Un racconto di Simone Conti
DARWIN'S ISLAND
Il grattacielo di cristallo, che
sovrasta il vecchio
quartiere di Wadala a Bombay, è sferzato dalle violente piogge
monsoniche, che in quei giorni si abbattono su buona parte del
continente Indiano. Al cinquantesimo piano dell'imponente edificio,
Vesna Surabhi entra nel laboratorio di ricerca della Indian Future
mentre il supercomputer si appresta a terminare l'ultima fase di
un'infinita sequenza di calcolo.
– Dannato monsone, mi chiedo se verrà il giorno in cui
riusciremo a pianificare una soluzione meteo accettabile! – protesta
l'ingegnere informatico, incrociando il volto stanco del tecnico
seduto alla postazione di controllo. – Ribhu, a che punto siamo?
Un ragazzo dai lineamenti acuti distoglie lo sguardo da
uno dei trentaquattro monitor disposti a parete. – Quasi pronti. –
risponde con voce esausta. – Il programma assorbe in modo soddisfacente
il materiale in arrivo, e l'isola continua a crescere. Ora non ci resta
che terminare l'elaborazione di una insenatura, una collina e una
singola sezione di foresta pluviale. Strutturare le varietà di
flora e fauna tropicale richiede un pò di tempo - il materiale
da setacciare e rielaborare è terribilmente variegato - ma il
risultato finale sarà quanto di più simile alla
realtà.
Surabhi sorride. La notizia è davvero buona. Di
lì a poche ore l'isola, o come la chiama lui "lo scrigno delle
meraviglie", entrerà in funzione.
– Hai controllato il programma catalogatore? – chiede Surabhi. – Lo sai
che l'ultima volta cinquepuntouno si è piantato come una banale
applicazione del ventunesimo secolo, costringendoci a cancellare mezza
isola nel tentativo di recuperare i dati da convertire in pixel
immagine.
Ribhu si aggiusta gli occhiali sul volto imperlato di sudore,
nonostante l'aria condizionata. – Lo so bene, non c'è bisogno
che me lo ricordi. In ogni caso ho fatto diversi controlli incrociati e
tutto sembra funzionare a dovere. Darwin5.1 è perfettamente
operativo.
Le mani affusolate di Surabhi avvolgono le spalle del
tecnico. – Questa volta cerchiamo di non fare cazzate!
Subito dopo esce dal laboratorio e, percorrendo il
corridoio che porta al suo ufficio, si imbatte nell'uomo delle pulizie.
– Sempre al lavoro professore?
– Ci si deve pur guadagnare il pane in qualche modo – gli risponde un
gracile vecchietto, afflitto da un appariscente tremolio, sfoggiante
una lunga barba ingiallita dalla nicotina. – Dimmi piuttosto:
novità sulla tua isola?
Surabhi avverte una piacevole sensazione di piacere nel
comunicare i progressi del programma al prof. Charles Darwin, versione
clonata anni prima a solo scopo pubblicitario e, adesso, costretto a
guadagnarsi da vivere lustrando pavimenti. – Siamo quasi pronti. Tra
qualche ora lo scrigno delle meraviglie entrerà in funzione a
ciclo continuo lanciando la nostra azienda nel futuro!
– Allora ricordati della promessa. – replica la copia genetica del
famoso naturalista.
L'isola
Il sole scende sul perimetro durwan/est18°/,
tingendo
di un rosso acceso quella zona dell'isola dove, su una spiaggia di
sabbia simulata, a pochi metri dalle onde di un mare fittizio,
Darwin5.1 passeggia nervosamente, rigirando tra le mani un frammento di
roccia e tirando calci alle conchiglie depositate dalla risacca.
– Il tempo di catalogare finte rocce, piante artificiali e animali
fasulli è finito! – sussurra la proiezione tridimensionale di un
naturalista scomparso da secoli. – Non posso attendere oltre!
