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Amore a quattro dimensioni


a cura di Vittorio Curtoni, Gianfranco de Turris e Gianni Montanari-FANTASCIENZA

"Galassia" n. 137, "Bigalassia" n. 15, ed. La tribuna, '71, '72, 184 pagg., 350, 800 £; prezzo remainders: 7,75, 4,13 €; © by Casa Editrice La Tribuna



Altri contributi critici: "Cronistoria della fantascienza italiana", di Inìsero Cremaschi, in "Universo e dintorni", "i Garzanti" n. 716, ed. Garzanti, '78, pag. 29


Ecco dunque la seconda di queste antologie di Sf italiana che la redazione di "Galassia" ci seppe regalare.

Abbiamo detto, parlando della precedente, "Destinazione uomo", che venne editata poichè questa iniziativa, di tentare di dare uno spazio agli autori nostrani, in un panorama editoriale che non ne vedeva, aveva avuto una buona accoglienza da parte di critica e di pubblico; per essere un pò più precisi, riporto quanto si dice a proposito nell'introduzione dei curatori: "...nel complesso il giudizio del pubblico della rivista è stato... positivo... (e) anche il giudizio della critica apparsa sulle pagine di giornali e riviste non specializzate, ad opera di specialisti: citiamo, e ringraziamo, le note del "Roma" e del "Il tempo", quotidiani di Napoli e della capitale; del settimanale "Lo specchio", della rassegna bibliografica "L'Italia che scrive" e del mensile "Playmen"" (pag. 7).

Come vedremo la qualità, se fosse possibile, è ancora migliore di quella della precedente; ma andiamo a vedere i racconti ad uno ad uno.


-"L'esplosione del minotauro", di Vittorio Curtoni (tradotto in tedesco in "Die Labyrinthe der Zukunft", a cura di Lino Aldani (Wilhelm Heyne, '84); pagg. 14-31)-nella nota che lo precede il Curtoni dice che, questo, è il primo racconto italiano nel quale si scriva dell'inner space ballardiano, mentre nell'introduzione all'antologia che "...tenta di introdurre nella narrativa di science-fiction italiana la tecnica dell'école du regard francese com'è stata riproposta nella sf da Brian Aldiss e la teoria dello spazio interno di Ballard..." (pag. 10); e, probabilmente, è vera anche la prima affermazione.

Si tratta, in sintesi, di un racconto che dice del problema del libero arbitrio: "Tutto prestabilito, tutto già fatto.... La pellicola è già stampata... ma è fatta a quel modo perché sarai tu a farla così. Anche il fatto di vedere il futuro non ti riduce a uno strumento impotente: sai quello che farai, niente di più. Quando devi passare all'azione, sei tu che agisci." (pag. 24); cosa che è detta in maniera decisamente estrema, da un punto di vista nichilisticamente, estremo: "Non possiamo essere sicuri di niente, né dello spazio né del tempo. Questo implica un'assoluta mancanza di responsabilità, e l'impossibilità fisiologica della pazzia.... Una volta accettata l'idea che non esistono possibilità d'azioni responsabili o di contatti oggettivi con la realtà, non c'è proprio più niente da fare." (pag. 28).

Mi pare di poter dire che vi si dica, ancor di più, di una visione del pensiero abissale dell'Eterno Ritorno dell'Uguale pessimistica, che non veda la possibilità del superamento, del nichilismo: "Se la pellicola è già stampata, i fotogrammi sono chiusi in una fissità immobile da cui nessuno può farli uscire. Io vedo il futuro e lo sento e gli devo obbedire. È inutile cercare d'opporsi, o di agitarsi o gridare: quello che sarà fatto è già stato fatto. Io ho già fatto tutto. Un'apoteosi d'irresponsabilità prestabilita." (pag. 30).

E, tutto questo, lo fa raccontando di un uomo impazzito per la perdita del padre, in una missione Apollo, mentre ne è in corso una per il primo sbarco su Marte.

Il finale, aperto, un pò horror, lascia, appunto, aperta la possibilità che l'apparente essersi ripristinato dell'equilibrio, il ritorno al normale, che sembrerebbe, non sia.


