La dea del lago
di Tullio Bologna e Michele Martino-FANTASY
ed. La regione, '83, 136 pagg., 7.000 £ (3,62 €); © by Editrice "La regione"; finalista (2°), premio "Italia" '84
Altri contributi critici
-"Recensione", in "S&F" n. 1, ed. Italy press, '84, pag. 105
-"Biblionews", in "Dimensione cosmica" n. 1, ed. Solfanelli, '85, pag. 31
Questa è, per Bologna e Martino, il primo impegno sulla distanza del romanzo.
Il volume, ben introdotto da Adalberto Cercosimo, e con una splendida copertina di Mario Di Donato, reca la dicitura: "Romanzo di heroic fantasy"; effettivamente così è, anche se chi predilige un certo tipo di h.f. non dovrà
farsi ingannare da tale etichetta, in quanto non si tratta certo di cose alla Burroughs del ciclo marziano, alla "Almuric" di Howard o alla "Trilogia di Marte", di Moorcock.
Qui, l'azione si dipana molto lentamente, e non nel modo rutilante e vorticoso di quel particolar modo di intendere l'h.f..
Caratteristica saliente della struttura della trama, è il suo essere divisa in due parti molto ben distinte, anche se non graficamente. Nella prima vengono presentati al
lettore i tre personaggi, gli antecedenti che li porteranno, nella seconda, alla loro comune destinazione.
Per quanto riguarda questa prima parte, c'è da dire che gli autori hanno dato un rilievo particolare ad uno dei tre eroi, il primo ad esserci presentato, Raimondo, la
cui narrazione del motivo del viaggio al lago luminoso e della prima parte della stessa occupa tutti i primi sette capitoli, praticamente un terzo dell'intera opera.
Il motivo della quest, dunque, immancabile, ma è un fantasy che non si avvale del secondary world, ma che si svolge in un ben preciso contesto storico-geografico, il medioevo, e, per la precisione, l'anno domini 1350, nel
nostro paese, in cui vengono inseriti personaggi quali gnomi, silfidi, ondine e simili che siamo soliti trovare in ambienti decisamente più fiabeschi.
In questo testo, invece, questi si trovano accostati a precise descrizioni di fatti storici, legati al vissuto personale dei protagonisti, che, a volte, appesantiscono la lettura.
Infatti, se a pagina 54 vi è un breve inciso di storia medioevale, motivato dall'inizio, per i personaggi, di un nuovo anno, altrove tali cronache divengono ben più che
incisi, e la loro evidente non necessità all'economia dell'opera li rende, appunto, pesanti.
Lo stile, non particolarmente eclatante, quello tipicamente aulico dell'h.f., raggiunge, comunque, a volte, anche momenti di lirismo non dozzinale, apprezzabile per la
riuscita creazione di situazioni che riescono a trasmettere quel quid di atmosfera che si instaura fra le persone e le cose.
Per concludere, un'annotazione: c'è sesso, e anche non a piccole dosi, cosa che, comunque, non è tanto rara, per fortuna, nella fantasy, contrariamente che nell'Sf
Per finire, Marco Solfanelli scrive che il romanzo avrebbe venduto: "...in quantità soddisfacente..."; in mancanza di dati più precisi, è comunque decisamente confortante, soprattutto vista la piccolezza della casa editrice.
Originariamente in "Algenib notizie", n. 9/10, aprile '91
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