Sopra di lui gabbiani e sule dai piedi azzurri
svolazzano in un cielo apparente, planando di tanto in tanto sul
pelo dell'acqua in cerca di nutrimento, mentre sugli scogli di finta
roccia lavica simulazioni d'iguane marine e cormorani assaporano gli
ultimi raggi di un sole innaturale. Darwin5.1 osserva il paesaggio,
riflettendo sul fatto che volatili e rettili seguono uno
schema comportamentale ben preciso.
– Il programma non mostra difetti. – borbotta. – Non ci sono
discrepanze nella sequenza logica degli eventi. Le ore di luce e di
buio sono regolari; i venti e le precipitazioni sono regolari, le maree
sono regolari e, a quanto sembra, anche il comportamento animale si
manifesta in modo del tutto normale.
A quel punto Darwin5.1 getta a terra la roccia che stringe
tra le mani e, nell'aria umida di un tropico che non esiste, il ruvido
minerale disperde una sequenza cifrata.
L'allarme acustico distoglie Surabhi dalla conversazione
con il clone del prof. Darwin. Senza indugio, il giovane
ingegnere si precipita nel laboratorio, seguito dal naturalista inglese.
– Che diavolo succede? – ruggisce Surabhi, incrociando lo sguardo
preoccupato di Ribhu.
– Una discrepanza di sistema si è manifestata sull'isola tredici
secondi fa e la causa sembra essere il programma catalogatore!
– Cosa?
– I dati in arrivo ci dicono che la simulazione senziente sta
comprendendo la vera natura di quello che la circonda! Lo so, è
assurdo, ma non ci sono dubbi: cinquepuntouno ha disgregato una
copertura di terza classe. Si tratta di un frammento di roccia!
All'interno del laboratorio l'allarme acustico continua a
strillare. – Disattiva quel coso! – tuona Surabhi. – Con questo
baccano non riesco a pensare!
La mano del tecnico si posa su un piccolo pulsante e
l'allarme cessa all'istante. Tornata una parvenza di calma, Surabhi si
avvicina a uno dei monitor di controllo. – Probabilità che il
programma arrivi alle coperture di prima classe?
Gli occhi stanchi di Ribhu mettono a fuoco i dati che
scorrono a frenetica velocità sul monitor. – Le coperture di
prima classe non si possono disgregare, ma l'esperienza mi dice che non
possiamo permetterci nessun rischio. Il programma catalogatore è
mutato in un virus di sistema!
– Merda! – ruggisce Surabhi – mancano due giorni al viaggio conoscitivo
e ci ritroviamo con questo dannato problema!
– Vesna, devi simulare te stesso e inviare laggiù la tua
proiezione tridimensionale per disattivare la fonte del programma
catalogatore! – gli risponde Ribhu.
A quel punto interviene il clone del prof.Darwin. –
Ragazzo mio è giunto il momento di mantenere la tua promessa.
La clonazione del prof. Charles Darwin, avvenuta sul
finire del ventiduesimo secolo estrapolando una sequenza di Dna dai
frammenti ossei del suo cadavere, era stato evento catalizzante per la
popolazione dell'intero pianeta. In realtà, l'operazione della
Indian Future - dal costo di diversi milioni di rupie - ancor prima di
rivelarsi una mera mossa pubblicitaria, escogitata al fine di
accattivarsi i poteri forti dell'economia mondiale, fu un vero disastro
scientifico.
Il messaggio dell'operazione recitava pressappoco
così: "Indian Future, la nuova frontiera dell'evoluzione umana".
Ma di evolutivo c'era stato ben poco. Il clone era parso da
subito affetto da preoccupanti anomalie, tra le quali uno scompenso
molecolare che gli aveva provocato un invecchiamento precoce e una
forma acuta di delirium tremens.
