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L'esatta percezione


di Andrea Viscusi, "Memorie dal futuro" n. 9, ed. Quality games, 2019, 10,00 €, 124 pagg.


Ecco quindi un’altra di queste antologie che raccolgono racconti di un autore che ha partecipato a una o più edizioni del premio RiLL.

Viscusi è un autore che ho personalmente molto apprezzato nei molti suoi racconti che ho avuto modo di leggere, e mi ha fatto davvero piacere che quest’anno fosse lui.

Il libro ha un’introduzione, "Reality check", di Alberto Panicucci (pagg. 7-8).

I racconti, come vedremo, sono di ottima qualità.


-"Hype" (pagg. 9-19)-in un futuro che sembrerebbe ancor più interconnesso di quanto non lo sia già il nostro, un giovane ha una sosta di infarto.

Il medico che lo visita dice che è stata come una scossa di adrenalina, di sovraeccitazione, e che è a rischio, di evitare ogni situazione nella quale possa sovreccitarsi.

Lui lo fa, e… si disabitua allo stato di perenne eccitazione, appunto, nel quale tutti gli altri vivono.

E sembrerebbe che sia sulla buona strada per trovare sé stesso, e la pace interiore, cosa demodè.


-"Lamarckia" (originariamente in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ed. ebook; pagg. 20-31)-un uomo ha un incidente d’auto, e rimane paralizzato alle gambe. E la moglie lo lascia, perché vuole avere un figlio, e lui, in quelle condizioni…

Fin qui sembra tutto normale, solamente che, veniamo a sapere all’improvviso, da una frase lasciata lì in un discorso, che lascia allibiti, che, nell’universo parallelo (?) nel quale si svolge i difetti dei genitori vanno ad essere direttamente, ai figli.

Il suo nascerebbe con le gambe paralizzate.

Forse trovano un modo di evitare, ciò, sembra essere possibile, ma non è evidentemente questo l’importante.

Sembrerebbe voler dire qualcosa a riguardo del ricadere delle colpe dei padri sui figli.


-"Karma" (pagg. 32-37)-del quale abbiamo parlato trattando di "Non di solo pane e altri racconti"


-"Pixel" (originariamente in "Futuri" (Italian institute for the future) n. 5, maggio 2015; pagg. 38-65)-un uomo riceve una telefonata da un amico che non vede da anni, proprio il giorno che ne stà aspettando una molto importante.

Ma era, ed è, talmente soggiogato dalla forte personalità di quegli, che andrà all’appuntamento che gli dà.

Gli dirà che il progetto del quale stava aspettando le risposte era stato un errore, che lui aveva trovato le prove di quanto aveva sospettato per altre vie.

Da giovani, quel ricco, sfaccendato che aveva avuto così tanta presa su di lui aveva prospettato l’idea che… il Mondo fosse una simulazione, un gioco giocato da qualcuno che stava su di un livello di Realtà… più alto.

E lui aveva fatto partire un progetto per mandare una sonda a… vedere se c’era un cartello Fine, da qualche parte, un confine. E che l’altro aveva segretamente finanziato.

Sembrerà, alla fine, che sia così.

Ma non si può non oscillare fra la spiegazione che i due protagonisti siano definitivamente diventati paranoici totali, e quella che il nostro Mondo sia composto da… Pixel (non ve ne sono prove eclatanti, nel racconto).


-"In un istante" (pagg. 66-67)-"È possibile che riviviamo davvero tutta la nostra vita, ma non siamo abbastanza coscienti da apprezzare questa esperienza finale della vita. Noi ora possiamo darle questa possibilità." (pag. 66).

E ci si accorge che si entra in un loop nel quale le si rivivono all’infinito, le esperienze cruciali della propria vita.

La vita, felice, eterna?!


-"La bella lavanderina" (originariamente in "Uomini e spettri", ed. Bel-Ami, 2011; pagg. 68-78)-un ragazzo in lavanderia vede una bellissima ragazza che singhiozza davanti ad una lavatrice nella quale vortica molto rosso.

Lei lo guarda con uno sguardo talmente sconvolto che non riesce a dirle nulla.

Tornerà, a quella lavanderia, per rivederla, perché si è perdutamente innamorato, di lei. Sarà ancor là, ma, ancora, non riuscirà a dirle quasi nulla.

E sarà nel voler tornare ancora da lei che morirà, travolto da un autobus.

Al funerale i suoi amici diranno che se l’amico era, come aveva detto, di origini irlandesi, là avrebbe dovuto esserci una banshee, uno spirito familiare che piange la, o avverte della, morte di uno del clan.

L’amico al quale aveva raccontato della ragazza non può che avere un dubbio, ed un brivido.


-"La legge dei padri" (pagg. 79-93)-ucronico, è ambientato in una Roma… non più antica, ma il cui impero perdura tutt’oggi.

Verremo a sapere che ciò è avvenuto perché Pilato, invece che condannare Gesù alla crocefissione… lo aveva lasciato andare.

Il cristianesimo, quindi, non si sviluppò, e la Storia cambiò.

Il racconto segue il figlio di un armaiolo che, constatato di persona l’effetto di ciò che dava il profitto dal quale era dovuta la sua ricchezza… lascia tutto, e vive in povertà.

Sapremo, anche, che la città dove si svolge è… Assisi.


-"Sinestesia" (originariamente in "Spore", ed. I sognatori, 2013; pagg. 94-103)-un ragazzo da una botta ad una collega, che entra in coma.

L’avvocato che lo difende pensa di poter puntare sull’infermità mentale; quegli sembra infatti un ritardato, e viene a sapere che ha sempre avuto un cervello molto meno sviluppato del normale.

Ma, in realtà, lui sente in maniera differente, dal normale, ha una sorta di sinestesia, appunto, col Mondo, e ciò che ha fatto è perché vuole avere un’altra persona con la quale condividere questa sua facoltà.

E vi riuscirà.


-"Pr-Medjed" (pagg. 104-115)-del quale abbiamo parlato trattando di "Riflessi di mondi incantati"


La scrittura del Viscusi è molto buona; tranquilla, le situazioni che descrive sono, prevalentemente, quotidiane, e in suoi protagonisti persone normali.

Nell’intervista finale, "Il mio nome è Andrea Viscusi e queste sono le mie storie", condotta da Alberto Panicucci (pagg. 116-119), si dice, anche, che fra i motivi ricorrenti e caratterizzanti dei suoi racconti vi sono il rapporto padre-figli, e quello della responsabilità.

Ho detto che la sua scrittura è "tranquilla"; e volevo dire che descrive gli accadimenti lentamente, con calma, andando nei particolari, in una costruzione del periodo perlopiù piuttosto complessa.

Insomma una buona antologia, che forse sarebbe stato meglio se fosse stata un po’ più corposa.






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