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Underskin

Inserito Lunedì 03 settembre 2007

Interviste Intervista con Andrea Iovinelli

Underskin è una serie realizzata dalla coppia di autori Andrea Iovinelli e Massimo Dall'Oglio e prodotta dalla casa editrice francese Les Humanoïdes Associés.
Come molti sapranno Andrea prima di intrapprendere questa avventura è stato collaboratore di Intercom.
Nel fargli tutti gli auguri più sinceri da parte di tutta la redazione abbiamo realizzato questa intervista che, speriamo, risveglierà la curiosità del pubblico nei confronti di un prodotto, purtroppo, ancora solo in lingua francese.


1) Caro Andrea, penso che nelle interviste la cosa più importante sia l'originalità per cercare di attirare l'attenzione del lettore e per questo ho trovato una domanda originalissima: potresti presentarci il progetto Underskin?

Underskin è una sfida, sotto diversi punti di vista. Prima di tutto al destino avverso, o se preferisci alla sfortuna, perché con Massimo condivido un non felicissimo passato, fatto di continui tentativi, di grandi sforzi ed altrettanto grandi delusioni, nella nostra missione, il nostro comune sogno di poter fare questo mestiere. Una sfida anche nel progetto editoriale stesso, perché fare "manga", o come preferisco definirlo io, fare fumetto seguendo ed ispirandosi a stilemi grafici e narrativi propri dei manga, per due autori italiani (ma lo stesso vale per qualsiasi altro autore di nazionalità non giapponese) è molto "disagevole". Si viene guardati male da tutti, con sospetto, quasi come degli appestati, e il confronto con i manga originali è continuo, sempre in agguato dietro l'angolo. C'è diffidenza, perplessità... da parte di alcuni persino ostilità, e il pregiudizio regna sovrano, tanto negli operatori del settore, come gli editori o i giornalisti, quanto nei lettori. "Ah, voi siete quelli che fanno i manga", è la frase più gettonata, ma in molti, soprattutto quelli più competenti, in realtà vorrebbero dire: "Ah, voi siete quelli che copiano i manga". La sfida più difficile è questa, far capire alle persone il valore reale (che spero sia buono) di ciò che facciamo, senza che la loro opinione sia influenzata da fattori esterni. Vorremmo essere giudicati solo per quello che facciamo, e non per la nostra nazionalità e per quello che qualcuno ritiene potremmo fare. Un po' come quando gli autori italiani per poter pubblicare e vendere i romanzi di Urania erano costretti a usare degli pseudonimi di matrice anglofona. È dura, ma io sono ottimista e credo che noi, insieme a tutti gli autori coinvolti nella collezione Shogun e Les Humanoïdes Associés, alla fine vinceremo.

Quanto alla trama, se vuoi saperne di più, eccoti un breve presentazione: "Eidos, sconfinata città-stato di un miliardo di abitanti, appare come un luogo idilliaco, a misura d'uomo. Un prodigio ottenibile solo grazie ai robot, all'aiuto che essi forniscono in ogni singolo aspetto della vita quotidiana. L'altissimo livello di agiatezza però, ha portato anche un vero e proprio decadimento morale della società ed Eidos, al di là delle apparenze, è una città profondamente corrotta, in mano alle potenti geld, le corporazioni commerciali che si combattono spietatamente, lecitamente o meno, per il controllo politico ed economico della megalopoli. La Geld degli Immortalanti, la più influente fra esse, ha dato vita a una sorta di bizzarra religione, che vede l'immortalità come unica possibilità di salvezza e di "elevazione spirituale" dell'uomo, ed i suoi potentissimi membri sono disposti a tutto pur di veder realizzate le loro aspirazioni."

2) Come si sviluppa il progetto? E’ una storia unica che continua “all’infinito”, un po’ alla 20th century boys, per intenderci, o sono episodi a se stanti? E vi lavorate solo tu e Massimo o c’è (o è prevista) un’alternanza di artisti?

