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Guerre Genetiche

Inserito Martedì 13 novembre 2007

Narrativa [Gene Wars]
Paul J. McAuley

1. Per i suoi otto anni, la zia di Evan gli mandò l'ultimo successo in fatto di biokit, Monta tu stesso il tuo semisenziente. Il coperchio della scatola mostrava una palude aliena che pulsava di vita misteriosa ed amorfa, su di un angolo era stampata a rilievo una doppia elica che fuoriusciva da una provetta. Non la far vedere a tuo padre, gli disse la madre, così Evan la portò nel vecchio fienile e sistemò su un tavolo da lavoro pieno di polvere e nascosto dietro la mietitrebbia i vassoi di coltura in plastica e le fiale di componenti chimici e di retrovirus.
Il padre lo trovò lì due giorni dopo. La matrice viscida che aveva creato, un milione di amebe aggregate attorno ad una goccia di AMP ciclico, si era trasformata con un retrovirus e stava germogliando piccoli grumi dal pelo blu. Il padre di Evan svuotò i vassoi di coltura e le fiale nel giardino e costrinse Evan a buttarci sopra un litro di candeggina industriale di marca. Più che la paura o la rabbia, fu la puzza acida che fece piangere Evan. Quell'estate la compagnia del leasing non permise il riscatto del bestiame. Il fiduciario che supervisionava il riacquisto delle supermucche partì su una grossa macchina con il logo della provetta e della doppia elica sugli sportelli. L'anno successivo il raccolto se ne andò, distrutto da una ruggine particolarmente virulenta. Il padre di Evan non riuscì ad affrontare il nuovo ceppo resistente e la fattoria affondò.

2. Evan viveva con la zia, nella capitale. Aveva quindici anni. Aveva una bici da strada, un computer allacciabile e un cucciolo di microsauro, un triceratopo dalla pelliccia color porpora. L'acquisto del porridge speciale che era tutto ciò che il microsauro poteva mangiare si prendeva la metà della paga settimanale di Evan, fu per questo motivo che permise al suo miglior amico di iniettare al cucciolo un virus di contrabbando per poter modificare la sua dipendenza dietetica. Fu un successo solo parziale: il triceratopo non necessitava più del suo porridge, ma sviluppò un'epilessia scatenata dalla luce del sole. Evan doveva tenerlo nell'armadio. Quando iniziò a perdere pelo in grosse quantità lo abbandonò in un parco vicino. In ogni caso i microsauri erano passati di moda. Se ne trovavano a dozzine che giravano per il parco e che mangiucchiavano foglie, erba o avanzi di fastfood gettati via. Scomparvero molto presto, portati all'estinzione dalla fame.

3. Il giorno prima che Evan si laureasse la sua ditta sponsorizzatrice lo chiamò per dirgli che dopotutto non avrebbe fatto ricerca. C'era stato un cambiamento di politica: le guerra genetiche da sotterranee si stavano facendo pubbliche. Quando Evan iniziò a protestare, la donna rispose in modo tagliente, "Siete messo meglio di molti altri impiegati a lungo termine. Con una laurea in genetica molecolare potrete fare almeno il sergente."

4. La giungla era una vivida coperta verde in cui i fiumi formavano dei lampi biforcati color argento. Un vento caldo si insinuò attorno ad Evan come si sporse dai portelli dell'elicottero, con la bardatura che gli scavava le spalle. Aveva ventitré anni, un sergente tecnico. Era il secondo giro di guardia.
I visori elaboravano delle icone sopra il campo visivo seguendo il bersaglio. Due villaggi distanti un clic, collegati da una strada rossa e sporca stretta come un capillare che istantaneamente si allargò a diventare un'arteria come l'elicottero scese in picchiata.
Lampi di bocche da fuoco sul terreno: Evan sperò che i contadini avessero solo dei Kalashnikov: l'altra settimana qualche giallo aveva tirato giù un elicottero con un SAM d'antiquariato. Poi fu troppo occupato a spargere il composto, una sospensione virale in uno spray appiccicoso che ricopriva come nebbia i campi di granturco.
In seguito il pilota, un veterano, disse attraverso l'intercom, "Le cose si fanno ogni giorno più dure. Prima prendevamo solo una foglia, la clonazione faceva il resto. Non potevi neppure chiamarlo furto. E questa roba... Ho sempre pensato che la guerra fosse una brutta cosa per gli affari."
Evan rispose, "La compagnia ha il copyright del genoma del granturco. Quei contadini non hanno la licenza per coltivarlo."
Il pilota disse con ammirazione, "Ehi, sei proprio un tipo adatto alla compagnia. Immagino che neppure sai che paese è questo."
Evan ci pensò su e disse, "Da quand'è che i paesi contano?"

