Sotto la pioggia
Data: Domenica 18 aprile 2010
Argomento: Narrativa


un racconto di Vittorio Baccelli

Ma cosa diavolo ci fa questa tizia sotto l'acqua? Mi dico mentre l'ho già superata di alcune decine di metri e sto frenando. L'auto s'arresta, sono nel bel mezzo d'una selva e l'acqua battente mi blocca la visuale, c'è mancato un pelo che la mettessi sotto, l'ho sfiorata mentre la sorpassavo. Piove a dirotto e la vegetazione sferzata da vento sembra voglia venire in strada. Oltre tutto s'è fatto anche buio, la sera è appena iniziata, ma il temporale ha fatto venire le tenebre. Guardo nello specchietto finché non la vedo arrivare illuminata dalla luce rossa delle luci dei freni. Apre la portiera dietro e si siede.

- Mille grazie per il passaggio. Mi spiace, sono bagnata fradicia...

- Non fa niente. C'è un plaid sul sedile. Asciugati con quello.

- Grazie ancora.

L'osservo dallo specchietto retrovisore prendere il plaid che ho dietro, e non è neppure molto pulito tra l'altro, e avvolgersi in esso.

- Che ci facevi in giro sotto questo temporale?

- Stavo andando a casa. Poi è venuto giù il diluvio e non avevo niente con cui ripararmi.

- Lo vedo! Dove vuoi che ti porti?

- A casa mia. Da qui saranno tre o quattro chilometri al massimo. Se gira a sinistra al primo incrocio e prosegue sempre a dritto fino a una sterrata, arriviamo subito.

- Ok, parto. Certo altri quattro chilometri a piedi con questo tempo, era dura...

Rimetto in moto e proseguo, dallo specchietto lei non si vede, mi giro e la scorgo sdraiata sui sedili, avvolta nel plaid: dorme già. Sorrido e proseguo, mentre penso che mi è sembrata proprio una bella ragazza, una moretta con la camicetta bagnata: quasi da foto!

Me la immagino spogliata mentre vedo l'incrocio e imbocco la strada sulla sinistra. Proseguo mentre la strada si fa sempre più piccola e le piante sono sempre più vicine alla mia carrozzeria, qualcuna struscia anche spinta dalla pioggia e dal vento. A destra prosegue il nastro asfaltato ma a dritto è sterrata, seguito ad andare dritto e dopo pochi minuti la pioggia cessa di colpo e riappare pure la luce del crepuscolo. Vado ancora avanti e sembra proprio che qui non sia neppure piovuto. La strada ora è molto piccola, ci passa appena un'auto e alte piante di granturco sono ai lati e impediscono di vedere oltre.  Più avanti c'è uno spiazzo e una villetta a due piani circondati dal mais e da girasoli fioriti. Mi giro per svegliarla e dirle che siamo a casa sua: ma lei non c'è. Non è possibile, non mi sono mai fermato, non può essere scesa, avrei sentito il rumore degli sportelli. Sempre più perplesso scendo e apro la portiera: il plaid è sul sedile ed è bagnato. Anche il sedile è umido. Scuoto la testa...

Intanto una signora piacente sulla quarantina è uscita dalla villetta e appoggiata al cancello mi sta guardando.

- Senta ma qui ha piovuto?

- No, c'è stato il sole per tutto il giorno.

- Io ho trovato un acquazzone pazzesco. Ma poi c'è dell'altro.

- Ha per caso montato in auto mia figlia?

- È di questo che le volevo parlare.

- Anche lei! Lo sa che è il settimo?

- Il settimo cosa?

- Che me la riporta a casa, da quando è morta.

- Come?

- È morta un anno fa, durante un temporale. Un pirata della strada non l'ha vista. E neppure si è fermato.

- Ma che dice?

- Su. Venga in casa che le offro un tè.
 







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