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La predestinazione del libero arbitrio

Inserito Domenica 27 maggio 2007

Saggistica di Danilo Santoni

What can you say about a twenty-five-year-old girl who died?
That she was beautiful. And brilliant. That she loved Mozart and Bach. And the Beatles. And me. Once, when she specifically lumped me with those musical types, I asked her what the order was, and she replied, smiling, 'Alphabetical.' At the time I smiled too. But now I sit and wonder whether she was listing me by my first name — in which case I would trail Mozart — or by my last name, in which case I would edge in there between Bach and the Beatles. Either way I don't come first, which for some stupid reason bothers hell out of me, having grown up with the notion that I always had to be number one. Family heritage, don't you know?

Inizia così Love Story un libro che conquistò un successo planetario negli anni ’70. Il successo non venne certo per l’originalità della trama (due giovani si sposano perché si amano nonostante i parenti siano contrari, sono felici poi lei muore e lui rimane da solo… tutto qui), ma forse fece notizia quella sua semplicità, soprattutto nella voce narrante, che sapeva cogliere il valore più profondo che si trova anche nella quotidianità più banale.

Molti commentatori odierni, di fronte a La Moglie dell’Uomo che Viaggiava nel Tempo della scrittrice esordiente Audrey Niffenegger, hanno ripensato al romanzo di Erich Segal e hanno tentato di avvicinare le due opere, facendo secondo me un torto al romanzo di Audrey Niffenegger che è sì, un romanzo d’amore dove lui e lei si amano e si sposano, vivono felici, poi lui ha dei problemi e lei rimane da sola, ma è anche una grossissima prova di abilità narrativa.

Il tema principale, come si capisce dal titolo, è quello del viaggio temporale, un tema che ha fatto la fortuna della fantascienza e che si è creato un posto tutto per sé e ben distinto al suo interno, fino quasi a diventare un genere a se stante.

"Ho la sensazione, molto familiare ma solo quando sono fuori dal tempo, di essere tenuto a galla dal tempo, di galleggiare senza fatica sulla sua superficie come una nuotatrice grassa."

In qualche modo, comunque, col suo romanzo, Niffenegger rivoluziona il concetto di viaggio temporale e l’uso letterario che ne è stato fatto: qui non si ricercano paradossi temporali o problemi legati ad universi paralleli o alla casualità degli avvenimenti, abbiamo due personaggi principali, Henry e Clare, il primo ha una malattia unica al mondo, ha un disturbo a livello del DNA che lo porta a viaggiare nel tempo, lei è normalissima. Lui non può controllare il proprio disturbo che si manifesta essenzialmente nei momenti di stress e soprattutto non può scegliere il dove andare (anche se, tendenzialmente, è portato a visitare il proprio passato e dei momenti particolari di esso). Lei non può far altro che aspettare, durante il matrimonio, che lui torni dai viaggi temporali e nel tempo precedente al loro matrimonio, che lui giunga dal futuro a farle visita.

Nel momento in cui i due iniziano la propria storia d’amore Henry ha ventott'anni e lei venti ma se per lui (cronologicamente) è il vero inizio della relazione, lei lo conosce fin da quando aveva sei anni in quanto versioni future di Henry le hanno fatto visita e l’hanno preparato a quel loro primo incontro tra contemporanei. Questo potrebbe essere già un primo problema di paradossi temporali: Clare e Henry si incontrano e si sposano perché Henry è andato nel passato e ha influenzato Clare? La risposta dell’autrice è negativa perché la storia va guardata nella sua totalità dall’inizio alla fine e nella storia Henry va nel passato ad incontrare Clare, non ci sarà mai un tempo e un’occasione in cui questo non avviene: il viaggio temporale avviene e il futuro è così perché il viaggio c’è stato, non c’è altra alternativa. Le azioni future sono figlie delle azioni del passato che sono avvenute in quell’unico modo: non c’è possibilità di alternativa. Questo conferisce alla storia un senso di ineluttabilità e di predestinazione, ma si tratta di un’ineluttabilità ed una predestinazione che nascono da scelte individuali fatte dai personaggi nei vari momenti in maniera del tutto libera e autonoma. In altre parole Niffenegger presenta la storia come un susseguirsi di atteggiamenti che scaturiscono dal libero arbitrio dei personaggi all’interno di una trama che comprende, istantaneamente, passato, presente e futuro, rendendo quindi il progresso storico come un processo già realizzato e quindi immodificabile. Se guardi la storia dal punto di vista del personaggio (dell’uomo), sei libero di agire e di fare o non fare, se guardi la storia dal punto di vista dello scrittore (di Dio), la vedi tutta già fatta, senza alternative.

Fatto questo, per la scrittrice si apre un orizzonte di possibilità decisamente originali. Libera dal concetto e dalla minaccia dei paradossi temporali e degli universi paralleli, la Niffenegger può lasciare che i propri personaggi riflettano sulla vita, sugli avvenimenti, sul loro significato per la vita stessa e sulle relazioni tra i personaggi e sul significato che queste relazioni hanno/avranno per la vita stessa.

Strutturalmente, il romanzo si presenta come una macchina perfetta. E’ diviso in vari capitoli ambientati in tempi diversi che si succedono senza una cronologia esatta come succede per i viaggi temporali di Henry. Questi capitoli, comunque, finiscono col raccogliersi attorno a tre temi principali: l’infanzia, intesa come il periodo precedente al primo incontro tra contemporanei dei due protagonisti; un periodo centrale che racchiude il loro matrimonio e la nascita di una figlia; la fine del loro rapporto.

Tutti i capitoli sono raccontati attraverso il punto di vista in prima persona di uno dei due personaggi (a volte di entrambi alternati) e riportano, all’inizio, la data degli avvenimenti e la reale età dei personaggi che in quel momento vi partecipano. La Niffenegger, così come Segal nel suo romanzo il quale ci dice subito che la protagonista muore, tende a non nascondere gli elementi della trama, e anzi molte volte li anticipa, ma con questo non abbassa affatto il piacere della lettura perché (proprio trattandosi di un romanzo sul viaggio temporale) non è importante l’accadere di un avvenimento, ma il come questo avvenimento arrivi ad accadere. Perché se è vero che la storia è già scritta, la voce che te la racconta mentre la sta vivendo, proprio perché sa che è già stata scritta, ne gusta fino in fondo il sentimento che ad essa è legato e con ciò riesce a comunicarlo al lettore.

Per questo Henry nell’ultima lettera che scriverà a Clare finirà semplicemente con: “Ti amo, sempre. Il tempo non è nulla.” E anche il lettore si accorgerà che il tempo non conta nulla perché il libro può essere letto dall’inizio alla fine, dalla fine all’inizio o iniziando da qualsiasi punto intermedio senza che il piacere di leggerlo venga in qualche modo scalfito.



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