Star trek
INTRODUZIONE AL VIDEO
È stato detto che la televisione è il più potente dei media, e, sfortunatamente dobbiamo riconoscere l’estrema verità di questa affermazione, nata come strumento di informazione sotto forma di occhio sul mondo si è poi trasformata in brevissimo tempo in arma socio-politico-culturale che avvolge, mistifica e affascina le nostre menti di spettatori passivi.
La tecnologia stessa dell'apparecchio televisivo si è evoluta a livelli incredibili e la mutazione da scatola quadrata ripiena di valvoloni a computer sofisticatissimo munito di telecomando è stata rapida ed efficace, gli effetti dannosi di questo progresso saranno forse quelli presentatici da pellicole come "Videodrome" di D. Cronenberg o forse quelli di "Poltergeist" di Tobe Hooper, questo non possiamo ancora saperlo e non è certamente nostra intenzione proporvi in queste pagine una ennesima critica del mezzo televisivo, argomento su cui già sono stati versati fiumi di inchiostro, quello che vorremmo è invece focalizzare la vostra attenzione sulle serie televisive.
Sembra incoerente ma è invece vero, notare quanto poco sia stato scritto in Italia su questo argomento, nonostante il serial televisivo sia lo spettacolo di maggior consumo dello spettatore italiano. Esulando dalla fantascienza, lungi da noi il voler esprimere giudizi in proposito, anche di serie famose come: "Dallas", "Dinasty" o "Flamingo Road" poco si sa se non frammentarie e civettuole notizie sugli attori protagonisti.
Riflettendo sul pressappochismo delle informazioni finora lette in Italia sull'argomento è maturata in noi l'idea di colmare almeno in parte questo vuoto, era ovvio che di uno strumento come la televisione si interessasse anche il mondo della science-fiction e altrettanto ovviamente vedessero la luce serial televisivi di fantascienza, proprio di questi vorremmo iniziare a trattare in questa sede.
Senza alcuna presunzione di completezza abbiamo focalizzato la nostra attenzione sopra un’unica serie cercando di fare del nostro meglio per trattarla nel modo più esauriente possibile, se il nostro lavoro riscuoterà i vostri consensi continueremo nella nostra, ricerca e vi presenteremo di volta in volta altre serie televisive.
Dopo pensose e dubbiose ricerche la nostra scelta è caduta su quello che è considerata, con tutta la nostra approvazione, la miglior serie televisiva mai realizzata nell'ambito della S.F., "Star Trek", abbiamo analizzato i suoi svariati aspetti nonché rivisto più volte i numerosi episodi ed è con orgoglio che vi presentiamo quello che con tutta probabilità è il saggio più esauriente e corposo mai pubblicato in Italia su questo famoso serial.
Dove è stato possibile abbiamo inserito tra parentesi i titoli italiani degli episodi citati, facilitando così al lettore il rintracciamento televisivo e l'eventuale collegamento con il testo, dobbiamo confessare che questo lavoro è stato faticoso e snervante ma speriamo almeno di aver catalizzato la vostra attenzione e di esservi stati di aiuto.
STAR TREK: IL SERIAL
A differenza di un film, che racconta una storia in due ore, una serie televisiva ve ne può raccontare a decine in altrettante ore di spettacolo.
Un film di grande successo può anche avere un seguito in un lasso di tempo che va da uno a tre anni, ma una serie televisiva ha un seguito ogni settimana e spesso ogni giorno. Il segreto di ogni buon serial sta nella facoltà di non annoiare lo spettatore, obiettivo pienamente raggiunto dalla serie che andremo ora a presentare.
78 episodi trasmessi in più di cinquanta paesi, 30 conventions annuali, 431 fan-clubs più modellini, figurine, posters, giochi di società (ed aggiungiamo un gioco di simulazione per calcolatori - ndr), ed altro ancora, ecco un breve compendio delle "conseguenze", se così si possono chiamare, di un serial televisivo dal rispettabile nome di: "Star' Trek", giudicata anche dai critici più esigenti come una delle migliori, se non la migliore in assoluto, serie televisiva di fantascienza.
Ma la fenomenologia di Star Trek ha avuto alle sue origini molte controversie nonché un duro travaglio storico, ma procediamo con ordine:
Gene Roddenberry, colui che in seguito sarebbe diventato l'ideatore e produttore della fortunata serie, era, agli inizi della sua carriera un pilota della "PAN-AMERICAN", in seguito entrò come ufficiale nella polizia di Los Angeles dove lavorò per nove anni, nel '49 lasciò definitivamente la polizia per dedicarsi a tutt'altro lavoro, venne infatti ingaggiato come sceneggiatore da una TV di Los Angeles.
Notevolmente influenzato dalle sue precedenti occupazioni, collabora alla sceneggiatura di serial televisivi come: "Highway patrol" e "Mr. District Attorney", ma il suo primo lavoro di SF fu: "The secret defense of 117" (‘52) per la regia di Chevron Theater, il film non ebbe un grosso successo commerciale e Roddenberry ritorna alle serie televisive prestando la sua opera per: "West point" e "Have gun, will travel".
Finalmente dal '63 produce il suo primo serial intitolato: "The Lieutenant", è in questo periodo che comincia ad assaporare l'idea di creare una serie di fantascienza per il piccolo schermo diversa da quelle allora proposte, ma, come ad altri prima di lui si vede sbattere la porta in faccia dai produttori. "Troppo costoso, troppo intellettuale" gli viene replicato dai direttori delle case cinematografiche americane, finalmente, viste le sue continue insistenze la NBC gli commissiona un episodio Pilota (tramite questo tipo di episodi, generalmente mai distribuiti per il pubblico, i produttori vagliano le nuove proposte) che dovrà decidere della sorte del progetto.
