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Il libro del comando


di Giovanni Magherini Graziani, "il Voltaluna" n. 12, ed. Solfanelli, ’90, 7.000 £, 72 pagg.


Magherini Graziani è stato uno dei maggiori autori toscani a cavallo fra ‘800 e ‘900, e, qui, si raccolgono i suoi racconti più marcatamente fantatici, con una bella "Introduzione", di Enrico Rulli (pagg. 5-11).

Ciò che più di ogni altra cosa risalta è, comunque, lo stile, di questi suoi racconti: "…un musicalissimo toscano qua e là costellato da termini dialettali…" ("Introduzione", pag. 10). Ne risulta una scrittura decisamente inusuale, difficilmente ritrovabile altrove, che si riesce a leggere, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, senza grosse difficoltà, anzi divertendo alquanto.

La fonte di essi, poi, ci informa sempre il Rulli, sono i racconti della tradizione orale tramandati nelle "veglie", quando ci "…si riuniva fino a tarda notte intorno a (d un) camino, spettegolando… o narrando storie… racconti semplici che prendevano spunto dalla vita quotidiana, ma avevano spesso uno sfondo fantastico." (idem, pag. 8).

E anche i loro personaggi, quindi, non posso che essere tali: "… con un occhio sempre puntato sull’attenta descrizione del quotidiano, l’autore predilig(e) quali protagonisti… persone di tutti i giorni…" (idem, pag. 10).

Per quanto riguarda il tipo di fantastico che vi si trova: "Il fantastico deve… i suoi personaggi alle varie credenze legate alla religione e in particolar modo ai suoi aspetti più suggestivi e misteriosi…" (idem, pag. 8).

Ed è evidentemente il demonio, uno di questi: "… veniva visto, oltre che come incarnazione del male e quindi della perdizione eterna, anche come maschera comica, come individuo da raggirare con furbizia tipicamente contadina…" (idem).



-"Il libro del comando" (originariamente in "Il diavolo" (S. Lapi 1886: 172 pagg.); pagg. 15-40)-due uomini vanno a caccia, e uno racconta all’altro ciò che accadde anni addietro in quei luoghi. Dapprima di fantasmi, rumori inspiegabili sentiti vicino a dove erano stati ritrovati numerosi resti umani, e poi di un uomo che possedeva un libriccino magico, per mezzo del quale poteva usufruire dei servigi del demonio stesso.

Il secondo racconto è decisamente il più importante; in esso si va a dire di un corteggiamento indesiderato, proprio da parte del "servo del demonio", che darà la prima opportunità di sospettare di lui.

Poi "si tradirà" coll’aiutare una fanciulla, e infine verrà deprivato, dal parroco del paese, del malefico libretto, che verrà murato in chiesa: "… la cantonata non è più voluta star ferma; più la ristuccano, e più lo spacco riapparisce." (pag. 39).


-"Lo specchietto" (originariamente in "Il diavolo" (S. Lapi 1886); pagg. 41-53)-nel quale si racconta di due uomini che, avendo uno subito un furto e l’altro essendosi visto uccidere i maiali coi quali contava di estinguere i propri debiti, vanno a Firenze, da un ebreo che ha uno specchietto nel quale è possibile vedere il colpevole di un torto subito.

E che, entrambi, poi, hanno la propria vita intaccata da presenze e forze demoniache.

A proposito di ciò il Rulli nell’introduzione scrive: "…l’opinione che i contadini di fine secolo avevano degli ebrei, gente estranea od ostile alla religione cristiana e che perciò non esitava a utilizzare strumenti maligni…" (pag. 10).


-"San Cerbone" (originariamente in "In valdarno" (Società tipografica cooperativa editoriale, ’10: 183 pagg.), anche in "Da uno spiraglio. Racconti neri e fantastici dell'Ottocento italiano", a cura di Riccardo Reim, pag. 302, poi "I big Newton" n. 76, pag. 312, ed. Newton Compton, ’92, 2002; pagg. 55-68)-ghost story piuttosto tipica, col viandante che, incappato in un temporale, trova rifugio in una villa.

E, là, sente il racconto dell’unico superstite, della servitù e dei padroni, di una duchessa e dell’omicidio da lei commissionato della donna con la quale suo marito la tradiva. E, di più, del loro apparire, come fantasmi, nelle notti (tipicamente) temporalesche.

Vi si legge, fra l’altro: "…molte cose ci s’immaginano, e di molte cose son più quelle che non si spiegano di quelle che si spiegano." (pag. 67).






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