un articolo di Kathryn Cramer
[On
Science and Science Fiction]
Kathryn Cramer
Nel suo saggio L'impossibile, M.C.
Escher sottolineava che "Chiunque volesse ritrarre qualcosa che non esiste
dovrebbe obbedire a delle regole". La maggior parte dei racconti di fantascienza
non sono estrapolazioni plausibili della nostra situazione corrente che fanno
uso delle informazioni di cui si dispone ma, piuttosto, sono degli oggetti
impossibili escheriani che usano i principi della scienza suppergiù allo stesso
modo in cui Escher usava le regole della simmetria geometrica: le regole danno
forma al contenuto immaginario e impossibile.
Tutta la SF che si interessa del
futuro (non ha importanza quanto sia costruita rigorosamente) deve montare il
proprio futuro da frammenti del passato e del presente, i futuri che costruiamo
sono parte del presente allo stesso modo in cui lo siamo noi stessi; anche se
non saranno mai realmente il futuro possono comunque rappresentarlo. La SF ci
permette di comprendere e fare l'esperienza del nostro passato, presente e
futuro, in termini di un futuro immaginato. Come le convenzioni della
prospettiva nella pittura che ci permettono di estrapolare una strada ferrata da
due linee convergenti attraversate da una serie di segmenti paralleli, le
convenzioni della fantascienza ci permettono di immaginare un mondo fisico al di
là dello schema delle scene descritte.
C'è stata una visione persistente che
l'"hard" SF sia in qualche modo il nocciolo e il centro del campo della SF, che
tutta l'altra SF orbiti attorno a questo centro, e che la caratteristica di
questo nocciolo sia un atteggiamento particolare verso la scienza e la
tecnologia. Quella che abitualmente chiamiamo "hard" SF è più precisamente
quella SF tecnòfila che Poul Anderson ha descritto negli anni '70:
Scienza, tecnologia, progresso
materiale e così via sono in fondo buoni. In essi sta una condizione
necessaria se non sufficiente per il miglioramento della sorte
dell'uomo, anche della sua sorte mentale e spirituale.
Differenzia anche il racconto di hard SF
da altre varietà di SF:
Un racconto di hard SF si basa su
scienza o tecnologia reali, di oggi, e le fa avanzare con un minimo di
forze, materiali o leggi di natura immaginarie."
E' più facile identificare un racconto
come "hard" SF (indistintamente dalla quantità di scienza effettiva che esso
contiene) se la voce narrante è pragmatica, deterministica e scontata sui molti
manufatti high-tech tra cui ha luogo il racconto, e se il futuro (o chiaramente
il presente alternato o il passato) in cui vive il protagonista sia
essenzialmente il risultato di un cambiamento tecnologico significante
dall'adesso e qui. Attraverso la ripetizione siamo arrivati ad identificare
questa voce narrativa come "futuristica".
Allo stesso modo della narrativa
utopica, la fantascienza sorge dal desiderio di creare e predire la possibilità
di un mondo migliore. Nella SF questo mondo migliore sarà creato e predetto
attraverso la scienza e la tecnologia: l'esplorazione scientifica e
l'innovazione tecnologica sono atti politici che portano alla salvezza del
mondo. Ma senza la tradizione del racconto popolare la SF, se mai fosse
esistita, sarebbe stata una letteratura di trattati didattici, fotocopie per
l'"utopia". Fortunatamente l'impulso utopico, razionalista e illuminato si è
scontrato con la tradizione estrosa, romantica e irrazionale della narrazione
popolare.
In aggiunta alla sua connessione al
racconto popolare la SF ha un'altra importante connessione con la cultura
pre-letteraria. Prima della Riforma, quando soltanto al clero era permesso
leggere la Bibbia, i laici guardavano all'arte religiosa non per la
rappresentazione della realtà quotidiana, ma per cercarvi rivelazioni dei
principi che stavano sotto la realtà: per scoprire i testi sacri. La SF è l'arte
religiosa della scienza. Mentre è ovvio che oggigiorno alla gente che sa leggere
è permesso leggere i testi scientifici così come la Bibbia, l'abitudine di
"leggere" l'arte religiosa è avanzata fino al modo in cui leggiamo la SF.
Leggiamo la SF non in cerca di rappresentazioni delle nostre vite quotidiane, ma
in cerca della rivelazione dei principi che stanno al di là dell'esperienza di
tutti i giorni: l'ordine cosmico. Da adolescenti potremmo anche aver letto la
fantascienza per imparare qualcosa della scienza stessa. Da adulti,
probabilmente conosciamo abbastanza della scienza, forse di più di qualche
autore di SF che leggiamo, ma la scienza collegata al raccontare storie ci
fornisce un'esperienza emotiva difficile da replicare nel confrontare solo la
realtà mondana, senza la compagnia di un libro.