Nasce così "The cage", inserito poi nel serial con il titolo: "The Menagerie", la lavorazione inizia il 12 dicembre 1964 ed in soli 12 giorni è completata. Presentato ai pezzi grossi della NBC non riscote però giudizi dei migliori, è troppo intellettuale, manca l'azione e inoltre il budget utilizzato è troppo elevato, ciò nonostante impressiona la NBC che prende tempo per riflettere e nel frattempo commissiona un secondo "pilota" a Roddenberry.
Quello che ne risulta è "Where no Man Has Gone Before", terminato nel gennaio '66 e con una cifra di poco superiore ai 300.000 dollari, ha questa volta tutte le carte in regola per la NBC, anche la cifra utilizzata è ottimale e, finalmente, viene dato il nulla osta alla nuova serie, nasce così "Star Trek" (in Italia verrà aggiunto il sottotitolo: "Destinazione Cosmo").
Il soggetto che dà il via al serial è presto detto: siamo nel ventitreesimo secolo, l'uomo ha praticamente raggiuto ogni parte dell'Universo conosciuto scoprendo nuove civiltà con cui ormai da centinaia di anni mantiene pacifici rapporti di scambio commerciale e culturale, sulla Terra è già scoppiata la terza guerra mondiale, ma l'uomo ha saputo mettervi fine e creare una unica immensa nazione pacifica, in seguito a ciò si è costituita la "Federazione stellare" che riunisce in sé le varie razze dell'universo, ed in seno ad essa la "Starfleet", organizzazione paramilitare con il compito di mantenere la pace all'interno della federazione e anche sui confini con gli Imperi limitrofi dei Klingons, furbi ed aggressivi predatori, discepoli della legge del più forte, e dei Romulani, lontani discendenti dei Vulcaniani, con un alto senso dell'onore e ordinati in una società/impero di tipo spartano.
Della "Starfleet", fa parte la "Enterprise", una immensa astronave terrestre il cui compito è quello di esplorare il cosmo alla ricerca di nuove forme di vita con cui instaurare pacifici ed amichevoli contatti.
Saranno proprio i viaggi dell'Enterprise a fare da denominatore comune all’intera serie televisiva.
Tra i personaggi che appaiono regolarmente a bordo dell'astronave (per i più pignoli aggiungeremo che l'intero equipaggio è composto da 430 persone) vi sono: il capitano James T. Kirk (William Shatner), l'ingegnere addetto alla sala macchine Scott (James Doohan), il dottor Leonard "Bones" McCoy (Deforest Kelley), il vulcaniano Signor Spock (Leonard Nimoy), l'addetto alle telecomunicazioni luogotente Sulu (George Takei), l'infermiera Christine Chapel (Majel Barret) e l'ufficiale di rotta Chekov (Walter Koenig) Dell'assestamento di questi caratteri e di alcuni piccoli cambiamenti ne andremo a parlare ora più dettagliatamente.
Nel primo episodio pilota non compare il capitano Kirk, ma bensì il capitano Pike interpretato da Jeffrey Hunter, Hunter non è però disponibile per il secondo "pilota" ed è così che Roddenberry lo sostituisce con il giovane attore di teatro William Shatner (1) che già aveva lavorato per lui nella già citata serie "The Lieutenant".
Come Kirk, anche McCoy, Scott e Sulu non sono presenti in "The Cage", DeForest Kelley (McCoy) farà la sua comparsa da quello che viene proiettato come il primo episodio di Star Trek: "The Men Trap"(Trappola umana) ma che è in realtà il terzo.
McCoy è fondamentalmente la "Coscienza" di Kirk, umanista, specializzato in psicologia, come ci viene rivelato in "Court Martial" (Corte Marziale), rivela un simpatico senso dell'umorismo e la sua capacità di esprimere chiaramente le sue emozioni lo mette spesso in contrapposizione a Spock.
È curioso ricordare che Kelley, ormai un veterano della TV americana, ha quasi sempre interpretato in precedenza il ruolo del cattivo di turno.
Come abbiamo già detto, Scott e Sulu fanno la loro comparsa nel second episodio, Scott, o più familiarmente "Scotty" è l'ingegnere della sala macchine dell'Enterprise a cui spesso viene chiesto l'impossibile da parte di Kirk, di origine scozzese (lo vediamo con il gonnellino tipico in: "The Savage Curtain" (Sfida all'ultimo sangue) e dal carattere bonario, Scott è un instancabile bevitore di whisky, di cui possiede ampie riserve a bordo, il suo ruolo è stato affidato a James Doohan, un altro veterano della TV americana che ha tra l'altro preso parte a serie televisive come: "Gumsmoke", "Bonanza" e "Peyton Place", il suo talento di imitatore venne ampiamente sfruttato da Roddenberry e soci che gli affidarono spesso le voci di svariati extraterrestri.
Sulu è invece sempre presente nella sala di comando ed è l'ufficiale addetto agli armamenti, è un asiatico ormai da tempo americanizzato e conserva ben poco del fascino e della tradizione orientale, il suo volto è quello di George Takei, un attore semi sconosciuto che divenne famoso proprio grazie a Star Trek. È curioso ricordare come nell'episodio "The Naked Time" (Al di là del tempo), Sulu, vittima di uno strano virus creda di essere D'Artagnan, ovvero la parte che nella vita reale George Takei avrebbe sempre voluto interpretare.