-"Amore a prima vista", di Luigi De Pascalis (pagg. 34-43)-anche qui, come nel racconto di "Destinazione uomo", il De Pascalis copia i racconti dell'ottocento, ma, se là era il racconto marinaresco, con elementi fantastici, qui è il racconto dell'orrore.

Il racconto di streghe e magie, di entità oscure e malvagie, un pò alla Lovecraft.


-"Sulla spiaggia", di Gianfranco de Turris (tradotto in finlandese come "Rannalla", "Portti" # 3, '94; pagg. 46-51)-strano raccontino fantastico, molto criptico, nel quale, prevalentemente, si dice dell'eternità dei modi dell'amore, per l'Uomo.

Molto intenso.


-"La verità del pilota spaziale", di Cesare Falessi (anche in "Futuro Europa" n. 34, ed. Perseo libri, 2003; tradotto in tedesco come "Die Wahrheit des Astronauten", in "Die Stimme der Unendlichkeit", a cura di Mariangela Sala, (Wihelm Heyne, '81), tr. Hilde Linnert; pagg. 54-61)-bel racconto di Sf classica, nel quale si dice di un aspetto, per così dire, collaterale dell'effetto della relatività; la vita sentimentale dei piloti spaziali, fra mogli ritrovate vecchiette e figli più anziani imbarazzatissimi.


-"Cerimonia nuziale", di Mauro Gallis (ve ne è un estratto e in "Télos", a cura di Mauro Gaffo, ed. Elena & Marco, '87; pagg. 64-72)-bel raccontino su di una società, non si capisce se feudale, o di un qualche futuro, matriarcale, nella quale i principi vengono allevati unicamente per ingravidare le donne, e poi uccisi.


-"Carnevale", di Remo Guerrini (pagg. 75-86)-ottimo, racconta il disfacimento morale di un lontano futuro, in cui il nichilismo ha raggiunto dei livelli incredibili; e lo fa attraverso un racconto che non ha trama alcuna, ma che, solamente, appunto, dice di questo disgregarsi, di questo essere venuto meno di ogni motivo di prospettiva; futura.


-"Dove muore l'astrogalo", di Livio Horrack (anche in "Delos" n. 33, '98, e "I mondi di Delos", "Nuovo millennio" n. 1, ed. Garden, '99-premio "Italia" e "Europa Sf" '72; pagg. 89-100)-una sorta di cronaca, in forma diaristica, arida, come arido è ormai quel mondo, di un viaggio in una Terra devastata dalla guerra atomica; verso Babilonia, viaggio che l'autore ha realmente fatto, nel '69, in autostop.

La guerra sembra essere stata fra l'Occidente e la Cina: "...Soldati cinesi dappertutto." (pag. 91), "...Repubbliche Popolari Medio-Orientali..." (pag. 92), che sembrerebbero, anche, aver vinto; e ciò che vi si legge è la disperazione del mondo perduto, dei sogni, perduti; in una terra di "...Insetti da mutazione." (pag. 99).


-"Ideale", di Mauro Antonio Miglieruolo (pagg. 103-10)-sperimentale, è l'abbastanza divertente diario minimo di un uomo medio che, per le sue caratteristiche psicologiche ("Lei... è il tipo che può restare isolato per mesi in un'angusta cella d'astronave senza alcuna possibilità di svago ed avere, nello stesso tempo, tutte le soddisfazioni dell'uomo comune. Lei, fisicamente, più che vivere, vegeta. Lei vive con la fantasia." (pag. 106)) viene... contattato dalla Propaganda Spazio, agenzia incaricata di arruolare dei... boccaloni per le imprese spaziali.

Ha un buon finale a rovesciamento, che completa il divertimento che lo accompagna tutto.


-"Fenice, i tuoi occhi di cristallo?", di Gianni Montanari (vedi anche "Gli ultimi anni", in "Le frontiere dell'ignoto", di Vittorio Curtoni, "Saggi" n. 2, ed. Nord, '77, pag. 178; pagg. 113-39)-ottimo, è il racconto, visto dalle angolazioni dei punti vista dei vari personaggi, della vita allo sbando di un gruppo di giovani che si sono rifugiati in una Londra divenuta: "...l'unico rifugio libero per gli squilibrati di tutto il mondo." (pag. 129), dopo che i sovietici hanno invaso tutta l'Europa poiché: "Gli americani, dopo aver invaso l'America latina, non si sono opposti all'avanzata sovietica perché questo avrebbe scatenato una guerra..." (pag. 121).

