I volti degli spiriti
di Maurizio Ferrero, "Memorie dal futuro" n. 12, ed. Acheron, 2022, 10,00 €, 136 pagg.
Altra antologia di uno dei vincitori del trofeo RiLL, è, come vedremo, davvero di ottima qualità.
Ma andiamo a vedere i racconti.
-"Il carrettiere nero" (pagg. 11-20)-fantasy, racconta del tipico cavaliere in cerca di gloria a cui è stato detto che in un paese c’è un cavaliere nero che tormenta la popolazione.
Giuntovi, però, scopre che è stato preso in giro; là c’è solamente un carrettiere, nero, un mendicante che da secoli raccoglie ciò che gli si lascia una notta al mese.
Decide di seguirlo ugualmente, e scopre…
Scritto in una prosa lenta, e dai personaggi molto bel delineati psicologicamente.
-"Testimonianza di un cavalier virtuoso" (pagg. 21-30)-horror d’ambientazione medievaleggiante, racconta di un cavaliere, appunto, che, nel tentativo di sedare una rivolta popolare rimane gravemente ferito.
E curato da una donna dai poteri miracolosi.
Le giurerà di portare lei e sua figlia in salvo fuori dalla città nel caos, ma non vi riuscirà.
Però…
È un horror perché quella figlia sarà un mostro, che avrà bisogno, per crescere, che le vengano portati molti corpi di persone uccise; e i villici raccontano al cavaliere (che non li crede perché la crede santa per il miracolo della sua guarigione) che la donna si aggirava ogni notte per le strade a prendere, appunto, pezzi dei cadaveri dovuti alla sommossa.
Mi pare che ciò che vi si racconti, in ultimo, sia proprio questa ingenuità, fideistica, del cavaliere, che gli impedisce di vedere la realtà al di là della propria impressione personale.
-"Tutto inizia da O" (vincitore del trofeo Rill 2016, di cui abbiamo trattato parlando di "Tutto inizia da O e altri racconti"; pagg. 31-40)
-"Tre-graffi e l'orsa" (pagg. 41-51)-fantasy con a protagonista una giovane guerriera del Popolo della Foresta, che sta soccombendo all’avanzata degli Uomini, e che, tempo addietro, ha ucciso Testabianca, un’orsa gigantesca che aveva fatto stragi.
Ora sembrerebbe che un altro orso di quelle dimensioni sia stato avvistato, e lei si offre di affrontarlo.
Ma lo fa, più che altro, per dei terribili sogni ricorrenti che sta avendo da qualche tempo, nei quali muore per mano di Testabianca.
E sarà proprio il fantasma di quell’orsa ciò che troverà, e che le proporrà un patto per salvare i tre cuccioli che portava in grembo.
La guerriera accetterà, e…
Anche qui, come in "Testimonianza…", troviamo il vincolo della promessa fatta, un vincolo d’onore che diviene determinante: "… avrei onorato il mio voto, contasse quel che costasse." (pag. 51).
-"Il senzamente" (finalista allo Sfida 2020, di cui abbiamo trattato parlando di "Oggetti smarriti e altri racconti"; pagg. 52-61)
-"La cura del gregge" (originariamente in "Oltre la soglia", ed. Veledicarta, 2018; pagg. 62-69)-fantastico, nel quale un padre e una figlia vivono solamente del provento di un concorso di capre, che vincono ogni anno per merito del padre/nonno che vive sulla montagna, e ne alleva.
Ma l’anno di cui si racconta il padre si fa male, e così va la figlia, a prendere la capra per la gara.
Nel dormiveglia molto probabilmente provocato da qualcosa che il nonno le ha dato assieme al cibo, lo vede salmodiante coperto da una pelle piena di strani simboli.
E…
Il finale è divertente, anche se un po' troppo prevedibile.
-"I bambini di Neia" (pagg. 70-79)-bel racconto nel quale si mescolano sf e fantasy.
