti si situano a diverse "ere" della maturazione dell'autore. Prima di cominciare ricorderei quel "Miranda" che valse a Silvio la vittoria nella prima (e tutt'ora unico) invito alla narrativa di S. F. varato da T.D.S.
Ebbene, al nostro livello amatoriale non ha senso fare delle "rivelazioni" a posteriori dei "trighi della giuria", eppure ritengo sia mia responsabilità dire che il merito della vittoria di quel racconto (e quindi il credito dato alle capacità di Silvio) sta tutta e solamente nei lettori, nella classifica interna della giuria che designò i finalisti il racconto non era ai primi posti.
Io ritergo allora che il giudizio di chi lo ha votato sia stato ben più lungimirante del nostro e del mio in particolare.
Me ne accorgo dopo aver letto questi cinque racconti che sono un compendio ben maggiore di tematiche e di "stili".
Gocce di Verità - che inaugura l'antologia - è precedente a "Miranda" e non ha nulla da invidiare, anzi è senza dubbio molto più rifinito e compiuto in ogni suo dettaglio ed è molto bello da leggere. Questo racconto va abbinato a "Il Dio dell'Albero" come racconti divinamente ironici e nel caso del primo non privi di sottintesi molto più "impegnati".
Dichiaratamente drammatici con un forte "alito" mistico sono "Apocalisse in 9/8" e "Bada al Signore di Fife!". Specialmente il secondo si avvale di richiami alla tradizione drammaturgica più genuina con corollario di una visione mistica e predestinata delle azioni umane, fra malvagità, caso storico e debolezza umana.
Nel racconto che dà il titolo all'antologia il mito è invece quello moderno della nemesi nucleare.
I1 testo è frammentato, ci presenta più eventi collegati in una totale e definitiva caduta degli dei in versione tecnologica. Sulla scia delle recenti inquietudini e angosce nucleari.
Una via di mezzo risulta invece essere "Il salto degli innamorati", racconto che si inserisce nel tema di "Apocalisse ... " anzi, lo segue cronologicamente e che quindi dovrebbe essere parimenti drammatico. In realtà nella struttura di questo racconto non mancano le prese in giro e i passi ironici. In questo racconto si inserisce una nostra interferenza (indebita?) atta a rendere totale lo strattagemma di Silvio che ... Ma lo vedrete, senza bisogno di rovinare la sorpresa a voi lettori ed allo stesso Silvio.
Diamo atto alla genialità dell'idea, veramente notevole e significativa.
Devo dire che più di tanto non mi sento di commentare, è meglio andarsi a leggere i racconti e poi pensarci sopra.
C'è comunque da tener conto del fatto che come la maggioranza di noi (oserei dire la totalità) Silvio non ha il tempo di dedicarsi ad una produzione narrativa di maggiore entità e che oltretutto essendo anche curatore di una fanzine deve dividere il tempo (che è già poco) fra attività personali e il mandare avanti la sua rivista: "La spada Spezzata". Ed io so per esperienza che già solo questa seconda attività impegna quasi tutto il tempo che noi possiamo dedicare alla S.F. In queste condizioni le possibilità di autore vengono certo ridimensionate da intoppi materiali.
È evidente qui che alcuni di voi troveranno delle imperfezioni in alcune delle opere presentate, ma mi sembra che in questo caso le imperfezioni (che pure ci sono) nulla tolgano alla grande inventiva ed allo spaziare (e SAPER spaziare) in più argomenti che sono le caratteristiche migliori e più importanti di Silvio come narratore.
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