Ma veniamo ora al personaggio più simpatico ed allo stesso tempo più enigmatico dell'intera serie: il Signor Spock. Spock, primo ufficiale dell'Enterprise, è l'incarnazione della logica pura e dell'intelligenza.
È un ibrido di madre terrestre e di padre vulcaniano, i genitori ci vengono presentati nell'episodio: "Journey to Babel" (Viaggio a Babele), il sangue di Spock è verde e freddo e la sua emoglobina si basa sul rame anziché sul ferro, analogamente tutti i suoi organi vitali sono in posizioni completamente diverse da quelle umane.
Il suo pianeta di origine è Vulcano, i cui abitanti per sopravvivere alle guerre civili che imperversavano sul pianeta hanno da tempo imparato a sopprimere e dominare le proprie emozioni per sostituirle con la logica più rigorosa. Questa sua caratteristica lo mette spesso in antagonismo con gli altri membri dell'equipaggio, in special modo con McCoy, e a Kirk spetta sempre il compito di calmare i bollenti spiriti. L'origine per metà terrestre di Spock gli crea non pochi problemi nel reprimere le emozioni, ne nasce così un personaggio che sviluppa si un humor ed un sarcasmo tutto suo, ma anche una personalità a tratti tragica e problematica che emerge in episodi come il già citato "The Naked Time" o come nel più famoso "Amok Time" (Il duello) dove Spock entra nel periodo del "Pon Far", quella che si potrebbe definire la stagione degli amori dei vulcaniani, Spock subisce un profondo trauma interiore e deve far ritorno su Vulcano (di cui ci viene mostrato solamente il tempio che ricorda una versione ridotta di quello di Stonehenge) per unirsi in matrimonio con la sua promessa sposa: T'Pring (Arlene Martel).
L'innamoramento di Spock avviene diverse altre volte durante il serial, ma è sempre dovuto a cause esterne, come in: "This side of Paradise" (Al di là del Paradiso) dove il vulcaniano è vittima di alcune spore extraterrestri che lo faranno innamorare per la prima volta, o come in "All Our Yesterday" (Un Tuffo nel Passato) in cui sarà il freddo intenso a creargli uno scompenso tale da farlo nuovamente innamorare.
È curioso ricordare che il personaggio di Spock venne inizialmente scartato dalla NBC dopo la versione di "The Cage" perché, probabilmente a causa delle sue orecchie a punta, venne giudicato di aspetto troppo satanico, Roddenberry eliminò in sua vece il personaggio di "Number One" (Maljel Barret) personaggio femminile apparso solo in "The cage" e in "The Menagerie" (L'ammutinamento) dove come abbiamo già detto viene riutilizzato l'episodio di "The Cage" inserito in un contesto tale da rendere plausibile la varietà dei personaggi, l'estrema lunghezza del tutto, sostanzialmente 2 storie unite assieme, costrinse la NBC a creare l'unico episodio dell'universo Trekkiaro diviso in 2 parti.
La scelta di Roddenberry diede immediatamente i suoi frutti perché Spock in seguito si rivelò essere colui che riscosse maggior simpatia e grande successo di pubblico, già dal quarto episodio della serie Nimoy ricevette migliaia di lettere alla settimana da parte dei suoi ammiratori, e per non correre il rischio di venir troppo spesso identificato con il personaggio da lui interpretato (cosa che è invece accaduta), pubblicò una curiosa autobiografia dal titolo "I am not Spock" (Non sono Spock) per definire meglio di fronte ai suoi fans le differenze tra Spock e la sua vita privata.
Il successo del personaggio di Spock va principalmente a Leonard Nimoy (2) un interprete di talento le cui origini artistiche risalgono al teatro del più raffinato, e le cui innegabili doti lo imposero all'attenzione pubblica persino a Broadway.
Il trio McCoy, Kirk, Spock è un po' il perno principale su cui ruotarono poi gli altri personaggi e le avventure di Star Trek, i tre, pur nel loro contesto fantastico in definitiva non sono poi altro che i tipici compagnoni già visti molte altre volte in numerose produzioni televisive americane soprattutto di ambientazione Western (il capitano, il cow-boy e la guida indiana).
Secondo una tipica produzione di stampo americano, in ogni film o telefilm di avventura che si rispetti ogni spettatore deve avere un personaggio in cui identificarsi, in cui identificare le proprie ambizioni e la propria indole, diversa quindi da persona a persona, è proprio in questo modo che riusciamo ad immedesimarci più a fondo nel narrato provando emozioni più profonde.
La teoria americana, nata intorno agli anni '50 ha funzionato e dobbiamo ammetterlo funziona tuttora anche in moltissimi prodotti più specificatamente europei, aggiungeremo solo chiarendo che i nostri alter-ego cinematografici ci sono familiari spesso perché li abbiamo visti in altri films e non tanto perché li vediamo nella vita reale.
Tornando a Star Trek, Spock, McCoy e Kirk sono i tre caratteri principali in cui si può scindere la sfera dei comportamenti umani: McCoy e Spock sono l'emozione e la logica, mentre Kirk ha la qualità che è tipica di un comandante: la decisione, il capitano Kirk quindi è come se ogni volta si consultasse con due parti ben distinte della sua stessa personalità, poi, valuta con precisione ogni situazione e decide con soluzioni che per ovvi motivi si rivelano sempre esatte e sensate.
Concludiamo il quadro dello staff dell'Enterprise parlando ancora brevemente di altri due interpreti fissi del serial, e cioè: l'infermiera Christine Chapel ed il luogotenente Uhura.