Nel 2089 una guerra, ed altro, hanno ridotto la Terra allo stremo. L’aria è ormai a mala pena respirabile, e bande di… sbandati razziano ciò che vogliono, l’esercito (italiano) ormai impotente.
In ciò una famiglia deve abbandonare la loro Vercelli per l’arrivo di quei razziatori; trovano rifugio in un paesino di montagna, presso un cugino di lui.
E, là, trovano anche una quercia che, sembra miracolosamente, è ancora nel suo pieno vigore, contrariamente ad ogni altra, avvelenate dall’aria.
E scopriranno che…
Sarà un’idea, per quanto non nuovissima, che lo rende, appunto, anche un fantasy.
E commuovente.
-"Ana nel
campo dei morti" (vincitore del trofeo Rill 2018, di cui abbiamo trattato parlando di "Ana nel campo dei morti e altri racconti"; pagg. 80-89)
-"Ana nella grande voliera" (pagg. 90-113)-la Ana del racconto precedente è ancora in quel mondo post-apocalittico, questa volta in un piccolo villaggio, e abita con una prostituta, sua unica amica, oltre al suo cane, che abbiamo anche lui già visto là.
Un venditore ambulante le venderà una pozione che dice farà star meglio, quell’ormai molto vecchio amico.
Lui starà effettivamente meglio, ma per un solo giorno; la mattina dopo, sarà morto.
E Ana partirà, all’inseguimento di quel venditore, per vendicarlo.
Ma quando, ancora, sarà sul punto di morire, uno spirito la salverà.
Dice, molto bene, dell’amicizia, e, negativamente, della vendetta. E di un sentimento sottile, riguardo alla perdita di persone care, al ringraziare, un insegnamento morale che la protagonista aveva ricevuto dalla madre, che, alla fine, la porteranno ad una sorta di redenzione
-"California princess" (pagg. 114-124)-umoristico, racconta di una (?) cavaliere che va a salvare la sua amata.
Che è rinchiusa in una torre.
Ma non è un fantasy.
Siamo infatti in un dopobomba nel quale ogni essere vivente è ormai un mutante; vi sono goblin, orchi, draghi… ma sono tutti mutanti da radiazioni atomiche.
Il finale ha una doppia sorpresa, una che spiegherà quell’essere femminile del cavaliere, e l’altra che sarà una rivelazione a riguardo della salvanda amata.
Divertente, pieno di trovate balzane che ben si confanno con quanto si vuole raccontare.
La cosa che più mi è sembrata caratterizzare questi racconti è il loro essere scritti in una prosa lenta, come ho detto per il primo.
Certo non lo è l’ultimo, che, invece, ne usa una veloce; ma tutti gli altri lo sono.
Ed è una prosa che, così, diventa molto coinvolgente, che trascina il lettore nella narrazione.
Nell’intervista finale l’autore dice di scrivere "… storie di gente comune in contesti straordinari…" (pag. 127); e questa è sicuramente la loro caratteristica più significativa.
I protagonisti sono sempre, forse tranne il cavaliere di "Testimonianza…", gente comune, che si trova a dover affrontare situazioni estreme.
E c’è molta attenzione a cercare di trasmettere dei messaggi su sentimenti forti, come la speranza, l’amicizia, la cecità dovuta ad una visione distorta della realtà dovuta al fideismo…
Buona scrittura, buone idee (alcune divertenti!!), e... qualcosa da dire.
Si sente che l’autore non scrive solamente per il piacere di farlo, ma anche perché ha qualcosa da dire; che, mi sento di poter dire, è ciò che distingue lo scrittore dallo… Scrittore.
Il volume è completato da "Scegliere il proprio destino", di Alberto Panicucci (pagg. 7-8), "Tulip è un re", di Andrea Viscusi (pagg. 9-10), e la solita intervista, "Il mio nome è Maurizio Ferrero e queste sono le mie storie", di Alberto Panicucci (pagg. 125-131).
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