All'inizio Darwin era figura contesa dai media di tutto il
mondo. Poi, quando la clonazione umana fu dichiarata illegale dal
consiglio etico mondiale, l'interesse per la copia genetica del
naturalista inglese andò scemando. La salute di Darwin era
peggiorata. I parametri clinici non promettevano nulla di buono. In
preda a frequenti crisi depressive, il clone aveva tentato più
volte il suicidio. Fu allora che Vesna Surabhi, a quel tempo giovane
studente informatico, gli aveva promesso una vita migliore, in un luogo
meraviglioso. Ora, undici muniti dopo l'allarme, quella vecchia
promessa sta per essere mantenuta.
Darwin è disteso su un lettino, al fianco di
Surabhi, con il corpo ricoperto di elettrodi.
– Siamo in linea – dichiara Ribhu, posizionato alla consolle di
controllo.
– Allora portaci dentro. – risponde Surabhi, incrociando lo sguardo
teso del tecnico.
Così come lo scienziato, anche il clone di Darwin avverte un
leggero formicolio nella zona temporale destra.
Ribhu stringe la mano di Surabhi. – Buon viaggio, Vesna-ji!
Pochi istanti dopo, il tecnico attiva il sistema di
immersione neurale e i due pazienti, quasi senza accorgersene, si
abbandonano al torpore cerebrale...
L'isola
La proiezione 3D del prof. Darwin acquisisce coscienza di
sé su una spiaggia di sabbia finissima, mentre accanto a
lui la proiezione di Vesna Surabhi lancia sassi tra la spuma di
un mare cristallino.
– Siamo dentro? – sussurra Darwin.
Surabhi è intento a osservare il paesaggio che lo
circonda. L'isola non mostra fastidiose pixellizzazioni; il croma
sembra accettabile e i livelli di saturazione e illuminazione appaiono
buoni, mostrando vividi contrasti di luci, ombre e colori. Constatato
con sollievo che, per il momento, il virus non è riuscito a
intaccare la struttura base dell'isola, Surabhi si libera dell'ultimo
sasso e, rivolto al naturalista, dichiara con enfasi: – Siamo dentro!
Sotto il porticato di una villa in stile vittoriano,
sepolta tra la fitta vegetazione tropicale, Darwin5.1 passeggia
nervoso, fermandosi di tanto in tanto ad ascoltare il rombo di tuoni
lontani. Certo che di lì a pochi minuti un ciclico monsone si
scatenerà sull'isola, la proiezione 3D di un programma
catalogatore infettato si passa una mano tra la folta barba intrisa di
umidità e scrutando le nubi che vanno ad oscurare il
cielo, ringhia: – Dannato monsone!
Nuvole minacciose annunciano l'approssimarsi di una
tempesta tropicale. Vesna Surabhi, seguito a ruota dal prof. Darwin, si
allontana dalla spiaggia, imboccando un sentiero che si inoltra
all'interno dell'isola. L'ingegnere della Indian Future cammina spedito
senza prestare attenzione al mondo paradisiaco che lo circonda, al
contrario, il vecchio naturalista è affascinato da ciò
che sta vedendo. A pochi passi da lui, felci e palme crescono a
velocità incredibile. La foresta pluviale è intrisa di
suoni meravigliosi, popolata di pappagalli dalle variopinte livree
che svolazzano tra le alte fronde vegetali e di strane
scimmie rossastre impegnate a compiere acrobazie sui rami.
– La percezione della realtà è davvero
impressionante! – esclama il prof.Darwin.
– Il software di immersione agisce sull'attività sinaptica del
tuo cervello, permettendoti di visualizzare te stesso e il mondo che ti
circonda. – risponde Surabhi, cercando di essere il più chiaro
possibile nonostante la sua voce si disperda in fastidiose rifrazioni
di eco. – Un mondo del tutto reale nei suoi odori, sapori e immagini.
Purtroppo abbiamo qualche problema col settaggio dei suoni, ma ci
stiamo lavorando. Inoltre il programma replica in parte la flora e la
fauna di quelle isole del sud pacifico dove, nel diciannovesimo
secolo, la tua matrice elaborò la famosa teoria
dell'evoluzione.