Chapel è interpretata da Majel Barret che in "The Cage" aveva il ruolo di Number One, vista la soppressione della sua parte le si assegnò il ruolo dell'infermiera assistente di McCoy, segretamente innamorata di Spock, è curioso ricordare come nella vita reale Majel Barret sia diventata la moglie di Roddenberry. Venendo invece a Uhura, diremo di lei che è una bellissima negretta Swahili, addetta alle comunicazioni, ha il volto della bravissima cantante Nichelle Nichols, e spesso, durante la prima stagione del serial le venne data l'occasione di dimostrare le sue doti canore.
Scendendo ancora più nei particolari diremo che nell'equipaggio dell'Enterprise, ma solo durante la prima stagione, troviamo il sottufficiale Janice Rand, la giovane attrice Grace Lee Whitney. Dalla seconda stagione, e più precisamente da "Amok Time" un nuovo ufficiale andrà ad aggiungersi a quelli già familiari: l'ufficiale di rotta Chekov, e proprio su Chekov è di dovere aprire una parentesi.
Il personaggio del russo Chekov venne creato per attirare l’attenzione di pubblico più giovane, come tutti quelli della sua età ha foga ed impetuosità da vendere, in "Who Mourns for Adonais" (Dominati da Apollo) ci viene detto che ha 22 ami, ed il suo aspetto non è dei più esaltanti, anzi, è quasi ridicolo, ha i capelli a caschetto e sembra un paggio di carte, fortunatamente il taglio dei capelli verrà modificato in fretta in uno più consono al suo ruolo.
Chekov è impersonato da Walter Koenig, un altro attore semisconosciuto ma che diede molto rilievo alla sua parte, Chekov è intraprendente e spesso un po' insubordinato, ma ha tutte le carte in regola per diventare un futuro Kirk.
Prima di abbandonare questo personaggio vi riveleremo qualcosa di molto interessante, e cioè che un altro dei motivi della comparsa di Chekov è dovuto ai russi; i quali non si fecero scappare l'occasione di criticare ancora una volta la vecchia America, e, con un piccante articolo sulla "Pravda" accusarono la produzione della mancanza di russi nell'equipaggio dell'Enterprise (3), questa cosa apparentemente sciocca dimostra la reale importanza data a Star Trek, una importanza addirittura velatamente politica, inoltre prova che il serial venne programmato anche nel lontano oriente, ma di questo parleremo più avanti.
Al di sopra di tutto Star Trek crea un suo universo di una coerenza mai riscontrata in altre produzioni televisive del periodo, e aggiungiamo: odierne, tutto ha una sembianza di realtà incredibile, le armi, i Phasers, i motori fotonici od il famoso tricorder (una specie di detector portatile) sono realizzati con una semplicità incredibile, pochi pezzi di plastica e ferro uniti insieme, ma hanno una verosimiglianza stupefacente, il trucco usato fu quello di non fornire mai spiegazioni troppo. particolareggiate sul loro funzionamento, ci sono perché sono strumenti costruiti da tempo e ormai in uso così come per noi è quotidiano e assolutamente normale usare un telecomando televisivo, pochi di noi hanno un’idea precisa del come funzioni esattamente, ma ciò nonostante lo usiamo senza alcun problema, lo stesso è per gli strumenti dell'Enterprise, ci sono perché normali per la tecnologia del ventitreesimo secolo, non venendoci fornite troppe spiegazioni si evita anche il pericolo di darne di troppo sciocche od addirittura impossibili, ed è così che tutto ci appare estremamente reale.
Anche per la storia precedente i viaggi dell'Enterprise e per il microcosmo che la circonda venne usato un metodo simile, apprendiamo che gli avvenimenti storici antecedenti e le correlazioni con il presente solo poco per volta, un piccolo frammento ci viene fornito episodio per episodio, non ci viene spiegato tutto in fretta e furia, anzi si ha una idea del tutto solo alla fine della prima stagione di episodi, ed è così che la storia acquista coerenza, ed è giusto, immaginate per un attimo, come per magia di avere la possibilità di vedere cosa accade nel ventitreesimo secolo sopra una astronave, non di essere presenti ma di avere solo la percezione visiva, noterete che i personaggi che vedrete non si comporteranno come se ci fosse un visitatore a cui insegnare tutto, ma si comporteranno con naturalezza e familiarità con quella che è la loro tecnologia, non si dilungheranno a spiegarsi tra di loro il funzionamento di strumenti con cui lavorano quotidianamente, ma una nostra prolungata visone ci farà cogliere piccoli particolari che lentamente darà forma, nella nostra mente, a quella che è la realtà del periodo, e questo è proprio quello che accade con Star Trek.
È con queste premesse e con i risultati poi ottenuti che si può considerare Star Trek come la prima vera serie televisiva di SF per adulti, nel serial si possono riscontrare tutte le caratteristiche della vera Space-Opera, con almeno 15 anni di anticipo su opere come "Star wars", gli elementi ci sono tutti: Federazioni, Imperi Galattici, Battaglie Spaziali, Alieni, Esplorazione di nuovi mondi etc ...
Possiamo affermare che Star Trek fu il primo serial che contribuì in modo sostanziale ad elevare la fantascienza dal ghetto in cui si trovava, mostrando che essa poteva essere anche intelligente oltre che divertente.
Il successo raggiunto fu un traguardo ulteriormente difficile se si aggiunge che sull' intera produzione gravava l'obbligo del risparmio che, indirettamente, stimolò le menti degli ideatori a fornire una lunga serie di geniali trovate, si evitò ad esempio di far finire L'Enterprise su pianeti simili a quella che doveva essere la Terra del ventitreesimo secolo o sulla Terra stessa; perché la loro realizzazione sarebbe stata troppo costosa, era invece molto più facile dover dipendere da una fauna di tipo alieno, sempre per economia non si mostrò immediatamente tutti i locali dell'Enterprise e vi si poté spostare l'azione in successivi episodi senza provocare cali di interesse nello spettatore.