Lento, con un'attenzione al particolare davvero buona, va a scavare bene in quegli animi, dicendo di sentimenti tutti umani; la trama è incentrata sull'arrivo, in quel gruppo, di una ragazza, che comincia a scardinarne le basi, che potrebbe, vi si dice, esservi stata mandata proprio a tale fine, ma che, vi si lascia, anche, intendere, più che altro è l'incarnazione del progresso, inteso come quel qualcosa che cancella ciò che non è più adatto al mondo in cui vive: "Siete una piccola piaga di colore diverso in un grande corpo ormai marcio. E dovete essere eliminati. Non è solo la natura che lo esige, ma l'umanità intera.... L'umanità... Vuole distruggervi..." (pag. 132).


-"La notte della sconfitta", di Massimo Pandolfi (originariamente apparso in "Folla" n. 6, '66; pagg. 142-50)-un heroic fantasy d'atmosfera, che, quasi, sembra una contraddizione; è, infatti, il racconto dell'annichilimento di una, presumibilmente, colonia umana su di un qualche lontano pianeta (gli umani, benchè in quest'ambientazione medioevaleggiante, hanno dei disintegratori), da parte di un'orda di orridi insetti giganti, e, principalmente, del dolore per tutte quelle morti, per le quali non è stato possibile fare nulla.


-"AU.R.A.", di Renato Pestriniero (tradotto in tedesco come "AU.R.A.", "Die Stimme der Unendlichkeit", '81; pagg. 153-74)-in cui, in sintesi, si dice di uno dei possibili problemi che gli astronauti dovranno affrontare, se e quando saremo in grado di andare un pò più in là della Luna: "...per il viaggio a Marte... la presenza della Terra... non ci sarà e mancherà in misura sempre crescente... Psichicamente, l'equipaggio dovrà subire una seconda nascita, staccarsi nuovamente dalla matrice, lasciare la sicurezza, la protezione, e proiettarsi in uno spazio ignoto e alieno.... L'archetipo della matrice cercherà di emergere con sempre maggiore urgenza dalla vasta zona dell'inconscio collettivo." (pag. 158).

E lo fa raccontando dell'impazzire di uno di essi, che, soffocato da una presenza parterna incombente, vive quell'uscire dalla matrice Terra come una liberazione, danneggia la radio, uccide i suoi compagni, e farnetica di ricominciare una nuova vita su Marte, dove il padre non lo può raggiungere, con Aura (Automatic Recording Analyser), che non sa essere ciò che è.

Vi è anche un passaggio nel quale ritroviamo quella che è la poetica basilare del Pestriniero, e cioè un discorso sul libero arbitrio: "...mi trovo di fronte a quella parte di noi stessi che molte volte ci accompagna per tutta la vita senza farsi mai riconoscere, e noi compiamo tutti gli atti di una vita intera senza sapere che ubbidiamo ciecamente agli ordini di questo padrone nascosto." (pag. 170).


-"Il rumore del mare", di Gabriella Scialdone (pagg. 177-84)-in cui si sviluppa una trovata fantascientifica davvero originale, cosa che, come ben sappiamo, è abbastanza raro.

Vi si racconta, infatti, di un alieno giunto sulla nostra Terra che ha una sensibilità spiccatissima, e al quale, percui, tutti i fastidiosi rumori degli uomini, in presenza della Bellezza, danno fastidio; e che ci considera talmente poco da ucciderle, le fonti di quei rumori.


Dunque davvero un'ottima antologia, oggi un tantino difficile da trovare, ma che ha segnato senza alcun dubbio una tappa importante per la nostra Sf.

Anche questa, come la precedente, cosa che mi sono scordato di segnalare per esteso, ha, oltre all'introduzione dell'autore, delle presentazioni ai singoli racconti, che diventano dell'autore nel caso dei racconti dei curatori stessi; ed alcune note a piè di pagina.

La terza antologia italiana di "Galassia": "Sedici mappe del nostro futuro"






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