il complotto come narratologia
di Massimo Pietroselli
Questo articolo, pubblicato sulla bella rivista Carmillaonline (vedi http://www.carmillaonline.com/ archives/ 2005/01/ 001175.html#001175), non è
altro che la rappresentazione di meme parassita, ovvero di leggenda
metropolitana, esempio di come far credere il falso via mass media. Peraltro, è
scritto in modo così scoperto, così ovvio, che presumo serva come esempio di
“informazione falsa”, cioè come avviso, come messa in guardia. Spiegherò alla
fine perché abbia maturato questa convinzione.
C’è anzitutto un’affermazione falsa ad aprire il testo delle
coincidenze strabilianti: “La lista che segue è composta da affermazioni
storicamente accertate.” Da chi? Non certo dall’autore dell’articolo, altrimenti
avrebbe scoperto, con una rozza e rapida ricerca su internet, che:
1) Le spose dei due presidenti hanno avuto i figli mentre abitavano nella Casa
Bianca.
Falso:
Lincoln e Mary Todd hanno avuto 4 figli: Robert Todd (1843-1926), Edward Baker
(1846-50), William Wallace (1850-62), and Thomas "Tad" (1853-71).
Si vede facilmente che nessuno di questi è nato durante la presidenza Lincoln.
2) I due presidenti hanno perso la vita di mercoledì.
Falso:
Lincoln morì il 15 aprile 1865, di sabato, e Kennedy il 22 novembre 1963,
di venerdì. Se proprio vogliamo trovare una coincidenza, diciamo che
entrambi furono colpiti di venerdì, d’accordo? Ma il mercoledì non c’entra
nulla, dunque nessun controllo delle affermazioni riportate.
3) La segretaria di Lincoln si chiamava Kennedy.
Falso:
John Kennedy ebbe una segretaria a nome Evelyn Lincoln, ma non esiste evidenza
storica in merito alla fantomatica segretaria di Lincoln, che invece ebbe due
segretari alla Casa Bianca, John G. Nicolay and John Hay. Fino a prova
contraria.
4) John Wilkes Booth, che uccise Lincoln, nacque nel 1839.
Falso:
Booth nacque nel 1838.
5) Lincoln morì dentro un cinema chiamato ”Kennedy”.
Falso:
Un cinema nel 1865? Un minimo di buon senso sarebbe bastato per verificare che
Lincoln morì nel Ford's Theatre, 511 10th Street, mentre assisteva a Our
American Cousin.
Tuttavia, questa assicurazione iniziale sull’accuratezza storica permette agli
animi semplici di bersi tutta una sfilza di assurdità che dovrebbe portarli a
credere esista una misteriosa relazione atemporale tra i due omicidi, quasi una
maledizione che ricorra a cent’anni di distanza, un gorgo quadridimensionale o
chissà cos’altro.
Il mistero così suggerito è poi esaltato dal ricorso alla numerologia. Difatti,
oltre a una serie di false coincidenze, esiste pure un florilegio di coincidenze
del genere ben noto agli esperti di fantarcheologia ed esoterismo d’accatto,
dove la Potenza del Numero suggerisce la Setta Pitagorica come possibile
mandante dei due omicidi. Proposizioni che non sono false, ma che per
“azzeccarle” insieme bisogna fare gli slalom, ad esempio:
I cognomi Lincoln e Kennedy sono composti da 7 lettere, così come i nomi dei
successori.
Ma i nomi no, peccato, e Kennedy aveva anche un fastidioso nome in mezzo,
Fitzgerald, peraltro di sole dieci lettere, nemmeno multiplo di 7!
Il totale delle lettere dei nomi di ogni assassino è 15.
Il contrario di cui sopra: stavolta coincidono le somme,ma non i singoli nomi,
tutti assurdamente diversi.
Insomma, un grumo di affermazioni false e coincidenze insignificanti che però,
coagulate attorno ad un evento / personaggio storico di forte impatto
emozionale, assicura il carburante per un lungo viaggio per i meandri dei media:
lo stesso meccanismo del Codice Da Vinci, in fondo.
L’unica cosa che mi ha rilassato, alla fine di un articolo che avevo letto con
crescente incredulità in quanto i meccanismi del meme parassita utilizzati erano
evidentissimi, usati in modo dilettantesco, è stata l’ultima asserzione:
Una settimana prima di essere ucciso, Lincoln era in ferie a Monroe, Maryland.
Una settimana prima di essere ucciso, Kennedy era in “ferie” con Marilyn Monroe.
Una battuta, anche se di dubbio gusto: la povera Marilyn Monroe morì difatti un
anno prima della morte di Kennedy, e non è possibile che l’articolista non
sapesse nemmeno questo.