Per eliminare l'inconveniente di dover rappresentare le scene d’atterraggio sui numerosi pianeti che l'Enterprise incontra nel suo peregrinare per l’'universo, oltre allo strattagemma delle navette spaziali, si concepì l'idea di una astronave troppo grande per essere in grado di atterrare su di un pianeta e si inserì l'uso del teletrasporto che, oltre alla semplicità di realizzazione (l'attore veniva progressivamente confuso con sagome di alluminio disperse in un forte raggio luminoso fino alla totale scomparsa-comparsa) univa il vantaggio di evitare tempi morti, un vero problema furono poi le orecchie di Spock per le quali il truccatore (Fred Phillips) impiegava ogni volta più di un'ora di lavoro. Un paio di colpi fortunati Roddenberry li ebbe assicurandosi la collaborazione del fisico Harvey Lynn e di alcuni membri della NASA che diventarono i consulenti tecnici dell'intera serie e provvidero a correggere eventuali errori scientifici, l'accuratezza ottenuta fu tale che la Marina americana si interessò agli schizzi usati per la realizzazione dell'hangar di atterraggio dell'Enterprise mentre le autorità mediche si interessarono ai lettini usati per le diagnosi dal dottor McCoy. Gli effetti speciali eccelsero particolarmente solo in pochi episodi, tra questi vogliamo ricordare: "The Immunity Syndrone" (Una Galassia in pericolo) e "The Tholian Web" (La Ragnatela Thaliana) in cui l'apporto dello specialista Van Der Veer fu determinante.
Il merito più cospicuo che contribuì a fare di Star Trek un fenomeno sociologico di grande importanza va poi imputato alla collaborazione di scrittori, sceneggiatori e personalità di grosso calibro ed allo stesso Roddenberry che fu creatore, produttore e co-sceneggiatore dei primi 28 episodi della prima stagione del serial ('66-'67).
Harlan Ellison collabora scrivendo "The City on the Edge of Forever" (Uccidere per amore), dove assistiamo alle disavventure di Kirk e Spock che per recuperare McCoy trasportato indietro nel tempo dal misterioso Guardiano e per ricostruire il loro presente, sono costretti a lasciar morire una donna non avvisandola di una automobile che sta per investirla.
Il terna è tipicamente ellisoniano: la morte di un solo innocente per la sopravvivenza di milioni di altri; Richard Matheson dà il suo apporto con il soggetto di "The Enemy Within" (Il duplicato) dove sviluppa ancora una volta il tema della doppia identità Jekyll-Hyde (a causa di un mal funzionamento nel teletrasporto si materializzano due Kirk), Norman Spinrad dà il meglio di sé lavorando alla sceneggiatura di "The Doomsday Machine" (La Macchina del Giudizio Universale) dove abilmente riesce a trasporre il mito di Moby Dick nello spazio.
Anche Theodore Sturgeon fornisce i suoi scritti con "Shore Leave" (Licenza di Sbarco) ed il già citato "Amok Time", ugual cosa avviene per Robert Bloch che pur nel contesto fantascientifico non rinuncia a metter un pizzico di orrore tra i personaggi dell’Enterprise e così in "Wolf in the Fold" (Fantasmi del passate) fa la sua comparsa lo spirito di Jack lo squartatore mentre in "What Are Little Girls Madeof " (Gli androidi del Dottor Korby) una razza di androidi assassini mira ad impossessarsi dell'Universo, ma l'episodio più bello fornito da Bloch alla serie è certamente "Catspaw" (Il Gatto Nero), qui in un castello degno di Dracula l'equipaggio dell'Enterprise deve far fronte ad una coppia di maghi che si rivelano poi essere due inviati di una razza extragalattica, la fredda tecnologia del XXIII° secolo con un tocco di classe è perfettamente inserita nell'atmosfera magico-onirica dell'ambiente gotico.
Tra gli episodi più rigorosamente scientifici vorremmo ricordare ancora: "The Alternative Factor" (L'alternativa) diretto da Gerd Oswald su un soggetto di Don Ingalls, in cui viene sviluppato il tema dei burchi neri (una porta tra due universi) in un modo veramente stupefacente per gli anni '60.
Ovviamente non tutti gli episodi furono delle perle e anche qualcosa di estremamente brutto fece capolino tra le avventure di Star Trek, momenti come: "Elaan of Troyius" (Elena di Troia), "The Way to Eden" (Viaggio Verso Eden) o: "The Conscience of The King" (La Magnificenza del Re) sono da lasciare nel dimenticatoio. Nonostante l'episodio sia quanto di più sterile la serie abbia sfornato, vorremmo ricordare: "Requiem.for Mathuselah" (Requiem per Matusalemme) a causa di un elemento curioso: la breve comparsa di un androide (Rayna 16) simile in tutto e per tutto a Ilia (Persis Khambatta) vista in "Star Trek, il film".
È curioso notare come nell'universo di Star Trek non siano mai apparsi personaggi particolarmente noti al grande pubblico (4) e quanto invece sia stata la serie a rendere famosi i suoi personaggi, non stupisca poi lo scoprire quanto a fondo l’odierna cinematografia fantastica abbia attinto alle trovate di Roddenberry & Co. (l'idea della società aliena che comunica con note musicali e suoni di "Incontri Ravvicinati" era già stata utilizzata da Star Trek in: "The Paradise Syndrome" (Il Paradiso Perduto).