Fin dalla fondazione del campo della
fantascienza negli ani '20, la scienza è stata la forza guida della fantascienza
e in qualche modo la fantascienza è riuscita a contraccambiare. Ci sarebbe mai
potuto essere un programma spaziale senza la fantascienza? Mentre i robot che
fabbricano auto nelle fabbriche giapponesi hanno una rassomiglianza molto ma
molto vaga a quelli di Io, Robot, ora non potrebbero proprio esistere se
non fosse stato per Isaac Asimov e compagni. Molte generazioni di scienziati ed
ingegneri sono cresciute leggendo SF, imparando che c'è una cosa del tipo della
scienza, e che se lavorano sodo a scuola possono anche divertirsi: la
fantascienza ha influenzato le scelte sulla carriera di scienziati del tipo di
Cal Sagan e di Gerald Feiberg. Molti lettori di SF che erano diventati
scienziati in seguito nella loro vita si sono trasformati in scrittori di
fantascienza: Fred Hoyle, Gene Wolfe, John Cramer, Carl Sagan, Joan Slonczewski,
Robert L. Forward e Don Kingsbury, solo per nominarne qualcuno. Nonostante
questa connessione tra scienza e SF, la natura di questa connessione rimane
ampiamente inesplorata.
La prima difesa della SF enfatizza le
meraviglie della scienza e la sensazione che suscitano nel lettore: al suo
meglio la fantascienza tende a trattare dell'esperienza emotiva nello scoprire
ciò che è vero, spesso rappresentato dalle scoperte scientifiche di grande
conseguenza. Nella hard SF tradizionale, la storia va presa molto letteralmente,
insistendo su di essa in un modo molto più forte di qualsiasi altro tipo di
narrativa della tradizione inglese.
Comunque, nell'arco degli ultimi due
decenni troppo poca attenzione è stata data a queste virtù che la fantascienza
deriva dalla sua relazione unica con la scienza. Durante questo periodo la
relazione fra scienza e fantascienza è stata de-enfatizzata in favore della
relazione tra fantascienza e Letteratura. Per ora una parte importante dei
frequentatori del genere preferisce chiamare la SF "speculative fiction" perché
la posizione sociale di un "futurista" è più allettante di quella di uno
"scrittore di fantascienza". Da questo punto di vista, la speculative fiction,
che si indirizza non solo al passato e al presente, ma anche al futuro glorioso
e misterioso, è un campo molto più ampio del "mainstream" (il termine che la SF
usa per liquidare la narrativa non scientifica) ambientato nel mondo attualmente
conosciuto o storicamente conosciuto, di solito che coinvolge solo quei
personaggi e quelle situazioni che immaginiamo per un ambiente realistico. Così
definito, il mainstream è un sottogenere della fantascienza e i grandi della
letteratura, intenzionalmente o meno, sono solo degli scrittori di speculative
fiction senza molto talento per la speculazione.
John W. Campbell promosse questa
visione della SF. Ma se viene spogliata del futurismo tecnologicamente orientato
di Campbell, adotta un significato differente: la scienza è marginalizzata in
favore dell'estrapolazione sociale. Mentre lo stile della prosa del racconto di
fantascienza medio migliora, molti degli scrittori più importanti sono stati
distratti dall'impegno di elaborare la loro sintesi di scienza e narrativa, e
allora: via i paragrafi che danno prova evidente che lo scrittore ha passato
tutto il giorno a calcolare la natura e la qualità delle eclissi su un pianeta
con cinque lune e dentro paragrafi con descrizioni attentamente osservate dei
sentimenti del protagonista, il che evidenzia la sincera sottomissione dello
scrittore al convincimento conservatore ma alla moda che tutte le buone storie
sono "mosse dal personaggio".
La hard SF interagisce anche con le
tecnologie e le istituzioni collegate che le producono e le distribuiscono. Nei
venti anni che ci separano dalla morte di John W. Campbell, molto è accaduto per
oscurare la sua visione tecnòfila della fantascienza. L'atteggiamento da hard SF
è diventato in se stesso un bene in vendita, separabile dal suo contesto
scientifico. Particolarmente durante gli anni di Reagan l'"hard SF" si è evoluta
in fantasie di potere dell'ala destra su materiale militare, con racconti di
uomini che uccidono cose con grosse macchine, tutte fantasie che hanno molto
poco a che vedere con il pensiero o la teoria scientifica.
