Rifiuto
di Paolo Metalli
Presentazione: Esagerare oltre ogni limite una situazione attuale è un procedimento tipico della fantascienza sociologica.
Questo meccanismo tende ad esaltare situazioni sociali di oggi
La Roma di Paolo (che è romano) è una città fantasma dove regna la legge della giungla, dove ogni struttura è caduta: sembra che questa storia finisca nel filone del cittadino che si fa giustizia da solo e forse è proprio così, io azzarderei invece la totale perdita di razionalità, la rabbia pura che spinge ad azioni di rifiuto non dettato da motivazioni razionali, ma solo dalla furia liberatrice della follia; strada obbligata quasi della decadenza della nostra civiltà. Non so, questo racconto non è certo perfetto, da una parte voglio riconoscere gli sforzi di Paolo che ne ha fatto più versioni con estrema pazienza. Dall'altra gli pongo una domanda, e la pongo a tutti.
Perché il nostro futuro (1984 docet) deve essere di sconfitta? La fine di una società (quella attuale) non è per forza l'apocalisse.
Ma la S. F. non era una volta una letteratura di proposta?
E su questo torneremo molto prima di quanta pensiate.
Già da molte ore Franco vagava per le vie di Roma.
La notte accompagnava i suoi passi lenti e molli.
Camminava sul ciglio della strada, evitando di proposito i trasportatori elettrici che, in quel tratto, erano ancora funzionanti.
Alcune sirene ruppero il silenzio di quella notte fredda e vuota, ma Franco non le sentì neppure. Arrivato alla fermata della metropolitana "Monti Tiburtini" scese lentamente le scale e fece il biglietto presso uno dei distributori automatici. Mentre aspettava il mezzo, passò in rassegna la miriade di scritte che tappezzavano i muri giallastri della pensilina.
E fu il fischio acuto del metrò a distoglierlo dai pensieri che quelle assurde composizioni grafiche avevano suscitato in lui.
Si sedette in un angolo.
Guardandosi intorno notò di essere solo.
Ma per lui era una cosa normale. Franco era sempre stato solo.
Un uomo senza passato e senza futuro.
E senza lavoro che gli permettesse di tirare avanti. Proprio quel freddo giorno invernale era stato il suo ultimo di lavoro. La fabbrica dove prestava servizio aveva infatti chiuso i battenti per fallimento.
Ora gli rimaneva solamente una misera abitazione nel quartiere di Cinecittà ed un conto bancario di poche centinaia di dollire.
Arrivato alla fermata "Termini" scese.
Fece i tre piani a piedi, evitando le scale mobili. Non aveva voglia di tornare a casa. Sarebbe stato ancora più deprimente.
Si incamminò per via Giolitti.
Ora il vento si faceva sentire nelle ossa e Franco tirò giù il berretto di lana ed allacciò il giubbotto.
Passando accanto alle vetrine laterali della Stazione Termini diede un'occhiata all'interno.
In una di queste vi era un visore acceso.
Decise di entrare, anche per riscaldarsi un po'.
Stavano trasmettendo il notiziario notturno.
Nell'immenso salone, tetro e dall'odore penetrante, marcio, vi erano quattro uomini. Due se ne stavano distesi per terra, sporchi e tremanti. Gli altri erano seduti ed osservavano il visore gigante.
Franco rimase in piedi, al centro del salone.
" ... Le autorità affermano che entro la fine del millenovecentonovantacinque, Roma passerà al primo posto nella graduatoria mondiale delle violenze metropolitane, superando perfino New York ... È ormai certo che il Governo deciderà entro l'anno quale città dovrà sostituire Roma nel difficile ruolo di Capitale. Il Ministro degli Affari Interni è stato assai esplicito a tal riguardo; nella sua ultima conferenza stampa ha affermato infatti che entro il novantasette Roma non sarà più Capitale d'Italia. La risposta della Giunta Capitolina è stata assai dura: - Il Governo ha scelto il momento meno adatto per stangare Roma ed i suoi abitanti. Proprio adesso la Capitale ha bisogno dell'aiuto di tutti gli italiani per uscire da questa crisi. Questa assurda decisione non potrà che peggiorare le condizioni della nostra Prima Città. –
... Le strutture pubbliche e private stanno cedendo sotto l'incessante azione devastatrice di un numero sempre più grande di individui senza scrupoli e le autorità preposte alla difesa della popolazione stentano a riprendere il controllo della situazione. -
Gli argini sono stati abbattuti e la violenza può ora assumere il controllo totale di questo assurdo presente … "
Lo speaker continua a parlare ma Franco non lo ascoltava più.
Lui poteva TOCCARE il fiume di violenza che aveva rotto gli argini. Vi era dentro fino al collo e poteva annegare in un qualunque momento; sommerso dai tragici eventi di una città cadente.
Nessuno l'avrebbe aiutato.
Tornò nell'aria fredda della notte.
I suoi pensieri erano rivolti alla sua città, ormai fantasma della Rama antica, della bela metropoli di qualche decina d'anni prima. Respirava a fatica in quell'aria piena di odio.
Ed un fantasma sogghignante attendeva al varco gli esseri più deboli, per stroncare la loro penosa vita.
Imboccò il tunnel che portava in via Marsala.
Stava percorrendo gli ultimi metri del gigantesco bulbo di cemento quando udì delle grida.
Per un attimo venne attraversato da un fremito, poi tornò a pensare ai suoi problemi.
Le grida si fecero più acute. Erano di una giovane donna.
Ora erano chiaramente disperate.
Franco continuò a camminare, lasciandosi alle spalle i riquadri luminosi dove si agitavano dei fantasmi violenti.
Prese la salita che l'avrebbe riportato alla fermata del metrò.
Ora le grida erano rotte dal pianto convulso della disperazione.
L'uomo si fermò.
Ed in una frazione di secondo si ritrovò a correre nella direzione delle grida.
Esse provenivano da uno stabile piuttosto malconcio in una via laterale e buia. Raccolse da terra una sbarra di ferro ed entrò nel palazzo.
Ma perché lo stava facendo? Lui, essere debole, infelice e senza futuro. Questo essere che ora aveva negli occhi il freddo silenzio della ribellione, il rifiuto di questo mondo fottuto e delle sue strutture cadenti. Mentre correva verso la sua meta, sicuro della sua decisione, ebbe davanti ai suoi occhi la veloce proiezione della sua vita, dei fatti del mondo, del caos che regnava nella sua città natale e mentre le tristi immagini continuavano ad apparirgli nella mente, diede un calcio alla porta, poi un altro e poco dopo questa cedette.
Davanti a lui apparvero tre maschi seminudi, una giovane donna sanguinante in vari punti del corpo e, sulla destra, vicino ad un tavolo di legno, i corpi di due persone anziane. Le immense grida riempirono la sua mente, le luci vorticarono intorno a lui ed in un guizzo iniziò la lotta...
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