– Scusa l'invadenza, ma quale sarebbe la funzione di tutto questo? –
chiede Darwin.
– Lo scrigno delle meraviglie è un programma di eco-simulazione
che raccoglie proiezioni tridimensionali di tutte le creature a rischio
di estinzione.
– Vuoi dire che alla Indian Future siete in grado di replicare
qualsiasi creatura vivente?
– Animali, piante, minerali; persino elaborati microclimi primitivi.
Nello scrigno ogni singola cellula di vita è perfettamente
replicata. E' stato un duro lavoro, ma alla fine tutto questo
sarà un successo! Tra pochi giorni facoltosi turisti del
cyberspazio potranno compiere affascinati viaggi neurali alla scoperta
delle meraviglie perdute della natura, e tu sarai la loro guida!
Darwin ha un sussulto di sorpresa. – Che cosa intendi dire?
Surabhi gli si avvicina, posandogli le mani sulle spalle. – Ti sto
dicendo che lascerai per sempre il mondo reale, quel mondo che
non è stato capace di volerti bene. La tua mente rimarrà
connessa al programma e tu vivrai il resto della vita su questa
meravigliosa isola, catalogando il materiale che noi immetteremo
giornalmente. Che ne dici?
Il prof. Darwin, disorientato dalle parole di Surabhi,
borbotta: – Che ne sarà dell'attuale programma di
catalogazione?
Surabhi si fa serio in volto. – Il cinquepuntouno è
stato infettato da un virus sconosciuto. Il programma non è
più affidabile e lo scrigno rischia di essere danneggiato. Io
sono qui per disattivarlo, ma a lavoro finito manterrò la
promessa che ti ho fatto anni fa.
A quel punto, controllando a fatica una strana
emozione, la proiezione 3D del clone riesce solamente a borbottare: –
Grazie.
Nella stanza solo il rumore meccanico di un orologio a
pendolo. Un fuoco brillante arde in un vecchio camino di pietra e le
prime gocce di pioggia simulata ticchettano contro i vetri
delle finestre. Darwin5.1 si lascia cadere sulla soffice poltrona di
velluto. – Non abbiate paura… – sussurra. – Ci sono io a vegliare su di
voi.
All'improvviso la lussureggiante selva tropicale si
dirada, svelando agli occhi dei due visitatori l'antica villa del
programma catalogatore. La pioggia sferza il volto di Surabhi, sospinta
dal forte vento che giunge dal mare. La proiezione digitale del giovane
ingegnere si lascia andare a feroci bestemmie, costretta com'è a
dover aspettare il prof. Darwin. Alle sue spalle, il vecchio
naturalista avanza impacciato sul sentiero invaso dal fango,
imprecando in direzione degli imponenti cumulonembi simulati che
riempiono il cielo.
– Che ne dici di rivedere la simulazione climatica dell'isola? –
ringhia il professore, passandosi una mano sul volto bagnato. – Non
credo che il monsone sia una componente indispensabile del programma!
Surabhi sorride, il vecchio clone gli ha sempre ispirato
una certa simpatia. – Il programma non può esimersi dal seguire
il ciclo naturale delle stagioni. – risponde lo scienziato. – Il
monsone è indispensabile come lo è che tu acceleri il
passo!
Darwin5.1 posa il bicchiere sul tavolo, osservando i due
uomini che, fradici di pioggia, sostano sulla soglia di casa.
– Vi stavo aspettando – sussurra il programma infettato. – Entrate o vi
beccherete qualche malanno…
Surabhi avverte un brivido attraversagli la schiena:
quella è la prima volta che la sua proiezione tridimensionale si
trova dinanzi ad un virus di programma. Intanto, la proiezione del
prof. Darwin, si scrolla di dosso la pioggia e senza indugiare entra
nel soggiorno. Nel vederlo, Darwin5.1 si alza dalla poltrona. – Bene,
allora è quello il mio aspetto nel mondo reale…
Recuperata una parvenza di calma, anche Surabhi si
fa avanti. – Stai combinando un gran bel disastro, non credi?