In quel periodo la maggior parte di
quei giovani scrittori di SF che avevano più talento erano quasi del tutto
disinteressati a scrivere di scienza, precisamente perché era percepito
generalmente che la hard SF stava rapidamente degenardo nell'allegoria politica.
In mezzo a tutto ciò molti scrittori scrivevano ancora buona hard SF: Isaac
Asimov, Arthur C. Clarke, Charles Sheffield, Joe Haldeman, Donald M. Kingsbury,
Gregory Benford, Greg Bear, Paul Preuss e Joan Slonczewki. Simultaneamente gli
scrittori cyberpunk, Bruce Sterling, William Gibson e Rudy Rucker, stavano
legando alcuni tropi dell'hard SF al loro progetto post moderno. Molti buoni
racconti di hard SF sono apparsi negli ultimi anni da scrittori come Geoffrey
Landis, Connie Willis, George Alec Effinger e Lois McMaster Bujold.
La Eaton Conference del 1983 sulla
hard science fiction mise assieme critici letterari e gli "scrittori/scienziati"
Robert L. Forward, David Brin e Gregory Benford. Discussero molti aspetti
dell'effetto della hard science fiction ma, a giudicare dagli atti della
conferenza che sono stati pubblicati, alcune connessioni di base tra scienza e
narrativa rimangono oscure. Negli atti della conferenza e altrove ho notato
alcuni schemi retorici nelle dichiarazioni che gli scrittori di hard SF fanno
della hard SF. Ogni qualvolta sia possibile minimizzano le differenze tra l'hard
science fiction vera e propria e la scienza stessa. Per esempio, David Brin nel
suo saggio Running Out of Speculative Niches: A Crisis for Hard SF?
osserva astutamente che in un racconto di hard SF "la scienza stessa... è il
personaggio principale." Continua col descrivere come qualcosa piuttosto simile
alla rivista tra pari traspiri tra gli scrittori di hard SF. Mentre questa sorta
di lettura interattiva avvenga tra scrittori di hard SF e tra scrittori in altri
generi e sottogeneri, l'orientamento generale del saggio di Brin negli atti
dellla Eaton Conferennce (e per ciò che conta in quello di Forward, dal titolo
When Science Writes the Fiction, e in quello di Benford, dal titolo Is
There a Technological Fix for the Human Condition?) è che la scienza e la
hard SF sono molto simili. Questa percezione della similitudine tra scienza e
hard SF è manifesta nella definizione che Benford fa della hard SF in quel
saggio:
La mia definizione minima di hard
SF richiede che sia premiata soprattutto la fedeltà ai fatti fisici
dell'universo nel costruire una nuova 'realtà' obiettiva all'interno di
una matrice narrativa. Non è sufficiente usare semplicemente la scienza
come un integrante della narrativa... La SF deve usare la scienza in
modo speculativo. Le scienze fisiche sono le più capaci di predizione
dettagliata (e così di falsificazione attraverso l'esperimento), così
nella narrativa vengono percepite come indicatori più attendibili di
possibilità future, o come basi stabili per una speculazione metodica.
Questa visione della relazione tra hard
SF e scienza è semplificata e omette alcune distinzioni importanti: come ha
sottolineato il matematico Henri Poincaré, solo una piccola minoranza della
razza umana ha un rapporto piacevole con la matematica. Così, mentre la
matematica è lo scheletro che sorregge l'animale scienza, la scienza deve essere
"disossata" prima di venir usata nella narrativa, in quanto la maggior parte dei
lettori, anche lettori di hard SF, tollererebbero ben poche equazioni in
un'opera di narrativa. Perfino l'antologia dal titolo Mathenauts curata
da Rudy Rucker, contiene solo quattro equazioni e di queste nessuna è al di là
della portata di un diplomato delle superiori.
Comunque alcuni scrittori di hard SF
assumono lo stesso atteggiamento di Leonardo da Vinci, che nel suo saggio
Della pittura e della scienza dichiarava che "Nessuna ricerca umana può
dichiararsi una vera scienza se non è confermata da prove matematiche", e si
aspettano, più spesso di quanto non accada, che il lettore con una certa
conoscienza scientifica tiri fuori la calcolatrice per controllare che tutta la
matematica dietro le apparenze funzioni. In questo senso scienza e hard SF sono
molto differenti. L'hard science fiction è una letteratura vitale e diversa che
cerca di evocare la potenza e la meraviglia della scienza, di articolare la
sensazione di scoprire il vero e il reale. Racconti come The Singing Diamond
di Robert L. Forward e Surface Tension di James Blish colpiscono il
lettore con una raffica di idee; nel momento giusto, con le circostanze giuste,
leggere una storia di questo tipo può catturare la sensazione di aver fatto una
scoperta importante.