Tornando alle avventure dell'Enterprise, vorremmo puntualizzare un aspetto abbastanza inusuale per una serie di S.F. così spiccatamente adulta: l'aver pervaso l’intera produzione di una sottile vena ironica, elemento questo che ha notevolmente asservito al compito di rendere più abbordabili anche le storie più ispirate e di sopperire alla casuale mancanza di idee fresche con la spiccata simpatia ed il caratteristico umorismo dei protagonisti.
Tra gli episodi orientati da questa vena particolarmente umoristica riportiamo: "A Piece of The Action" (Chicago anni '20) dove Kirk e soci saranno contesi da due rivali barde di gangsters su un pianeta dove la civiltà è modellata ad immagine di quella dei gangsters americani degli anni '20, citiamo inoltre il simpatico "The Trouble With Tribbles" (Animaletti Pericolosi) in cui L'Enterprise è invasa da centinaia di animaletti pelosi (i Triboli) totalmente innocui ma con la caratteristica di riprodursi ad un ritmo impressionante, lo script è del prolifico David Gerrold.
Per ultimo ricordiamo un fatto unico nella storia dell'Enterprise: la comparsa in ben due episodi dello stesso avversario di Kirk, Harry Fenton Mudd.
Mudd (Rogers C. Carmel) è un simpatico e grasso contrabbandiere e scorrazza per L'Universo alla ricerca di persone da gabbare a suo unico profitto, pasticcione e bugiardo, e, fin dal primo istante una evidente parodia di delinquente pressoché innocuo.
La sua prima comparsa la fa in "Mudd's Women" (Il Filtro di Venere) uno degli episodi della prima stagione, il successo di pubblico è tale che nella seconda stagione viene ripescato per apparire ancora in "I, Mudd" (Io Mudd), come è ovvio per lui finirà male in entrambi i casi, ma le sue gags, l’ossessione della propria moglie e la tendenza a circondarsi di belle donne lasceranno un vivido ricordo nelle menti degli spettatori.
Avviandoci verso il termine di questa lunga serie di citazioni e richiami, vorremmo ancora ricordare "Assignement: Earth" (Missione Terra), nell'episodio, diretto da Marc Daniels, venne profusa una enorme quantità di idee insieme ad un budget superiore alla media in quanto venne concepito come il "pilota" di una nuova serie che però non venne mai realizzata.
La storia è quella di Gary Seven (Robert Lansing) un appartenente ad una razza di origine terrestre, la sua vita s'intersecherà con quella di Kirk e compagni allorché L'Enterprise farà ritorno al XX° secolo grazie ad un sistema di ipervelocità, insieme a loro si andrà ad aggiungere la simpatica Roberta (Terri Garr), una segretaria dall'aria falsamente ingenua, il gruppo anche se non perfettamente omogeneo riuscirà a sventare una guerra mondiale.
La nuova serie avrebbe dovuto avere come denominatore comune le avventure di Gary Seven e Roberta mentre si adopravano per sventare altre successive minacce alla Terra.
Avvicinandoci alla fine si questo saggio andremo a toccare un tasto già precedentemente sfiorato in questo scritto: l'importanza politica di cui viene investita l'Enterprise.
L'accusa più ricorrente che infatti viene mossa a Star Trek fu quella di aver marcatamente unito L’Enterprise al simbolo di missionaria portatrice di una cultura che in definitiva si rivela essere "The American Way of Life", a questo proposito uno degli sceneggiatori, David Gerrold, ebbe a dire: "Nel '66, quando Star Trek fece la sua comparsa sui nostri schermi televisivi, Lyndon Johnson era Presidente degli Stati Uniti, e la guerra del Vietnam poneva il problema di sapere se gli USA dovevano essere o no la "polizia" del pianeta. La risposta di Star Trek fu che noi lo dovevamo essere, l'Enterprise giocava il ruolo di polizia della galassia, per ovvie correlazioni Star Trek avvallava e giustificava la politica di ingerenza americana sulle altre culture … "
Questo atteggiamento è messo particolarmente in risalto in episodi come: "Let That be Your last Battlefield" (Sia questa l'Ultima Battaglia) dove due extraterrestri, un ribelle in fuga ed un commissario alla sua caccia, trasformano l'Enterprise nel loro privato campo di battaglia, continuando una fanatica e sanguinosa guerra razziale che dura ormai da più di 50.000 anni.
Nell'episodio si delimita marcatamente l'Enterprise come simbolo di una società perfetta, il parallelo Confederazione Stellare = America è evidente, così come all'interno della Federazione c'è pace, uguaglianza e benessere, al di fuori c'è guerra, sofferenze, oppressori ed oppressi, Spock stesso sottolinea che anche i vulcaniani sono cambiati per raggiugere il benessere e conclude dicendo: "… Il cambiamento è un processo fondamentale della vita." In "The Omega Glory" (Le Parole Sacre) sul pianeta Omega fanno addirittura la loro comparsa due razze in guerra che altri non sono se non i comunisti e gli yankee e la frecciata diretta ai russi si fa pesante quando in presenza di una sgualcita bandiera degli Stati Uniti vengono lette le prime righe della Costituzione Americana (sono appunto quelle le parole sacre a cui fa riferimento il titolo italiano), in "The Empath" poi (Il Diritto di Sopravvivere) si indica la civiltà rappresentata da Kirk e soci come degna di esistere proprio per le sue qualità.
