Questa collana, come sappiamo, raccoglie antologie personali di autori che si sono particolarmente distinti nel trofeo RiLL.
Quest’anno è stato scelto Valentino Poppi, che, come vedete, ne è più volte arrivato in finale.
La qualità è abbastanza buona, anche se ci sono dei racconti un po' fiacchetti.
Ma andiamo a vedere i racconti.
Attorno al nostro pianeta si combatte una battaglia/gioco fra due flotte che usano droni senza equipaggio, gioco fra le cui regole c’è quella di non poter danneggiare in alcun modo la popolazione terrestre.
Che sarà un labirinto.
Incontrerà una ragazzina che gli dirà un po', di quel posto.
Ma non se ne saprà altro. E lui non solo non riuscirà ad uscirne, ma scoprirà che è molto più complicato di quanto pensasse.
C’è un episodio di "Ai confini della realtà con esattamente la stessa, idea, un uomo che si ritrova, da morto, in un luogo che pensa sia il paradiso, ma che invece….
E che lo è per lo stesso motivo.
Comunque, è sviluppato piuttosto bene.
-"Istituto di recupero" (pagg. 55-66); ottimo, è ambientato in una distopia futura nella quale (anche questa idea non è originalissima), i ragazzi devono superare una prova per entrare in società, o… vengono eliminati. Fisicamente.
I protagonisti, internati in un Istituto dal quale sanno benissimo che ben difficilmente usciranno, escogitano un piano per salvarsi. Che richiede un altissimo numero di vittime.
Davvero buono, nello svolgimento; coinvolgente, e con un ottimo ritmo narrativo.
-"Un elfo dal sangue puro" (precedentemente in "La zona morta magazine" n. 24, 2019; pagg. 67-77); da un portale sono arrivati nel nostro mondo degli elfi.
E gli uomini non hanno saputo far di meglio che sterminarne il più possibile, per un’errata traduzione di una loro pergamena.
Credono che il portale, se attivato, (non è più funzionante) porterà qui tutti gli elfi, che li annienteranno.
Ma…
Un fantasy moderno, dall’idea piuttosto originale, e ben scritto.
-"Alarian della valle" (pagg. 78-89); fantasy e fantascienza in un solo racconto; un uomo riesce a salvare la sua gente da una bestia meccanica che sputa fuoco trasportandola con sé… su un’astronave.
Ovviamente non sapeva dove sarebbe finito, ma…
Alla fine la sua alchimia e la scienza degli astronauti si aiuteranno a vicenda.
-"Tecnologia inversa" (pagg. 90-99); di cui abbiamo trattato parlando di "Ana nel campo dei morti e altri racconti", "Mondi incantati" n. 16, ed. Wildboar, 2018.
-"Oggetti smarriti" (pagg. 100-110); di cui abbiamo trattato parlando di "Oggetti smarriti e altri racconti", "Mondi incantati" n. 18, ed. Acheron, 2020.
-"Bimbi senza nome" (pagg. 111-119); horror e fantascienza nello stesso racconto.
Un uomo ha degli incubi ricorrenti che… ricominciano da dove era terminato il precedente (cosa impossibile, per i sogni).
E sono incubi alla… Nightmare (il film), con un mostro che, nel cacciarlo, procede facendo molto rumore, e il mondo nel quale si svolgono che si fa sempre più reale.
E il mostro raggiunge le sue vittime, che hanno sempre sonno, quando si addormentano.
Ma è anche fantascienza, perché…
Anche qui l’idea è decisamente originale, e intrigante proprio il fatto della commistione di generi, e l’evidente citazione filmica che balza subito all’occhio.
-"Uno sguardo verso le stelle" (pagg. 120-128); ottimo, è un sf d’atmosfera; un uomo sta con una donna… di un altro epoca. Un futuro lontanissimo.
E lei è una viaggiatrice spaziale, che può andare in un istante in ogni angolo dell’universo, per quanto distante.
E, dopo che hanno convissuto per qualche tempo, lei deve andare via (forse per una questione di non invecchiamento, come per gli highlander, o i vampiri!?).
E inscena il proprio funerale, al quale assiste in un altro corpo.
Ciò, ovviamente, attira subito l’attenzione del lettore. Che da subito, appunto, è portata a proseguire la lettura con vivo interesse, per capire di cosa si stia dicendo.
Ottimamente congeniato, e scritto molto bene.
Dunque. Come abbiamo detto, ci sono dei racconti davvero buoni, e altri un po' fiacchini.
Il finalista al premio Urania, troppo scientifico (la Silvestri, anch’essa ingegnere, come l’autore, sicuramente l’avrà potuto apprezzare più di me, sapendone di più, di scienza).
E "Chiedi e ti sarà dato" ricalca troppo un‘idea già detta.
Gli altri sono tutti buoni, o di più.
Su tutti, direi, "Uno sguardo verso le stelle", la cui idea è sviluppata, come ho detto, in modo tale il lettore ne rimane subito irretito, incuriosito.
Poi "L'unica via d'uscita", "Istituto di recupero" e "Un elfo dal sangue puro", tutti ottimamente scritti, e divertenti.
"Alarian della valle" è un po' meno riuscito, direi; non so, mi sembra un po' troppo forzato, con la risposta psicologica degli astronauti, e dell’alchimista, non troppo vere.
E quel fatto delle commistioni (fantasy/sf, horror/sf), è senz’altro intrigante, divertente.
Un altro cosa. L’ironia.
Spesso, in questi racconti "… l’ironia fa capolino" (Panicucci, pag. 130).
"Per un buon uso dell’ironia è fondamentale riconoscere i momenti in cui è possibile utilizzarla e quelli in cui invece non è proprio il caso" (l’autore, idem).
Ce n’è la giusta dose, direi. Un pizzico quà e là il giusto.
Nel complesso, quindi, un’ottima riuscita.
Il volume è completato da "Di realtà, labirinti e vie di fuga (personali)", introduzione di Alberto Panicucci (pagg. 7-8), "Scopriamo le carte", introduzione di Laura Silvestri (pagg. 9-10), e "Il mio nome è Valentino Poppi e queste sono le mie storie", intervista di Alberto Panicucci (pagg. 129-134).
Altri contributi critici: recensione di Andrea Gualchierotti, "Dimensione cosmica" n. 17, ed. Tabula fati, 2022, pag. 96
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