L'hard science fiction parla
dell'estetica della conoscenza, anche della conoscenza del tipo più spiacevole e
travolgente, quella che supera il fatto di amarla o di odiarla. In The Xi
Effect di Philip Latham, in A Descent into the Maelström di Edgar
Allan Poe e in Transit of Earth di Arthur C. Clarke questa conoscenza è
mortale, ma la sua rivelazione è numinosa. L'hard SF al suo nocciolo è al di là
delle questioni di ottimismo o pessimismo, al di là delle questioni di
tecnologia e di applicazione. L'hard SF riconosce la meraviglia come l'emozione
umana più sottile.
Come già sanno molti lettori di SF,
l'hard SF ha un sentimento identificabile, una particolare specie di voce
narrativa, l'atteggiamento esatto. Questo atteggiamento è rispettoso dei
principi che soggiacciono alla pratica della scienza, non diverso dalla
reverenza che si mostra nell'entrare in una cappella. Una cosmologia razionale
accompagna questo atteggiamento: una cosmologia basata sulla convinzione che i
fatti letterali di una situazione sono più importanti di qualsiasi
interpretazione. L'anti misticismo della hard SF è un motivo di orgoglio per gli
scrittori di SF (e per gli scienziati con la stessa mentalità) che vedono la
scienza come un sostituto della religione e della superstizione.
Nel suo saggio sulla metafora dal
titolo Sulla verità e sulla Falsità nel loro senso estramorale, il
filosofo Friederich Nietzsche descrive quella che sente come la situazione
liberale, fattuale e non metaforica dell'umanità che potrebbe benissimo servire
come descrizione della cosmografia della hard SF:
In un qualche remoto angolo
dell'universo, effuso in innumerevoli sistemi solari, c'era una volta
una stella sopra cui degli animali abili inventarono la cognizione. Fu
il momento più arrogante e mendace nella storia di questo mondo ma,
comunque, solo un momento. Dopo che la Natura aveva ripreso respiro, la
stella si raffreddò e gli abili animali dovettero morire.
L'arco di vita del nostro sole non è che
un breve momento nella storia dell'universo, tutto ciò a cui diamo importanza
presto sparirà a meno che non ci diffondiamo nell'universo o a meno che non ci
siano state, ci siano o ci saranno là altre forme di vita intelligente. Gli
scrittori di hard SF cercano di trovare una via d'uscita da questo dilemma.
L'hard SF usa le regole di un universo deterministico per mostrarci che il
nostro destino non è ancora suggellato. Come Hal Clement ha sottolineato in una
conversazione, nella hard SF l'universo stesso è l'antagonista.
L'atteggiamento della hard SF teso a
risolvere il problema della nostra inevitabile estinzione ha tre corollari:
1. nessuna precondizione di possibile
vita intelligente è insostituibile, data sufficiente conoscenza scientifica
2. la sostituzione di cose
necessarie a sostenere la vita è necessaria, desiderabile e promuove la
sopravvivenza a lungo termine della nostra specie
3. lo scientifico deve sostituire
il non scientifico
Il pronunciamento di Nietzsche che "gli
abili animali dovettero morire" è un pensiero deprimente per il realista, ma per
il razionalista della hard SF è una sfida eccitante! La forte connessione della
hard SF con la fisica (uno degli ultimi sistemi di idealismo classico a
mantenere la propria validità intellettuale) permette alla hard SF di continuare
a farsi carico dell'aspetto più totale della condizione umana, la nostra
sopravvivenza come specie. L'ala tecnòfila della comunità fantascientifica
custodisce gelosamente l'idea che grazie al nostro interesse e all'entusiasmo
per l'innovazione tecnologica, potremmo essere proprio il livello successivo
nell'evoluzione umana.
Questo concetto porta ad uno dei
paradossi della hard SF: se la nostra fede nella scienza sostituisce la fede
religiosa, la scienza è coopotata per diventare una religione, cosa che,
naturalmente, sarebbe non scientifica. L'opera di Arthur C. Clarke mostra meglio
di tutte la tensione tra scienza e religione all'interno della hard SF: alcune
edizioni del suo romanzo Childhood's End (Le guide dell'infinito)
presentano l'affermazione di ripudio che le opinioni nel libro non erano quelle
dell'autore. Anche il racconto The Star mostra questa tensione: la storia
'spiega' la Stella di Betelemme in termini di hard SF, una nozione scientifica e
tecnologica sostituisce quella religiosa eppure, se non fosse per la
cristianità, questa sostituzione perderebbe di significato.