Ma al di là di queste sottili considerazioni l'Enterprise insieme al suo equipaggio si battono per l'affermazione di ideali di pace, coraggio, onore, amicizia ed eroismo, sono sinceri portatori di valori universali che non possono ricondurre unicamente alla cultura statunitense, la politica della "non interferenza" nelle altre culture spiccatamente sottolineata in ogni episodio non depone certamente a favore della politica d’ingerenza a cui alludeva Gerrold, dal canto nostro vediamo L’Enterprise non tanto come una polizia della spazio, quanto come una forza più riconducibile per similitudini a quella dei "caschi blu".
In "Bread and Circuses" (Nell'arena coi Gladiatori) l'estrema onestà dei nostri eroi anche in casi in cui sarebbe caldamente sconsigliata viene sintetizzata da McCoy che si chiede: "Ma dobbiamo essere così maledettamente onesti?..."
Il nostro proferire a favore d questa serie tanto famosa non ha però certamente contribuito a cambiare la fine del serial, e così, anche se a malincuore siamo costretti a parlare anche di questo, tra i motivi che segnarono la cancellazione della serie vi fu primo fra tutti il poco interesse. degli sponsor, infatti nonostante il serial avesse ormai raccolto grandi successi di pubblico non raccolse mai, stranamente, gli interessi pubblicitari dei grandi prodotti americani, questo significa ovviamente un guadagno insufficiente per La NBC.
Un certo malcontento generale emerse poi lentamente tra le file dei collaboratori agli scripts era ovvio che gli scritti dovevano essere modificati rispetto alla loro stesura originale per mantenere la coerenza dei personaggi e del soggetto tra un episodio e l'altro e, naturalmente per conservare il lieto fine, anche lo script di Ellison per "The City on the Edge of Forever" dovette subire alcune modifiche e l'autore non ne fu completamente soddisfatto (anche se accettò il "Science Fiction Hugo Award" con cui venne premiato), inoltre, sempre per le ragioni di cui parlavamo prima, si dovettero spesso rifiutare delle sceneggiature, lo stesso Philip José Farmer si vide ritornare il suo lavoro (in seguito a ciò trasformato in novella) dal titolo "Shadow of Space".
Per tutta questa serie di motivi il serial rischiò l'interruzione già alla fine della prima stagione (periodo in cui anche gli indici di ascolto indicati dal "Nielson Ratings" erano bassi), per la fine della seconda stagione gli indici di ascolto erano notevolmente aumentati in quanto Star Trek cominciava a creare il suo pubblico, purtroppo la mancanza di sponsor condannò il serial che venne interrotto.
Immediatamente migliaia di telefonate e di lettere di protesta giunsero ai dirigenti della NBC, la quale di fronte ad una così massiccia ed inaspettata richiesta cedette ed accordò al pubblico una terza serie (è interessante ricordare che questo ultimo miracolo è un fenomeno unico che non è stato mai ripetuto nella storia dei Network televisivi).
Ciò nonostante la NBC fece di tutto per ostacolare la popolarità del serial calcolando malamente il numero ed il tipo di spettatori e spostando l'ora di diffusione dalle 20,30 (ora di alto indice di ascolto) alle 22,00 (ora in cui l'ascolto era minore negli anni '60), a questo inconveniente si aggiunse la dipartita di Dorothy Fontana (una delle più prolifiche sceneggiatrici nonché consulente al montaggio del programma) che abbandonò per altri impegni la lavorazione della nuova serie di telefilm. A tutti questi ostacoli si combinò anche la saltuaria presenza di Roddenberry che occupato in frequenti e roventi colloqui con i direttori della NBC dovette lasciare a terzi la produzione dei telefilms che inevitabilmente cominciarono a peggiorare. Gli episodi dipendono sempre di più dalla simpatia dei personaggi e dagli effetti speciali invece che su soggetti ben scritti, le storie diventano delle parabole per famiglie e anche l’avventura presente in dosi massicce nei primi episodi comincia a scarseggiare, ormai la cancellazione del serial è vicina, "Turnabout Intruder" (L'inversione di. Rotta) sarà l'ultimo episodio, poi, il 3 giugno 1969 Star Trek chiude per la seconda volta gli studi.
Cinque settimane dopo, verso i primi di settembre, l'intero blocco delle avventure dell'Enterprise comincia ad essere proiettato ripetutamente in tutte le città degli USA (con un sistema simile a quello italiano, il serial comincia ad essere affittato anche da altre emittenti private) e, inaspettatamente riceve una accoglienza di gran lunga migliore di quella ricevuta durante la prima proiezione.
Nel '73 la NBC produce una serie di 22 cartoni animati che ripropongono le avventure dei nostri beniamini, all'equipaggio vengono aggiunti due ufficiali alieni: il luogotenente Arex e la felina M'Ress (sono assenti però Chekov e Janice Rand) mentre nella galassia trekkiana farro la loro comparsa gli "Kzin" , una nuova razza aliena civilizzata e dagli istinti cannibali.
Per dare un ulteriore tocco di familiarità ai personaggi, si usarono le voci originali di Shatner e soci che furono chiamati per i l doppiaggio.
Il mini-serial si concluse con l'ultimo episodio trasmesso il 10 dicembre '74 e registrò un indice di ascolto più alto di altre trasmissioni trasmesse sempre alla stessa ora.
Sempre nello stesso periodo la Western Publishing Company lanciò una serie mensile a fumetti dal titolo appunto di Star Trek, gli albi arrivarono anche in Italia e vennero pubblicati dalle edizioni Fratelli Spada. Nonostante i telefilms si fossero conclusi ormai da tempo la popolarità di Star Trek non accennava a calare e a New York e nelle più grandi città americane si cominciarono a tenere le conventions gremite da migliaia di fans e presiedute dai membri del cast originale, nel frattempo si cominciarono a raccogliere firme da mandare alla Paramount Pictures e alla National Broadcasting Company nella speranza che il serial venisse ripreso o che almeno venisse trasformato in un film.