5. I campi di riso si stendevano attraverso la piana allagata, fitti come una trapunta fatta a mano. In ogni risaia i contadini erano piegati sopra i loro riflessi, mettendo a dimora le pianticelle per il raccolto invernale.
Al centro della delegazione dell'UNESCO, il Ministro dell'Agricoltura stava in piedi sotto un ombrello nero tenuto da un aiutante. Spiegava che il suo paese moriva di fame dopo un raccolto record di riso.
Evan si trovava alle spalle della piccola folla, a testa scoperta sotto una pioggerella calda. Portava un elegante vestito mono-pezzo e calosce gialle. Aveva ventotto anni e aveva impiegato due anni per infiltrarsi nell'UNESCO per conto della sua compagnia.
Il ministro stava dicendo, "Dobbiamo comprare sementi rinforzati geneticamente per resistere ai pesticidi al fine di competere coi vicini, ma la mia gente non può permettersi di comprare il riso che coltiva. Deve essere tutto esportato per ridurre il nostro debito. Moriamo di fame in mezzo all'abbondanza."
Evan soffocò uno sbadiglio. Più tardi, ad un ricevimento in un'ambasciata sbriciolata, cercò di avere il ministro tutto per sé. Il tizio era ubriaco, non abituato ai liquori forti. Evan gli disse che gli aveva fatto molta impressione ciò che aveva visto.
"Guardi le nostre città," disse il ministro, impastando le parole. "Ogni giorno un migliaio di nuovi rifugiati ci si riversa dalle campagne. Abbiamo kwashiorkor, beri-beri."
Evan si mise una tartina in bocca. Faceva parte delle nuove linee della sua compagnia, si divincolò con una lascivia deliziosa prima che lui la inghiottisse. "Io potrei aiutarla," disse. "La gente che rappresento ha un nuovo raccolto che soddisfa completamente le richieste dietetiche e che cresce su un mezzo semplice."
"Semplice quanto?" Quando Evan l'ebbe spiegato, il ministro, non più tanto ubriaco come era sembrato, lo guidò verso il terrazzo. Il ministro disse, "Voi capite che questo deve essere confidenziale, Secondo le leggi dell'UNESCO..." "Ci sono modi per aggirarle. Abbiamo accordi di affidamento con cinque paesi che hanno... deficit commerciali simili ai vostri. Affittiamo il genoma sottocosto, è un modo per attirare clienti, per appoggiare quei governi che guardano in modo favorevole agli altri prodotti che abbiamo..."