L'idea degli Humanoidi è proporre un progetto editoriale che sia un manga in tutto e per tutto, quindi è una sola storia che si sviluppa capitolo dopo capitolo, di volume in volume. E io sono totalmente d'accordo, perché se vuoi che il pubblico che legge i manga ti segua, si interessi e acquisti i tuoi volumi, devi potergli offrire un prodotto similare. Per aspetto, prezzo e ovviamente anche nei contenuti. E ci lavoriamo assolutamente solo io e Massimo, ci mancherebbe. È la nostra creatura, e guai a chi ce la tocca! Facciamo tutto noi, anche se per Massimo è davvero molto faticoso, perché deve consegnare ben 30 pagine al mese. Per me non c'è problema, è un ritmo che, se non si hanno altri impegni, si regge facilmente.

3) Dici che il progetto è quello di proporre un prodotto che sia un manga in tutto e per tutto e allora viene spontaneo chiederti, che cosa è un manga? Cioè cosa lo distingue dalla produzione fumettistica occidentale?

Vedi sopra. Io non faccio grandi distinzioni tra manga e fumetto occidentale, mi limito a distinguere il bello dal brutto. Per me "manga", e ci tengo a sottolinearlo, è solamente la traduzione della parola "fumetto" in giapponese. Però è vero che, come per tutte le altre culture che producono fumetti, come noi italiani, gli Stati Uniti o la Francia, anche nei manga ci sono delle caratteristiche che possono essere rintracciate tanto nel formato quanto nelle convenzioni grafiche e narrative, che sono tipiche, radicate di quello specifico modo di fare fumetti.

Per prima cosa, il contenente, e cioè la modalità con cui viene prodotto e realizzato un manga: brevi capitoli (che variano da 20 a 30 pagine) in bianco e nero, proposti periodicamente all'interno di grandi riviste antologiche, di solito vendute nelle edicole; e questi singoli episodi possono essere sia autoconclusivi, che seguire una trama in divenire, che si sviluppa cioè capitolo dopo capitolo. Dopo un certo numero di episodi, questi vengono raccolti in volume e riproposti in un'edizione da libreria. E questo è esattamente quello che succede con Shogun e gli Humanoidi.

Poi il contenuto. Anche cosa viene raccontato, e il modo in cui questo viene fatto, risponde a delle regole, più o meno precise, più o meno variabili, dei topoi che ricorrono più o meno frequentemente e che sono quindi peculiari del fumetto giapponese. Ma mi riferisco più a delle convenzioni di tipo "tecnico", piuttosto che "narrative", e mi spiego meglio. Le "convenzioni tecniche" a cui mi riferisco sono cose come la suddivisione della pagina, il numero di vignette e la loro forma, le inquadrature, l'uso reitini o dei grigi, il tipo di regia molto cinematografica, l'uso dei dialoghi, la fisionomia, l'aspetto dei personaggi, ecc. Non penso invece che ci siano dei "codic narrativi" ben precisi attraverso i quali si possano distinguere in generale i manga, racchiuchendo così l'intera sterminata produzione nipponica in una banale definizione, in una categoria o un genere, perché di manga ne vengono realizzati talmente tanti, di ogni tipo, e rivolti a ogni genere di lettore, che è semplicemente impossibile anche solo pensare di poterli confinare tutti quanti in un unico concetto. Non è possibile dire, generalizzando, che i manga raccontano attraverso un tal codice o per mezzo di quel modello narrativo, servirebbe solo a dimostrare di non sapere di cosa si sta parlando.

4) Tu e Massimo come avete lavorato al progetto? Come vi siete incontrati e da chi è nata l’idea?

Ci siamo "incontrati" per caso su Internet. Navigando per svago mi sono imbattutto sul suo sito, e mi sono innamorato subito del suo lavoro. In particolare ho notato quella che era la sua fatica più recente, quel Donnell & Grace che era prossimo ad uscire. Stile vicinissimo a quello dei manga, ma maturo, personale, raffinato, arricchito delle tante influenze fumettistiche che fanno parte del suo passato culturale. L'idea invece, il progetto, era già lì, l'avevo scritto per un'altra persona, molto tempo prima, ma poi lui abbandonò il lavoro, non so perché. L'ho ritirata fuori, mi sembrava adatta ai gusti di Massimo, gliel'ho proposta insieme ad altri due progettie a lui è piaciuta. Allora, associandola ad alcune tavole di Donnell & Grace, l'ho mandata a Dorison, il curatore di Shogun, che proprio in quei mesi stava pubblicizzando il lancio del rivista e della collezione "manga fatti in casa". Ero molto fiducioso, soprattutto perché ero sicuro che la qualità dei disegni di Massimo non avrebbe potuto lasciare indifferenti, e così è stato. Devo ammettere che la fortuna, il caso o il destino, ha avuto una parte importante nel successo dell'iniziativa, ma dopo tanta sfiga...