Finalmente dopo una infinita serie di controversie, nel '79 usciva quello che in quell'anno fu il film più costoso della storia del cinema: "Star Trek. il film".
Purtroppo il tutto fu un grande buco nell'acqua, ineccepibile sotto il profilo degli effetti speciali, fu invece deludente per contenuti e regia (un Robert Wise al peggio di sé), troppo si cercò di inserire, con il risultato che niente di nuovo si aggiunse ai fasti della serie televisiva.
La storia è quella di un computer terrestre (il Voyager) che in seguito ad alcuni danni subiti nello spazio finisce su uno strano pianeta detto pianeta delle macchine e si trasforma in una cosa immensa ed indescrivibile, la macchina viaggia ora verso la Terra e minaccia ci distruggerla nella sua ricerca del "Creatore", l'Enterprise ed il suo equipaggio al completo saranno chiamati per il salvataggio.
Durante gli anni trascorsi dall'ultimo telefilm Kirk è diventato Ammiraglio ed a bordo dell'Enterprise vi è ora anche il capitano Willard Decker (Stephen Collins) ed un'altra aliena: Ilia, del pianeta Delta (Persis Khambatta).
Il soggetto (molto più adatto per un telefilm) risulta però povero e scontato, La storia è eccessivamente lenta nell'avviamento e a nulla valgono gli ottimi effetti speciali (del bravo Douglas Trumbull coadiuvato da John Dykstra) ed i propositi di inserire un messaggio pseudoimpegnato (peraltro alquanto infantile e scientificamente inesatto) per far prendere quota al film.
È da ricordare inoltre che la storia manca totalmente di immaginazione in quanto non è altro che una rielaborazione ed estensione di due episodi del. serial televisivo: "The Changeling" (La sfida) e "The Doomsday Machine" (La macchina del Giudizio Universale).
Anche se con pessimi giudizi sia di critica che di pubblico, il film incassò notevolmente e mise in cantiere il seguito che arrivò nel 1982 con il titolo: "Star Trek II; l'ira di Khan" (Star Trek lI°, The Wrath of Khan; regia di Nicholas Meyer) che, nonostante fosse meno imponente e basato su di un soggetto più semplice fu decisamente migliore del precedente, "L’Ira di Khan" insieme ad alcuni personaggi nuovi (come ad esempio il luogotenente alieno Saavik interpretato da Kirstie Alley) presenta anche un notevole colpo di scena: la morte di Spock.
Ovviamente è già stato terminate il terzo film della serie (dovrebbe essere distribuito tra breve anche in Italia) dal titolo: "Star Trek III, The Search of Spock", diretto, ironia della sorte, proprio da Leonard Nimoy, inutile dire che Spock tornerà in vita per nuove ed appassionanti avventure.
A Star Trek diamo con piacere il merito di aver fatto uscire la SF dal suo ghetto creando un fenomeno unico del cinema e della televisione con un serial che tra i milioni di fans ebbe anche Nelson Rockfeller, il Presidente Gerald Ford (che chiamò Enterprise il primo Space Shuttle, in onore al serial) e Isaac Asimov che disse che Star Trek fu l'unico show televisivo che egli guardava in quel periodo (‘66-'69), l’avventura continua …
"Spazio, ultima frontiera, eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise nella sua missione quinquennale diretta all'esplorazione di nuovi mendi, alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima."
NOTE DELL’AUTORE
1) William Shatner, attore canadese di stampo Shakespeariano, ha avuto il suo grande debutto nel cinema con il film; "I Fratelli Karamazov" con Yul Brinner e Maria Schell, tra gli altri films da lui interpretati ricordiamo: "The World of Suzie Wong", "Uno Sparo nel Buio", "Il Maligno" e "L'Aereo più Pazzo del Mondo sempre più Pazzo" in cui parodiava sé stesso interpretando la parte del Capitano di una base lunare. Sulla rete nazionale lo abbiamo visto in un episodio della serie: "Alla conquista del West".
2) Leonard Nimoy, nato a Boston nel 1931, oltre che attore è un raffinato fotografo, ha scritto poesie e commedie oltre ad aver di retto una scuola di recitazione ad Hollywood. È apparso in serie televisivi come: " II Dottor Kildare" e "Outer limits", tra i suoi films ricordiamo: "Sogni ad Occhi Aperti", "Sette Giorni a maggio" e "Terrore dallo Spazio Profondo". Ha lavorato moltissimo in teatro in opere come: "Oliver" e "Equus".
3) Rassicuratevi, anche se saltuariamente e non in parti di rilievo, sono presenti nell'equipaggio dell'Enterprise anche gli italiani, in "The Galileo Seven" (La Galileo), compare il sottufficiale Gaetano, mentre in "Obsession" (L’Ossessione) c'è un membro dell'equipaggio di nome Rizzo.
4) Tra gli attori che forse possono essere noti agli spettatori citiamo solo: Don Marshall, Jill Ireland, Joan Collins, David Soul, Barbara Bouchet e Terri Garr che sono apparsi sporadicamente in parti più o meno secondarie. Vorremmo inoltre rendere un piccolo omaggio citando John Winston, L’attore di cui conosciamo molto poco ma che è apparso in ben 11 episodi nei ruoli del personale di bordo dell'Enterprise, generalmente nella parte del luogotenente Kyle, cape addetto al teletrasporto, ciò nonostante nessuno, nelle numerose fonti da noi consultate, ha mai sprecato due righe per lui!
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