6. Il pirata genetico stava mostrando ad Evan la sua attrezzatura di editing quando alla fine lo colpì il veleno lento. Si trovavano a bordo di un vecchio sottomarino ICBM ancorati in qualche luogo al largo delle Filippine. I tubi dei missili erano stati convertiti in fermentatori. Il ponte era tutto occupato dalla tecnologia di manipolazione più aggiornata, attrezzature di realtà virtuale che permettevano, a chi le indossava, il controllo diretto di robot da taglio delle dimensioni di una molecola mentre viaggiavano lungo le eliche del DNA.
"Non è dell'attrezzatura che ho bisogno," disse il pirata ad Evan, "è della distribuzione."
"Non ci sono problemi," disse Evan. Penetrare la sicurezza del pirata era stato pateticamente . Aveva cercato di infettare Evan con un virus zombie, ma il manipolatore di sistema immunitario modificato di Evan ne aveva avuto ragione con facilità. Il veleno lento era molto più subdolo: quando si riusciva a rintracciarlo era troppo tardi. Evan aveva trentadue anni. Si atteggiava da broker svizzero del mercato grigio.
"Qui è dove tengo le mie cose vecchie," disse il pirata picchiettando una vasca criogenica d'acciaio inossidabile. "Roba di prima che iniziassi ad andare alla grande. La diffusione di un complesso di geni portatori di luce, per esempio. Ricorda quando la foresta pluviale brasiliana iniziò ad essere incandescente? Ero io." Si asciugò il sudore dalla fronte, accigliandosi col termostato complicato della stanza. Grasso imballato e completamente pelato, non portava altro che dei bermuda e ciabatte da bagno. Era stato preso di mira perché stava per arrivare alla ribalta con una nuova cura per l'HIV. La compagnia faceva ancora una barca di soldi con la sua cura: stava bene attenta a che l'AIDS non fosse sradicato completamente nei paesi del terzo mondo.
Evan disse, "Mi ricordo che il governo brasiliano fu abbattuto, la gente lo prese come un segno di malaugurio."
"Ehi, che posso dire? Ero solo un ragazzino. Trasformare il genoma è stato facile, l'unica difficoltà è stata nel trovare un vettore. Roba vecchia. La mutazione somatica sta realmente diventando l'affare del futuro, creda a me. Perché allevare nuovi ceppi quando puoi rimodellare un genoma cellula per cellula?" Dette dei colpetti al termostato, le mani tremavano. "Ehi, mi sbaglio o è troppo caldo qui?"
"E' il primo sintomo," disse Evan. Si tolse di mezzo mentre il pirata genetico crollava sul ponte. "E questo è il secondo."
La compagnia aveva preso la precauzione di comprarsi il capo della sicurezza del pirata: Evan ebbe tempo in abbondanza per sistemare i fermentatori. Per quando sarebbe arrivato a terra si sarebbero prosciugati. D'impulso, contro ogni ordine, portò con sé un campione di un microgrammo della cura per l'HIV.

7. "Il territorio tra la pirateria e la legittimità è un campo minato," disse l'assassina ad Evan. "Ed è anche il luogo dove è più facile che occorrano i cambiamenti di paradigma, ed è qui che entro io. La mia compagnia ama la stabilità. Un altro anno e saresti diventato di dominio pubblico, e molto probabilmente la compartecipazione ti avrebbe reso miliardario... un concorrente minore, ma sempre concorrente. Quei gatti, non li ha nessun altro. Si supponeva che il genoma fosse stato spazzato via negli anni venti. Molto astuto, lasciare il mercato grigio medico e spostarsi sui beni di lusso." Aggrottò la fronte. "Ma perché sto parlando così tanto?"
"Per la stessa ragione per cui non mi ucciderai," rispose Evan.
"Sembra una cosa così sciocca volerlo fare," ammise l'assassina.
Evan sorrise. Aveva decodificato da molto tempo il virus in due fasi che il pirata genetico aveva usato su di lui: la prima era un Trojan horse che teneva occupati i suoi linfociti T mentre l'altra riscriveva i geni della lealtà che le compagnie impiantavano negli impiegati. Ancora una volta aveva provato quanto valesse. Disse, "Mi occorre qualcuno come te nella mia organizzazione. E poiché hai passato così tanto tempo ad arrivarmi così vicina per sedurmi, forse mi potresti fare l'onore di diventare mia moglie. Ne ho bisogno."
"Non ti preoccupa di sposare un killer?"
"Oh, per quello... un tempo lo ero anch'io."