Il primato del sense of wonder nella
fantascienza pone una sfida diretta alla religione: il sense of wonder e il
mondo naturale così come è sperimentato attraverso la fantascienza sostituiranno
il timore religioso? Non è forse una coincidenza che una simile controversia sia
emersa nel movimento della New Age attorno al fatto se l'illuminazione autentica
sia raggiungibile o meno attraverso l'uso di macchinari di meditazione: le
rivelazioni elettriche sono autentiche? Se no, come possiamo scorgere la
differenza? L'idea che nel futuro cose migliori e più scientifiche
rimpiazzeranno tutte le cose che attualmente ci occorrono e che usiamo (una
convinzione cosmica in uno standard di vita in continuo miglioramento)
costituisce quello che io definisco come il principio di sostituzione della SF.
Il principio di sostituzione è
ampiamente in mostra in opere come It's Great to Be Backdi Robert A.
Heinlein in cui una famiglia ritorna sulla Terra dopo anni trascorsi sulla luna
per scoprire che la nostalgia per l'abbondanza della Terra e per la ricchezza
delle sue società era deviata dalla nostalgia. Day Million di Frederik
Pohl descrive una società in cui gran parte di ciò che conosciamo è stato
sostituito da qualcosa di più futuristico, ma presta poca attenzione ai commessi
viaggiatori. Mentre le lampadine atomiche non sembrano più un'idea tanto buona,
il concetto di vivere su una colonia L5, il viaggiare verso altri pianeti e il
comunicare con intelligenze extraterrestri ci incanta ancora. se il 'vetrolento'
che è descritto in Light of Other Days di Bob Shaw fosse commerciabile,
molti di noi lo comprerebbero. E rimaniamo affascinati da tecnologie come la
clonazione e il viaggio temporale.
Le grandi idee della hard science
fiction sono più ambiziose della creazione di qualsiasi singolo strumento.
L'hard science fiction ci mostra molti luoghi alternativi dove vivere: stazioni
spaziali, altri pianeti, comunità sottomarine e così via: l'hard science fiction
prende posizione sul fatto che dovremmo avere la conoscenza e la tecnologia per
creare, dai blocchi di costruzione dell'universo, tutto ciò che ci occorre per
avere una vita ricca e felice in modo da porre fine alla nostra dipendenza
infantile dalla Terra e da ciò che ci fornisce la natura.
Sebbene alcuni scrittori di hard SF
dichiarino che i loro mondi futuri e le loro situazioni non violino alcuna legge
fisica e per questo potrebbero anche realizzarsi, la maggior parte degli scenari
della SF sono almeno implausibili, spesso strampalati e altri completamente
impossibili. La controversia annosa sul fatto che gli scrittori di SF debbano o
no usare il viaggio più veloce della luce (FTL) nelle loro storie espone le
varie richieste conflittuali rivolte allo scrittore: a seguito della meta
utopistica della SF di salvare l'umanità dall'estinzione, è un gioco che deve
essere svolto nelle regole, non avrebbe significato chiedere favori ad un
universo disinteressato. Eliminare l'FTL dalle possibilità limita alquanto le
nostre opzioni: siamo tutti agghindati senza un posto dove andare. Eppure
dobbiamo diventare una specie che si è fatta da sè, diventare i più adatti, così
dobbiamo sopravvivere all'inevitabile morte del nostro sole.
Scrivere storie all'interno delle
regole dell'universo così come lo conosciamo e scoprire comunque possibilità
fantastiche di nuovi modi di vita è lo scopo centrale dello scrittore di hard
SF. Le leggi fisiche ci dicono che molte cose sono impossibili data la
tecnologia esistente, la frontiera in continua espansione della conoscenza
scientifica ci mostra come fare molte cose che non ci saremmo neppure sognate.
La SF rappresenta ciò che potrebbe essere il futuro, anche se sappiamo che il
vero futuro non apparirà per niente in quel modo e che quando lo incontreremo
potremmo non riconoscerlo.
© Kathryn Cramer
tit. orig.
On
Science and Science Fiction
in David G. Hartwell and Kathryn Cramer (editors),
The Ascent of Wonder
tr. it. Danilo Santoni
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