La compagnia Sivigliana sto organizzando lo spettacolo "L'infra del Dragone", basato sull'omonimo racconto di fantascienza di Georgij Gurevich
L’infra del Dragone
al Teatro Sala Uno di Roma dal 7 al 20 gennaio 2008
Finalmente la fantascienza entra nel mondo del
teatro e lo fa nel migliore dei modi, portando sul palco un racconto dell’epoca
d’oro russa: “L’infra del Dragone”, scritto da Georgij Gurevich nel 1958,
tradotto in molte lingue e arrivato in Italia con l’antologia di Jacques
Bergier, pubblicata da Feltrinelli nel 1961.
Il testo viene rappresentato
senza rinunciare a nulla della sua magia, ecco perché si parla di un vero
spettacolo di fantascienza. Il mondo del futuro non è abbozzato in modo astratto
o dipinto con i colori del presente, come in altri spettacoli teatrali: questo
allestimento ricostruisce il mondo di Gurevich con pienezza di dettagli. La
scenografia imponente e complessa, i costumi ispirati al film “Il pianeta
proibito” e gli effetti speciali originali ci fanno tuffare in un “futuro
antico” riprodotto nei minimi particolari, proprio come nel cinema d’epoca.
Un viaggio interminabile verso un pianeta misterioso è
l’occasione per scoprire la grande filosofia di Pavel Charushin, capitano e
“Nonno” del suo equipaggio, che aiuta i suoi compagni a ritrovare ogni giorno la
forza per lavorare e la gioia di vivere.
I
cosmonauti che hanno scelto di imbarcarsi con Pavel hanno l’opportunità unica di
vedere paesaggi incantati, e di concentrarsi sulle ricerche scientifiche che
amano, ma la lunghezza della traversata e la solitudine sono tali da indebolire
anche gli animi più temprati. Qui si rivela la grandezza di Pavel, nel saper
ridare le energie ai compagni rafforzando le loro motivazioni, ma anche
inventando feste e ricorrenze alla fine dei turni di lavoro, piccole gioie da
aspettare con quell’impazienza che è la base del desiderio di vita.
Proprio la vita umana è al centro delle riflessioni di Pavel,
che viaggia nel cosmo sperando di incontrare un’altra specie cosciente, con cui
l’umanità possa finalmente avere fratellanza. Pavel
ripete spesso che i cosmonauti non devono misurare la vita con i loro anni, ma
con le loro azioni, e questo importante concetto lo
guida nel momento più terribile, quando alla fine del viaggio i cosmonauti
scoprono un pianeta diverso da quello che immaginavano, e la spedizione sembra
destinata a fallire.
La produzione dello spettacolo è curata da Sivigliana,
un’associazione culturale nata con l’obiettivo di rinnovare le arti di
narrazione e nello stesso tempo recuperare la memoria dei mestieri teatrali.
La
regia è di Alessandro Mucci, giovane attore della scuola di Kuniaki Ida, che tra
i suoi lavori conta anche una partecipazione al film di fantascienza “The Silver
Rope” di Fabio Resinaro e Fabio Guaglione, vincitore di molti premi nazionali ed
internazionali.
Mucci è anche l’autore del testo teatrale, ha scritto le
musiche originali e ideato la maggior parte degli effetti speciali. Al suo
fianco Ilaria Bolis, giovane regista che ha collaborato sia alla preparazione
degli attori che all’organizzazione, e Maria Cristina Motta, che ha scritto la
nuova traduzione del racconto originale, alla quale dobbiamo la scoperta di
nuovi dettagli e sfumature.
La parte del protagonista Pavel Charushin è affidata a Franco
Maione, artista polivalente che ha anche esperienze come autore e regista,
mentre il narratore Radij Blochin è interpretato con grande forza e intensità da
Maurizio Gualtieri. Scene e costumi sono stati realizzati da Matteo Monico,
giovane scenografo diplomato a Brera.
Trailer pubblicato su YouTube