L'urlo della mosca
di Gianfranco Nerozzi, in "Cry-fly trilogy", "Horror Urania" n. 1, ed. Mondadori, 2008, 492 (287) pagg., 5,10 €
Splatter horror fortissimo, in cui si racconta della venuta di un demone un pò alla Lovecraft ("… un essere proveniente da un tempo prima della specie, quando l’uomo era solo un’idea, una vaga pagliuzza di luce dentro l’occhio evolutivo." (pag. 221)), a Bologna, che entra nell’anima di un pazzo sottoposto a una terapia a base di deprivazione sensoriale.
E delle carneficine che ne seguono, fino alla sua distruzione da parte di un angelo che, invece, si è incarnato in un cadavere che se ne stava all’obitorio.
Detta così sembra, me ne rendo conto, una… cavolata pazzesca. Invece il tutto è raccontato in maniera tale da farlo sembrare perfettamente credibile.
Ed è esattamente ciò che lo rende particolarmente spaventoso. Vi si racconta di persone verissime nel mondo d’oggi, con mentalità di persone normali, che si trovano a dover affrontare, in qualche maniera, queste sconvolgenti vicende.
Ho detto splatter, e vuol dire che vi sono squarciamenti e smembramenti a profusione, descritti nei minimi dettagli.
E tanto sesso. Pure quello piuttosto forte.
È, assieme ad un’antologia e ad un altro romanzo di cui tratteremo a parte, una delle prime opere del Nerozzi, che, ora che ha pubblicato a profusione, ho voluto (o potuto) ripubblicare da Mondadori, dopo che a stento era riuscito a farlo da un’editore minore, ai tempi.
Le altre opere della trilogia:
"Prima dell'urlo"
"Immagini collaterali"
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