Oltre n. 10b/11/12/13
ed. Associazione culturale "Il borghetto", '94, anno IV°, gennaio-dicembre, 155 pagg., unicamente spedito agli abbonati
FANTASTICO
I racconti vincitori della 9° edizione del Premio "Città di Montepulciano", del '94 sono stati editi in questo numero della rivista dell'associazione; anche
qui non vi sono, come in "Antologia italiana", indicazioni di categorie e piazzamenti.
Nel volume sono comprese anche molte poesie vincitrici, piazzate e segnalate al Premio "Poliziano".
-"Rosemary del letame", di Monica Arcellaschi (pagg. 9-11), un vero e proprio racconto di Sf, in cui si ipotizza un mondo futuro in cui, ultimate le risorse
alimentari del nostro pianeta, l'umanità è costretta ad andarle a cercare su altri pianeti.
-"Vicoli", di Fabio Carminati (pagg. 32-3), è il racconto in prima persona di un vampiro, una razza antica, in un mondo in decadenza, di un sabba, in un'atmosfera
morbosamente intensa.
-"I figli di Astart", di Luciano Carpitella (pagg. 35-47), in cui la narrazione sembra sempre sul punto di prendere una qualche direzione, ma che poi esita, prende un'altra strada, tentenna, senza mai decidersi, incentrato sulla figura mitica di Astart: "...la dea dell'amore sensuale, voluttuoso..." (pag. 46).
-"Una interminabile fila di olmi", di Pasquina Chiatti Snegoff (finalista al "Albarosa"; pagg. 53-66), vincitore di quell'edizione (di una qualche
categoria), stupendo, è il magistrale racconto di tre ragazzine che decidono di evadere ad ogni costo, anche l'omicidio, dal collegio in cui si trovano, che, nel, finale, diventa qualcosa di più; dickianamente aperto, senza che il nuovo livello ontologico raggiunto sia completamente esplicitato, ma solamente accennato.
È il più lungo di questa raccolta.
-"Gli anni successivi", di Enrico Fagnano (pagg. 71-6), in cui un napoletano verace viene eletto Presidente della Terra perché è l'unico: "...che era in
grado di capire, anzi, di intuire, quale mossa i compos avrebbero scelto, tra tutte quelle possibili." (pag. 75).
I compos sono dei: "...computer dotati di intelligenza elettronica che avrebbero dovuto gestire in maniera razionale tutte le risorse e le attività della
Terra." (pag. 74), ma che, ennesima riproposta del mito di Frankenstein, si ribellano all'uomo, e gli muovono guerra.
Ancora un ammonimento a non lasciare troppo nelle mani dei computer.
-"Realtà virtuale", di Luigi Foschini (pagg. 81-2), è la divertente storia di un ragazzino che, immergendosi, per mezzo di una sofisticatissima apparecchiatura di R.V., in un film di fantascienza, muore veramente.
Un ammonimento a non lasciarsi prendere troppo la mano da queste apparecchiature, o forse solamente a stare attenti nel progettarle.
-"Ethios", di Paolo Fusco (pagg. 83-6), notevole, in cui vi è la narrazione, da parte di
un saggio, una figura sacrale, un viandante sacro, detto Irkesh-noir, su un pianeta alieno, di un mito: "...dei primi due fratelli che avevano regnato in quei luoghi... Essi... erano stati creati dallo Spirito all'inizio del mondo, fratello e sorella, frutti dell'amore Divino, e avrebbero dovuto regnare sino alla fine del tempo. Ma il prezzo per il loro dominio era grande, e benchè carne della stessa carne, fatti della stessa sostanza e appartenenti l'uno all'altra, avrebbero dovuto essere divisi per sempre, senza potersi mai incontrare o soltanto vedere." (pagg. 84-5).
Questi saranno, nel finale: "...Mattino e Sera." (pag. 86).
-"Sognando Roma", di Athe Biasci Gracci (pagg. 91-3), racconto incentrato sul sentimento della nostalgia, non contenente alcun elemento fantastico.
-"Telematic symphony", di Stefano Mariani (pagg. 99-100), il più breve di tutta la raccolta, è il racconto di un concerto del futuro, in cui dapprima vi sono le
sensazioni di un musicista, la cui attenzione è, evidentemente, incentrata sul direttore d'orchestra, e poi, nel finale a sorpresa delle short stories, si ha
il subentrare telematico di questi nella sinfonia.
Evidente il contrasto tra la possibilità della musica e la freddezza di quel suonare estremizzantemente privo di vera partecipazione artistica.
-"Quando andai a vedere il passato", di Alessandro Mazzocchi (pagg. 105-6), in cui si utilizza il tema classico del viaggio nel tempo per fare un discorso su una
delle verità basilari dell'uomo; si vorrebbe sempre poter tornare indietro alla propria infanzia, da adulti, a dire a se stessi tutte le verità che si sono apprese, per evitare gli errori che si sa di avere commesso.
-"I due bambini", di Alessandro Mazzocchi (pagg. 107-8), in cui si dicono i deliranti desideri di una vecchia rinchiusa in un manicomio, di ritorno all'infanzia.
-"La terra promessa", di Diana Millan (pagg. 109-11), piuttosto strano, in cui un uomo disilluso dalla vita muore, e si ritrova in un aldilà fulgidamente
positivo e pieno di buoni sentimenti: "Hai creduto e questo ti ha salvato", gli viene detto; è un po' una sorta di elogio del rassicurante insito in ogni fede religiosa.
-"Crimine a Paradise's Valley", di Giovanna Puleo Rizzarelli (pagg. 131-3), buono, in cui, attraverso flash back, si ricostruisce un omicidio, un uxoricidio, per
amore di un androide.
-"L'ultimo viaggio", di Claudia Zaggia (pagg. 153-4), in cui lo spirito di una donna appena morta si interroga sul significato della vita.
A corredare criticamente questo volume, solamente delle brevissime "Note introduttive", e le presentazioni agli autori.
Altri volumi del Premio "Città di Montepulciano", in ordine cronologico:
"1° premio letterario... per racconti fantastici"
"2° premio letterario... per racconti fantastici"
"I racconti fantastici di Montepulciano"
"38 racconti italiani (e non) di genere fantastico"
"Antologia italiana"
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"Oltre" n. 23/24
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