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Valerio Evangelisti e la sua pacchiana "Luce di Orione"
Inserito Lunedì 17 marzo 2008
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di Giuseppe Iannozzi
Valerio Evangelisti e la sua pacchiana luce di Orione
di Giuseppe Iannozzi
Occasione mancata. Con il ritorno dell’Inquisitore Eymerich, che ha portato fama al suo creatore Valerio Evangelisti sin dagli esordi, speravo tornasse anche lo scrittore migliore, non quello dei confusionari “Il collare di fuoco” e “Il collare spezzato”.
“La luce di Orione” non aggiunge nulla al personaggio Eymerich, semmai gli sottrae qualcosa. Ahinoi, la scrittura di questo romanzo è piuttosto sfilacciata, difatti gli elementi storici si mischiano con molta difficoltà a quelli fantastici - per altro molto approssimativi.
Sarebbe stato assai meglio, non solo per Evangelisti scrittore, che questa ennesima avventura di Eymerich non fosse stata mai data alle stampe. Così non è stato, Evangelisti ha preferito consumarsi per un’avventura che ha poco o nulla dell’Eymerich inquisitore dei capitoli precedenti.
La storia delle Crociate, di casa Savoia, del mito di Orione, è quanto di più superficiale ci si potesse aspettare: non si capisce assolutamente dove voglia andare a parare l’autore, tranne poi scoprire, con non poca amarezza, il finale, che definendolo semplicemente squallido si fa, in ogni caso, grossa cortesia ad Evangelisti. Nemmeno nei peggiori fumetti pornografici usa e getta ci si trova di fronte a situazioni inverosimili e kitsch come quelle descritte da Valerio Evangelisti, nel vano tentativo di giustificare il plot.
Eymerich insieme al suo accompagnatore - Pedro Bagueny, una sorta di frate molto fedele, quasi quanto un can malfusso al guinzaglio - si spostano dall’Europa sino in Oriente, per scontrarsi con una giunonica regina, la quale avrebbe richiamato dai Cieli, con la complicità della sorella badessa, nientepocodimenoche l’arcangelo Raffaele, affinché si accoppi per mezzo del suo fallo - lungo almeno quanto mezzo braccio umano - con delle giovani fanciulle, ovviamente illibate e di alto lignaggio. Perché? Le puerpere dovrebbero dare alla luce una sorta di superuomo, un semidio: ma le cose non vanno esattamente così, le donne partoriscono dei “mostri mummificati”, che invocano a gran voce le madri e che non riconosciuti come figli finiscono col diventare un vero e proprio esercito contro le mura di Bisanzio.
Evangelisti mette in scena scenografie apocalittiche, molto ma molto trash, quelle tipiche di tanti b-movie made in USA; ecco dunque feti titanici il cui cuore pulsante fa macabra eco negli intrichi di ascose gallerie bizantine, ma anche un cielo di vene sanguigne che spezza le ginocchia ai più valenti viri riducendoli a dei semplici balbuzienti, e allucinazioni collettive a gogò. Risuona poi in maniera ossessiva un grido, quello di un nugolo di monache messe incinte da Raffaele/Orione; e nella testa di Eymerich l’eco prepotente di un verso di Dante, Raphèl mai amècche zabi almi, gli trapana il cervello e l’anima. Valerio Evangelisti, per giustificare l’esistenza dei “suoi personalissimi” giganti, scomoda anche la Bibbia (Il Vecchio Testamento); il risultato che riesce ad ottenere è a dir poco rabberciato se non addirittura pacchiano.
Gli inserti pseudo-fantascientifici vorrebbero disegnare la lotta fra la jihad islamica e gli stati americani: il risultato è un cadavere narrativo, proprio come le creature-frankenstein che l’autore mette in piedi, creature che hanno solo l’illogica presunzione d’essere vive al pari del Frankenstein di Mary Shelley.
Ho molto amato i precedenti capitoli dell’Inquisitore, ma questo purtroppo no: Evangelisti tiene vivo quello stile confusionario e lapidario dei precedenti romanzi già citati ed è un vero peccato, perché avevo sperato che questa avventura di Eymerich ci riconsegnasse l’Evangelisti migliore. Così non è stato.
Eymerich è evidentemente stanco e anche il suo creatore.
Meglio leggere “Mater Terribilis” o “Il castello di Eymerich”, o anche “Picatrix, scala per l’inferno” e il primissimo capitolo di Eymerich, ma “La luce di Orione” è un’avventura invalida, castrata in troppi punti perché sia godibile. Sicuramente la più brutta del ciclo dedicato ad Eymerich l’Inquisitore.
La luce di Orione - Valerio Evangelisti - Mondadori - Collana Strade Blu - 334 pp - € 15.50
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