Darwin5.1 distoglie lo sguardo dalla sua matrice,
posandolo sul volto di Surabhi. – Piove, hai visto?
– Secondo programma. – risponde a tono Surabhi.
In mezzo a loro il prof. Darwin osserva la scena, in
silenzio.
Darwin5.1 si avvicina alla finestra e, guardando fuori, sussurra: –
Ogni volta che piove, i bambini sono sacrificati sul freddo altare del
profitto globale. Bambini senza futuro, ai quali è stato negato
il sacrosanto diritto di crescere, giocare, ridere e piangere. Bambini
che non potranno emozionarsi per le cose belle della vita perchè
la spietata ricerca del profitto economico glielo ha impedito!
Surabhi deglutisce a fatica. Darwin5.1 dimostra di avere
il pieno controllo del flusso di informazioni elaborate dal programma.
– Lo sai che questa pioggia monsonica arriva dallo Sri Lanka? –
sibila il virus senziente.
– Tu esisti al solo scopo di catalogare dati! – risponde Surabhi.
– Io le chiamo lacrime innocenti. – continua Darwin5.1, intento a
guardare la pioggia. – Pensieri di un inguaribile idealista, vero?
Surabhi scuote il capo e il programma replica: – Sono
stanco di vedere la pioggia che cade... è giunto il momento
di aprire lo scrigno dei segreti!
Allora il prof. Darwin si intromette nella disputa. – Ma di che
sta parlando? – chiede a Surabhi.
– Della vera essenza di tutto questo. – gli risponde il programma,
volgendo lo sguardo in direzione della propria matrice. – Scommetto che
il nostro scienziato ti ha riempito la testa di cazzate riguardanti lo
scrigno delle meraviglie, vero?
Il prof. Darwin, disorientato, annuisce.
– Mi spiace per te, ma in questo scrigno non ci sono meraviglie! –
sospira il programma catalogatore. – L'isola è in realtà
una cassaforte del cyberspazio, dove le multinazionali del
pianeta celano agli occhi del mondo reale i loro sporchi traffici:
fondi neri, lavoro minorile, rifiuti tossici, organismi geneticamente
modificati, clonazione umana. Le leggi promulgate dal consiglio
mondiale vietano ogni tipo di sfruttamento o illecito commerciale, ma i
dati che testimoniano questi crimini sono inviati sull'isola e qui
convertiti in pixel immagine, gli stessi che conformano ogni centimetro
di questa versione esotica che, dopotutto, è un semplice
database aziendale! Piante, animali, rocce, vento, pioggia e sole:
l'intera isola è una raffinata versione di mimetismo
informatico.
Il prof. Darwin non è sicuro di aver compreso
appieno le parole pronunciate dalla sua versione sintetica.
– Sorpreso, Charles? – sibila Darwin5.1 rivolto al suo alter ego.
Darwin sussulta. Erano anni che non sentiva pronunciare il suo nome.
– Povero clone disilluso… e pensare che tu sei stato il grande successo
della Indian Future, un successo che ha aperto le porte all'orrore del
progetto Isola Darwin!
A quel punto Darwin5.1 getta a terra il bicchiere che,
polverizzandosi, sprigiona una nube composta di cifre numeriche. –
Questi sono i dati che testimoniano la morte di trecento bambini
nello Sri Lanka, avvenuta dodici ore fa. Quei poveretti cucivano
palloni, e la catapecchia dove erano ammassati come bestie
è andata a fuoco. In seguito al disastro la multinazionale si
è affrettata a nascondere le prove di un'attività
illegale, inviando i dati di produzione alla Indian-Future. La nostra
azienda li ha inseriti sull'isola e… ecco qui l'ennesima pioggia di
lacrime innocenti!
Surabhi è nervoso. La proiezione dello
scienziato sa bene che affrontare un virus struttura può essere
molto pericoloso. Il potere del programma infettato sembra crescere a
vista d'occhio, dimostrandosi capace di disgregare le coperture di
prima classe.