5) In Underskin un ruolo molto importante viene svolto dai robot, che poi sono una presenza insostituibile in ogni manga che si rispetti. Tu cosa ne pensi dei robot (lo so, ti piacciono!!!!), ma intendo dire quale è il tuo atteggiamento: per usare una frase di Eco, sei un apocalittico o un integrato?

Certo, mi piacciono, e sì, mi definerei un integrato. Anche perché, fondamentalmente, sono sempre ottimista, e quindi ritengo e spero che l'uomo sarà sufficientemente intelligente e capace d'evitare che i robot diventino la specie dominante del pianeta, e come conseguenza ci massacrino. I robot, e quando parlo di robot non intendo cyborg o umanoidi dotati di autocoscienza e intelligenza simil-umana, sono solo degli elettrodomestici, nel futuro lo saranno sempre di più, ma sta e starà a noi usarli nel modo più corretto. Se mai arriverà un giorno in cui i cosiddetti robot avranno una consapevolezza di sé e una capacità di ragionamento identica agli umani, allora il discorso è diverso, e molto più complesso. Saranno esseri viventi a tutti gli effetti, artificiali ma viventi e, soprattutto, autocoscienti, e come tali a loro dovranno essere riservati alcuni diritti inalienabili, come avviene per gli animali, o l'uomo. Ma di tutto ciò parlo in maniera articolata su Underskin... è un tema molto complicato, e lì ho tutto lo spazio che voglio per affrontarlo, discuterne e ragionarci sopra. Se lo desiderate, leggendolo, ci ragioneremo insieme. ;)

Per finire una domanda doppia: attualmente quali sono i progetti per Underskin, nel senso quante uscite avete in programma? E dove si può acquistare?

Il programma per Underskin è: fino a quando ce la facciamo. No, scherzo, ma fino a un certo punto. Al momento non c'è niente di definito, perché il volume è uscito da pochissimo ed è presto per fare un primo bilancio. Le critiche sui siti specializzati sono state tutte molto buone e questo ci conforta e c'incoraggia a proseguire. Andiamo avanti come un classico manga, siamo vicini alla conclusione dell'ottavo capitolo, e quindi anche del secondo volume, dopo il quale, credo, decideremo in maniera più concreta cosa ne sarà della nostra creatura. A seconda di quale programma stileremo, definirò il da farsi sugli sviluppi della trama, e quindi se diluirla o se condensarla.

Underskin si può acquistare in Francia, ovviamente, in tutte le librerie, di fumetti e non, e poi su Internet, presso tutti i più grandi e conosciuti negozi online (Fnac e Amazon, per esempio), e per chi è di Roma, consiglio anche le due bellissime librerie francesi: L'Aventure, e la Librairie Française de Rome.

Ultimissima: tu che avevi una rubrica su Intercom per consigliare manga, ci dai un consiglio: un manga da acquistare a tutti i costi e un manga da non comprare mai!

Un manga da acquistare a tutti i costi è Nausicaä, ma ci metterrei anche 20th Century Boys, o una qualunque delle opere di Jiro Taniguchi. Così ti ho fatto almeno una dozzina di titoli. ;)

Da non comprare mai, non te lo dico, perché non mi piace fare pubblicità negativa. Io sono positivo e costruttivo di natura, non mi piace distruggere. È un accanimento sciocco, per me, fine a se stesso, perché non bisognerebbe mai scordare che dietro un'opera c'è un autore, qualcuno che magari ci si è dedicato anima e corpo, con amore e passione.

Ciao e in bocca al lupo!

Ciao, grazie della bella intervista e crepi il lupo! :D


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