4. IL TEMPO È DISGREGATO: INVECE CHE UNA CONCLUSIONE
"Oh no," Betty
disagreed, "no science in it. Science fiction deals with future, in particular
future where science had advanced over now. Book fits neither premise."
But," Paul said, "it deals with alternate present. Many well-known science fiction
novels of that sort.
P.K.Dick, The Man in the High Castle, vii.)
Un buon numero di argomenti stimolanti
è rimasto fuori dalla discussione: l'uso e la transustanziazione
degli stimoli provenienti dal cinema e dalla musica (specialmente musica
lirica riguardante la trascendenza del mondo empirico, ad esempio in Bach,
Wagner o Verdi); l'uso della letteratura - da Shakespeare, Esopo e Ibsen,
attraverso Hemingway, Wells, Orwell e i fumetti fino alla SF degli anni
40 e 50; la strana coesistenza di abbaglianti invenzioni verbali con sdolcinature
e crudezze. Inoltre, non è possibile azzardare alcuna conclusione.
Questa potrebbe sembrare un'impertinenza nel caso di uno scrittore fiducioso
solo nel centro del proprio cammino vitale, che è cresciuto e ha
cambiato in tante occasioni in mondo sensazionale, tanto da stupire in
modo consistente i suoi critici (e cosi' spero che egli potrà in
futuro confutare le mie fosche opinioni circa gli errori della sua ultima
fase). Per una conclusione, il lettore è rimandato all'intera rivista,
e a una rilettura di Dick. Invece, vorrei far notare che, nella sua imperfezione,
Dick appare tipico. Tutti i suoi futuri prossimi o presenti alternativi
sono specchi parabolici del nostro tempo, che egli ha sempre profondamente
sentito come disgregato. lì suo acume politico è in anticipo
di una buona dozzina d'anni rispetto a quello dei suoi concittadini, non
solo perché menziona Nixon sia come Presidente che come capo dell'FBI
nei suoi primi lavori, ma anche perché, ad esempio, nel suo primo
romanzo si chiede: "Ma cosa pensate di fare in una società corrotta?
Pensate di obbedire a leggi corrotte? È un crimine violare una legge
marcia...?" (cap.14). Le sue speculazioni ontologico-religiose, malgrado
siano per me poco felici, hanno il merito di esprimere nei logici limiti
della SE quelle preoccupazioni che un gran numero di persone ha cercato
di esternare in modi più timidi. È quando la visione di Dick
ha affrontato l'impatto di società e realtà sui rapporti
umani, con l'ontologia ancora saldamente ancorata alla sociologia, che
io credo egli abbia scritto le sue cose migliori, da MHC a Dr.B.
La sua trattazione dell'alienazione e reificazione, dell'umano uni-dimensionale,
è paragonabile, in termini di SF, a quella di un'intera generazione,
espressa in scritti come quelli di Laing o Marcuse. Il suo parlare dell'organizzazione
sociale basata sui rapporti umani diretti è parallelo ai movimenti
radicali democratici del "Berkeley Free Speech" (lo scenario del suo lavoro
maggiormente utopico, Dr.B) dell'abortito movimento giovanile della
Nuova Sinistra dei tardi anni 60. La sua profonda ed intuitiva comprensione
del declino e dell'entropia eleva l'usuale teatro spengieriano della space
opera fino ai pesanti paesaggi di MTS, 3SPE e Ubik.
Egli parla sempre francamente e garantisce dell'esperienza americana della
propria generazione, anche quando fa uso dello specchio parabolico dei
tedeschi e nazisti. Ha la forza e i limiti del proprio orizzonte esistenziale,
che sono identici a quelli del suo eroe preferito, l'artefice che include
l'artigiano verbale. I suoi libri sono manufatti, rifugi dalla realtà
e visioni dì questa, come il libro di Abendsen The grasshoppers
lies heavy in MHC e quello di Lederman Pilgrim without
progress in 3SPE. Infatti, solo uno scrittore di SF può
affrontare l'ontologia pirandelliana di Ubik, i cui personaggi non
sono in cerca solo di un autore, ma anche del loro mondo. I poche parole,
almeno una mezza dozzina di lavori di Dick sono classici di SF. Il che
equivale a dire che si tratta di significativa letteratura umanistica.
Darko Suvin
NOTA
La cronologia
delle pubblicazioni di Dick, prendendo in considerazione solo i suoi libri,
si presenta in questo modo (S significa storie raccolte o comunque pubblicate
in libro, R sta per romanzi, Ganymede Tale Over, del 1967, scritto
in collaborazione, viene contato come mezzo romanzo, e non sarà
preso in considerazione in questa sede):
|
1952
|
1953
|
1954
|
1955
|
1956
|
1957
|
1958
|
1959
|
1960
|
1961
|
1962
|
S
|
2 |
12 |
13 |
6 |
2 |
- |
- |
1 |
- |
- |
- |
R
|
- |
- |
- |
1 |
2 |
3 |
- |
1 |
2 |
- |
1 |
|
1963
|
1964
|
1965
|
1966
|
1967
|
1968
|
1969
|
1970
|
1971
|
1972
|
1973
|
1974
|
S
|
2 |
2 |
1 |
1 |
1 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
1 |
R
|
1 |
5 |
1 |
3 |
2,5 |
1 |
3 |
1 |
- |
1 |
- |
1 |
Sebbene io consideri
ottimi alcuni racconti di Dick, da The preserving machine
(1953) a Nanny (1955) fino a Oh, to be a blobel
(1964), essi sono chiaramente secondari rispetto ai suoi romanzi, dove
i temi dei racconti più interessanti vengono sviluppati in modo
più completo. Il formato del romanzo permette a Dick di esprimere
la sua particolare forza nella creazione di mondi alternativi tramite la
contrapposizione di alcuni personaggi ad altri all'interno di trame ben
congegnate. Di conseguenza, dopo il 1956, Dick torna a scrivere racconti
interessanti solo nel suo periodo di punta del 1962-65; i suoi ultimi tentativi
forzati non hanno avuto molto successo, ad esempio si veda il racconto
in Dangerous vision (malgrado io non abbia ancora letto il suo racconto
del 1974). In questo articolo mi concentrerò comunque sulla discussione
dei suoi romanzi. I titoli delle opere di Dick più frequentemente
citati sono stati abbreviati dopo la prima menzione come segue:
-
MHC per The man in the high Castle
-
MTS per Martian time-slip
-
3SPE per The Three stigmata of Palmer Eldritch
-
Dr.B per Dr.Bloodmoney
I miei ringraziamenti
per l'aiuto datomi nel reperire i libri di Dick vanno al Prof. Eredric
Sameson, Mr. L.W.Currey, Mr. Martinas Ycas, e alla Doubleday & Co.
per Flow my tears, the policeman said; e per avermi forzato per
la prima volta ad occuparmi definitivamente di Dick a Ms. Allison Gopnik,
studentessa della McGill. Ho anche approfittato di tutti gli altri contributi
di questo numero, sia dove mi trovavo largamente d'accordo (come con il
prof. Jameson) sia dove mi trovavo largamente in disaccordo (come con il
Dr.Lem e il prof. Fitting).