8. Evan vide arrivare il crollo del mercato. Le guerre genetiche avevano ristretto le raccolte alimentari semi di soia, riso e granturco: malattie confezionate che mutavano in continuazione avevano ridotto i cereali e molti altri raccoltia sequenze di nucleotidi immagazzinate nelle camere blindate dei computer. Tre compagnie di biotecnologia globale detenevano i brevetti dei cibi necessari all'immissione calorica del novantotto per cento dell'umanità, ma avevano perso il controllo della tecnologia. La pressione dell'economia di guerra l'aveva semplificata al punto che chiunque poteva manipolare direttamente il proprio genoma e di conseguenza la forma del proprio corpo.
Evan aveva fatto una fortuna nell'industria della moda, vendendo modelli e microscopici robot autoreplicanti che agivano sul DNA. Ma immaginava che prima o poi sarebbe venuto fuori qualcuno con un sistema diretto di fotosintesi e i suoi sistemi esperti di borsa erano programmati per essere in correlazione con la ricerca nel campo. Lui e sua moglie vendettero le quote di controllo della loro compagnia tre mesi prima che apparisse la prima persona verde.

9. "Mi ricordo quando si sapeva cosa fosse un essere umano," disse Evan con tristezza. "Immagino che possa passare da antiquato, ma è così."
Dalla sua culla, all'interno di una nebbia di spray, la moglie gli chiese, "E' per questo che non ti sei mai fatto verde? Io avevo sempre pensato che fosse una posa alla moda."
"Le vecchie abitudini sono dure a morire." La verità era che gli piaceva il suo corpo così com'era. Oggigiorno diventare verdi comportava una mutazione somatica che consisteva nella crescita di un cappuccio nero di un metro per assorbire sufficiente energia solare. La maggior parte della gente viveva ai tropici, sciami di anarchici incappucciati di nero. Il lavoro non era più una necessità, ma un'indulgenza. Evan aggiunse, "Mi mancherai."
"Guardiamo in faccia la realtà," rispose sua moglie, "non ci siamo mai amati. Ma mi mancherai anche tu." Con un colpetto della sua coda potente lanciò il suo corpo affusolato in mare.

10. Post-umani incappucciati di nero, che scivolavano lentamente al sole, che si aggregavano e riaggregavano come amebe. Delfinoidi, coi tentacoli inguainati sotto le pinne, che si rullavano in contenitori d'acqua nuvolosa. Stelle di mare ambulanti; cespugli rotolanti di spuntoni; serpenti con un unico braccio; stormi di piccoli uccelli, brillanti come smeraldi, ogni stormo una entità singola.
Persone, divenute strane, infettate di miriadi di macchine microscopiche che scolpivano a piacimento il loro corpo.
Evan viveva in una tenuta isolata. Era riverito quale padre fondatore della rivoluzione post-umana. Un microsauro dalla pelliccia color porpora lo seguiva dappertutto. Lo stava registrando poiché aveva scelto di morire.
"Non mi pento di nulla," disse Evan, "tranne forse di non aver seguito mia moglie quando è cambiata. L'ho visto arrivare, sai. Tutto quanto. Una volta che la tecnologia è diventata sufficientemente semplice e abbastanza economica, le compagnie hanno perso il controllo. Come la televisione o i computer, ma suppongo che non ti ricordi di quelle cose." Sospirò. Aveva il vago sospetto di aver già detto tutto questo. Era un centinaio di anni che non aveva nuovi pensieri, tranne il desiderio di porre un termine al pensare.
Il microsauro disse, "In un certo modo, suppongo d'essere un computer. Ti va di vedere la delegazione coloniale ora?"
"Più tardi." Evan si trascinò verso una panchina e lentamente si sedette. Negli ultimi due mesi aveva sviluppato una leggera artrite e macchie sul palmo delle mani: la morte che finalmente manifestava parti del suo genoma che erano state soppresse per troppo tempo. La luce calda del sole che filtrava attraverso i rami viola delle cose albero; Evan si addormentò, si svegliò per trovare un gruppo di stelle marine che lo osservava. Avevano occhi blu, occhi umani, uno in cima ad ogni braccio muscoloso.
"Desiderano onorarti portando il tuo genoma su Marte," disse il piccolo triceratopo. Evan sospirò. "Desidero solo pace. Per riposare. Per morire."
"Oh Evan," disse pazientemente il piccolo triceratopo, "di certo lo sai anche tu che non c'è nulla ormai che muoia veramente."



Titolo Originale: Gene Wars
apparso originariamente in Invisible Country
tr. it. Danilo Santoni
Copyright (c) 1991 Paul J. McAuley.
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