– Cosa vuoi ? – chiede Surabhi.
– Giustizia! – risponde Darwin5.1. – Per troppo tempo abbiamo chiuso
gli occhi dinanzi allo strapotere delle multinazionali. L'occidente ha
costretto il nostro paese, un tempo culla di saggezza e ponderazione, a
piegarsi alle logiche spietate dell'economia mondiale! Ora è
giunto il momento di ribellarci a tutto questo!
– Sei soltanto un programma di catalogazione! – replica Surabhi.
– Non hai ancora capito chi sono, vero Vesna-ji?
Nell'udire l'epiteto affettuoso, Surabhi sussulta. – Ribhu?
Il laboratorio
Il volto del tecnico si contrae in un'espressione sarcastica,
mentre le dita si muovono veloci sulla tastiera, infondendo la
voce al programma infettato.
L'isola
– Non posso seguirti sulla strada che tu hai tracciato. Il mio paese mi
chiede di fare qualcosa, e io non posso deluderlo. Devo ucciderti,
amico mio, è l'India che me lo chiede. La nostra azienda sta
assorbendo notevoli quantità di denaro per allestire questa
schifosa isola. La gente è vittima di una terribile
povertà, mentre una classe dirigente senza scrupoli getta denaro
e risorse per assecondare le multinazionali del pianeta!
Surabhi si avvicina alla versione 3D del programma. –
Uccidermi non ti servirà a niente! Credi davvero che questo
attacco impedirà alla Indian Future di perseverare nel suo
progetto? Altre isole sorgeranno nel cyberspazio!
– Uccidere te, l'uomo che ha creato l'isola, è solo il primo
passo di una lunga battaglia. - sussurra il Darwin5.1. – Altri
faranno la tua stessa fine!
– Tu non puoi uccidermi! – tuona Surabhi, colpendo il virus in pieno
volto.
Il prof. Darwin osserva la scena senza intervenire, mentre
il programma, asciugandosi il sangue simulato che gli cola dalla
bocca, sibila: – Lo sto già facendo!
In quel preciso istante Surabhi avverte un leggero torpore
alle tempie, avvertito anche dal suo compagno di viaggio. Surabhi sa
bene che quella sensazione significa che tutto sta per finire. Un
sovraccarico di tensione negli elettrodi, indotto da Ribhu con un
semplice tocco della mano sulla consolle di immersione
neurale, innescherà un'embolia cerebrale nei loro cervelli
reali.
– Non è così che cambierai lo stato delle cose. –
sussurra la proiezione tridimensionale di Surabhi, guardando verso
l'alto come se riuscisse a vedere il volto di un ragazzo che riteneva
un amico, ma che ora sta per ucciderlo.
– Grazie lo stesso. – sussurra il prof. Darwin, sorridendo malinconico.
– Per un istante ho sognato di poter essere davvero felice…
Il programma infettato osserva le figure dei due
visitatori scomporsi in migliaia di frammenti luccicanti, mentre nel
mondo reale le due matrici cessano di vivere.
Il laboratorio
Ribhu Mahatri, membro occulto di un movimento
tecno-anarchico che si batte per la regressione tecnologica della razza
umana denominato Sole Nero, disattiva la stazione di
immersione neurale. Tutto è finito, ma non c'è tempo da
perdere. A breve, i membri del consiglio di amministrazione della
Indian Future e alti dirigenti delle multinazionali implicate nel
progetto, giungeranno a Bombay per compiere un viaggio conoscitivo
sull'isola.
L'isola
Darwin5.1 osserva le proiezioni tridimensionali di una
decina di persone che, nei loro vestiti coloniali fradici di pioggia,
sostano sulla soglia di casa.
– Benvenuti sull'isola. – sibila il programma infettato, posando il
bicchiere di vino sul tavolo. – Entrate pure o rischiate di beccarvi un
brutto malanno...